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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0509

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913

GLI ANATHEMATA

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PARTE QUARTA

GLI ANATHEMATA

Procedendosi al denudamento delle mura urbane
di Megara, e ad uno sgombero del fosso esistente sul
fronte esterno di esse, nel tratto centrale fra le
torri n. 1 e 2, incominciarono ad apparire, mesco-
late colle terre e coi massi rovesciati, delle terrecotte
figurate, in quantità piuttosto rilevante, e poi qualche
rarissimo oggetto di bronzo e perle di vetro ; ricono-
sciuto che non trattavasi di oggetti dispersi ed isolati,
ma di un gruppo speciale con circostanze speciali di
giacitura, gli scavi furono in quel punto allargati,
a fine di determinare l'estensione e la profondità non
che l'indole di quel deposito, dal quale uscirono gli
oggetti che qui sotto si descrivono, divisi per categorie.

Per una lunghezza, parallelamente al muro, di una
dozzina di metri, con una profondità massima dal
piano di campagna di m. 3 \, ed una larghezza, in
avanti al muro stesso di circa m. 5, si trovarono le
terrecotte e gli altri oggetti, non sparsi nella terra,
ma in mezzo ai grandi squadroni di tufo, provenienti
dalla demolizione delle mura; nello strato superiore
di pura terra nulla fu osservato, ma i piccoli oggetti
fecero la loro prima apparizione quando incorniciarono
ad apparire i massi ributtati ; le terrecotte trovavansi
in mezzo, di fianco e di sotto ad essi, le perline, le
quali per la loro piccola mole e la forma sferica ave-
vano potuto ruzzolare più in basso, erano quasi tutte
nello strato inferiore; va però assolutamente esclusa
l'idea che la massa degli oggetti giacesse disotto la
rovina dei massi, e che da essi fosse stata coperta.
Della osservazione intorno alla giacitura di tali oggetti
emerge pertanto, che lo scarico non essendo, nè sovra-
posto, nè sottoposto ai massi di demolizione, non è an-
teriore o posteriore ma sincrono alla demolizione delle
mura stesse; e tale conclusione è molto importante,
poiché dallo esame stilistico e dallo sviluppo artistico
Monumenti antichi. — N oi. I.

degli oggetti, il quale (lo si vedrà dallo studio che
ne faremo) si ferma quasi improvvisamente in un punto
cronologico determinato, è permesso trarre la conclu-
sione storica del tempo, in cui pare avvenuta la di-
struzione delle mura ; poiché l'accavalcamelo dei massi,
che almeno in questo punto veggonsi alla rinfusa ed
ammonticchiati nella cavità di terreno, che antica-
mente doveva costituire il fosso di difesa, non potrebbe
trovare altra spiegazione, se non quella della distru-
zione violenta di una porzione almeno del muro di
cinta.

Stando così i fatti, abbiamo già altri fattori per
comprendere meglio il carattere di codesto insieme di
oggetti. Nelle vicinanze immediate di molte città greche
o di templi soglionsi rinvenire depositi di terrecotte,
alle volte ricchi di centinaia e centinaia di pezzi, e
per Megara stessa ho già ricordata una consimile sco-
perta ; la spiegazione più ovvia che per essi viene pro-
posta è quella di scarichi e depositi di officine di
xeQccfteìs, oppure stipi votive, e sgomberi degli dva-
0incera di templi, per far posto ad altri; nel caso
nostro non sarà certo nè lo sgombero di un tempio,
nè i rifiuti di una fabbrica, poiché non furono nò i
figulini, nè gli hiereis o hieroduloi che buttarono lo
terrecotte là dove esse furono raccolte ; la ragione di
ciò è invece da rintracciarsi, credo io, in un evento
straordinario e fatale alla città. Nell'istante stesso in
cui le mura venivano per ira nemica demolite, era
la mano di un invasore che dall'alto di esse buttava
quasi con scherno e rabbia quanto le capitava di
sotto; qui in una piccola area sono terrecotte, vetri
e bronzi. Che essi provengano da uno stesso edificio
urbano panni non si possa eccepire, dato il carattere
di unità stilistica, di soggetto e di ubicazione delle
terrecotte; poiché, se provenienti da luoghi diversi,

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