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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0436

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MEGARA IIYRLAEA

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alterazioni, dovute forse ad alluvioni, che in parte
asportarono l'humus coprente i sepolcri, scaricandosi
da una parto verso il Cantera, dall'altra verso sud-est
nel mare.

Affermo questo, perchè la profondità dei sepolcri
è alquanto variata, ma sempre molto piccola, ed in
taluni casi anzi la copertura del sarcofago usci-
rebbe dal suolo attuale, se non fosse stata preceden-
temente asportata; la massima profondità fu notata
lungo il margine settentrionale della necropoli, sul-
l'orlo della terrazza che scende al fiumicello ; e quivi
i sepolcri trovansi a m. 1,00 — 1,50; nel resto della
necropoli la profondità varia da cm. 40 sino a 10;
ho notato che i meno profondi sono gli ossuari, che
stanno sempre a fior terra od i piccoli sarcofagi dei
bambini ; i più profondi i sepolcri di tegole, immessi
in cavi aperti nell'alluvione compattissima. Si deve
poi alla piccola profondità, se molti, anzi quasi tutti
gli ossuari riuscirono schiacciati, e se taluni dei sar-
cofagi furono frugati.

Ma ad onta di questo, lo stato di conservazione
della necropoli è sorprendente; se si eccettui qualche
sarcofago, frugato saltuariamente negli scavi degli ul-
timi lustri, che ha determinato le lacune che notansi
qua e là nella pianta, non furono toccati altro che
quei sepolcri, che, a dir così, intoppavano lo aratro del
contadino ; dal tempo in cui la necropoli era in attività
fino al 1889 quel terreno non fu altro che superfi-
cialmente grattato per appena 10 cm., il che può
dare una idea delle condizioni agricole di certe parti
della Sicilia; del resto i sarcofagi, che sono già nu-
merosi a 25 cm., e qualche cippo che spuntava qua
e là non furono toccati affatto, se non che nella parte
che usciva di terra. Furono bensì dagli ultimi abita-
tori romani del vico di Megara distrutte e spogliate
talune delle maggiori sepolture, per ridurle a volgari
poliandri, ed altre vennero aperte per introdurvi
nuovi cadaveri in aggiunta agli antichi, o per collo-
carveli in luogo di quelli ('), ma non di meno è certo

(!) Cosi si spiega lo strano miscuglio di vasi che si riscontra
in talune poche tomhe, nelle quali accanto a quelli greci arcaici
se ne hanno di hassa età se non anche di romani. Un fatto
analogo fu osservato dal Eeinach nella necropoli di Myrina
(Collignon & Rayet, Ilistoire de la céramique grecque p. 44, n. 1).
Si ricordino le depredazioni di sepolcri, per fine di lucro com-
piute dai Romani a Corinto e Capua. Strabone p. 381; Svetonio

che la maggior parte dei sepolcri fu rispettata. In
ogni caso, non potendosi supporre che i Greci abbiano
sepolto i loro defunti a così piccola profondità, da
non impedirne lo esalazioni cadaveriche dannose alla
limitrofa città, o da non proteggerli contro gli insulti
degli animali, conviene assolutamente ammettere che
il soprasuolo antico della necropoli, siasi abbassato
di almeno un paio di decimetri.

Lo sviluppo topografico della necropoli non dà
luogo a particolari osservazioni; è da lungo tempo
provato che le necropoli si stendevano a fianco dello
vie fuori delle porte; ma non avendo portato le no-
stre indagini in vicinanza dell'accesso urbano rinve-
nuto nell'ultimo periodo degli scavi, non si potè con-
statare la esistenza di una via sepolcrale, la quale
probabilmente sarà stata la stessa via che uscendo
da Megara, attraversata la breve piana, s'inerpicava
poi sulle colline rocciose di Hybla. Scarsi avanzi di
un'altra via sirata (odóc kiOudTQonog) di accesso alla
necropoli furono trovati alla estremità nord-est di questa,
nel punto che nello schizzo di insieme è segnato con un
reticolato ; quivi a partire da due metri avanti il punto
ove sarà stato un piccolo accesso alla città, a m. 1,20 di
profondità fu messo a nudo l'acciottolato di una via,
combinato molto rozzamente, della larghezza media
di m. 8, della lunghezza di m. 12, la quale finiva
bruscamente proprio là, dove cominciavano ad appa-
rire i sepolcri ('). Nell'area interna della necropoli
nessuna traccia di via, la quale del resto dovrebbe
essere scomparsa, se, come ho detto, il soprasuolo ha
subito rilevanti trasformazioni e fu in parte asportato.
E nemmeno si segnalarono cippi terminali, limiti, o
macerie del campo funebre. Se per tale non voglia sup-
porsi il cippo già segnalato dallo Schubring (2), coi

Caes. 81 ; Bollettino Jstit. 1878, p. 28; Annali 1879, p. 135 ;
e per fino dai Galli nella necropoli etnisca di Bologna (Gozzadini,
Notizie scavi 1884, p. 297 e segg.; Zannoni, Scavi della Cer-
tosa 423).

(') Curtius, Der attische Friedhof vor dem Dipylon in
Arch.Ztg. 1871, p. 15, tav. 42. Lungo la strada funebre sta-
vano allineati i monumenti principali; nel campo funebre in-
vece i sepolcri non avevano nò orientazione, ne ordine (p. 21);
vie greche lastricate si riconobbero a Solunto (Daita-Cavallari,
Relazione sullo stato delle antichità di Sicilia p. 2), a Seli-
nunte (Cavallari, Città greche di Sicilia p. 116), onde non esito
a ritenere greca anche questa di Megara. Per l'Etruria cfr. Brizio
(Relazione sugli scavi a Marzabotto p. 49).

(2) Umwanderung des megarischen Meerhusens, p. 402.
 
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