Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

DOI Artikel:
Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0446

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
787

MEGARA HYBLAEA

788

architettoniche non sono in piena consonanza quelle
grafiche dell'iscrizione, che accennano ad un momento
più recente: si avvicinano alle forme del noto elmo
di Jerone (a. 474) ('), e spettano al periodo di pas-
saggio dal VI al V secolo ; rarissima la forma del K
aperto; carattere di arcaismo costituiscono anche i
due punti di separazione (2); la sesta lettera piccola
corregge una prima ommissione del lapicida. Il testo
è chiaro

KaXiffu'og slfii

sottintendendo ff^fia od altro ; il nome del defunto è
nuovo, ed anche la forma di redazione, di una sempli-
cità estrema, conviene, ed è carattere di arcaismo (3).

2) L'altro cippo, pure in calcare bianco, a forma
parallelepipeda, di cm. 27 {■ larg. X 24 alt. X 12 f
prof., rotto inferiormente, di conservazione perfetta, è
scritto a lettere piccole ma profonde (cfr. tav. IV. 1).

L'iscrizione paleograficamente non è molto distante
dall'altra; il y lunato è forma corintia durata anche
in tempi non arcaici in titoli asiatici ; esso è già di-
ventato ad angolo ottuso nella grande iscrizione seli-
nuntina (Koehl n. 515) della metà del V secolo ;
arcaico è lo spirito aspro a rettangolo chiuso, il quale
nell'Attica dura fino alla metà del VI secolo ; la no-
stra sembra stare fra questa e l'iscrizione del tempio
di Apollo in Siracusa (Eoehl n. 509), riferendosi quindi
agli ultimi lustri di vita megarese (4). Essendo stata
rinvenuta a piccola profondità in mezzo al campo fu-
nebre, capovolta, e divelta dal suo luogo di destina-
zione originaria non ha valore nel determinare la cro-
nologia delle tombe ad essa circostanti. Il testo è
chiaro e va così letto secondo l'avviso del chmo prof.
Comparetti :

Tàg jtyi'cc
vyctTQÓg sifiì
Kanqoyòvco

(!) Eoehl, Inscrivi, gr. antiquis. n. 510; Roberts, The ar-
chaic inscriptions and the greek alphabet n. 111.

(2) Reinach, Traité d'épigraphie grecque, p. 215, nota 2.

(3) L'iscrizione fu già edita dal Cavallari, Vasi orientali rin-
venuti in Siracusa e Megara, p. 32, con una interpretazione
del prof. Pirotta, che non regge affatto. Poi in fac-simile, non al
tutto esatto, dal Von Duhn e Jacobi, Ber gr. Tempel in Pompei,
p. 26, nota 36. -Nelle Not. degli scavi 1880, p. 39 ed ultimamente
dal Kaibel, Iscriptiones graecae Italiae et Siciliae, n. 590.

(4) Il Kirchoff, Studien zur Geschichte des griech. AlphabA
p. 109, tav. I, ha fissato l'alfabeto di Siracusa sull'elmo di

Il sepolcro spettava a Kaprogono, figlia di Hagias;
anche qui va sottinteso ffàfia, fivàfia od altro ; il
patronimico non altera l'arcaica semplicità del titolo.
Nuovo è il nome Kajiqoyòvov (in gen. dorico), affine
ad 'Ova<ri(pÓQov ed altri. Per la redazione veggasi il
titoletto arcaico ateniese Corp. Inscr. Attic. 1, n. 467.

Questa iscrizione parmi prova evidente che il
campo funebre sofferse una devastazione superficiale
nell'assedio del 482; la freschezza sorprendente così
della superficie come delle lettere di questo cippo
attestano che esso rimase per poco esposto al di sopra
del rispettivo sepolcro; le forme grafiche confermano
che esso spetta agli ultimi anni di vita di Megara ;
quindi esso deve esser stato capovolto e sotterrato a
pochi anni di distanza dal momento in cui venne
scolpito, ed abbandonato in un terreno che dal prin-
cipio del V secolo a. C. non fu tocco sino ad oggi.
Tutto ciò combina molto bene coll'assedio del 482 ;
la necropoli, od almeno la parte da me esplorata, era
tutta sotto il raggio di tiro delle mura urbane, sic-
ché tanto gli assalitori, come i difensori, per ragioni
di schermo e di offesa, è naturale abbiano arrecato danni
considerevoli ai monumenti della necropoli ; cessata la
guerra, e spopolata la città, nissuno curò più di ri-
mettere a posto e restorare i monumenti, poiché la
città stessa era diventata una seconda necropoli. Il
numero non indifferente di piccole freccie in bronzo
trovate appunto lungo la linea esterna delle mura,
che prospetta la necropoli, dimostra chiaramente che in
quel sito vi furono degli attacchi, e che dei proiettili
molti ripercotendosi nel muro (ve ne hanno di spun-
tati, ed uno fu anzi raccolto infisso dentro un masso
della muraglia) non toccavano il segno e cadevano
nel fosso. Forse gli stessi megaresi distrussero quei
monumenti, che potevano fornire schermo agli ag-
gressori.

3) Presso la porta della città, esternamente ad

^TwTE O~t\ E D E O S
I

essa fu trovato un cippo in calcare a forma di pira-
mide tronca, a. cm. 55, largo alla base cm. 32, in

Jerone ed il titolo del tempio di Apollo; dall'esame di quelle
forme questo solo si può dire, che la nostra è più recente di
questo, ma di poco più antica del primo.
 
Annotationen