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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0513

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921

GLI AN A TU E M ATA

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tutti identici, dell'altezza, di citi. 13 £ ma di varia
creta; di più due esemplari acefali e quattro altri
mancanti in qualche parte, in totale n. 13 repliche, se
non proprio dell'identico stampo, di due o tre con mi-
nime varianti.

Nella grande arte fanno pieno riscontro a questa
categoria di figure i seguenti monumenti plastici:

1) La statua deliaca di Nicandra, salvo che le mani, in
eguale azione, ma attraversate da un pertugio, dovevan
sorreggere una qualche offerta ; il capo ne è scoperto;
il titolo dichiara la statua esser stata dedicata ad Ar-
temide da Nicandra, figlia di Deinodoco di Naxos, ma
non se ne deduce da ciò (anche per la mancanza di
attributi) che la statua sia proprio di Artemide (').

2) Altra statua di Delos, col chitone decorato di una
fascia a meandro, e dall'Homolle per analogia alla prima
interpretata del paro per Artemide (2). 3) Statua del-
l'Acropoli di Atene, la quale offre piccole varianti in
quanto è a testa scoperta ed ha l'avambraccio pro-
teso (3). Lo stile e l'arte di questa statua, anche per
lo impiego della policromia è certo più fine e progre-
dito che non nelle deliache; ma quanto al soggetto,
sebbene dibattuto, nissuno ha mai pensato ad Arte-
mide (4). 4) Ad Eleusi nelle rovine della cella furono
trovate altre statue analoge; ne ricordo specialmente
una a 'iómov, acefala, assai simile alle figurine fit-

(') La questione sul soggetto delle statue deliache e sovra-
tutto su quella di Nicandra (Homolle, De antiquis. Dianae si-
mulacrìs deliacis, tav. I; per l'iscr. anche Roehl., Inscr. gr. an-
tiquissimae, n. 407) 6 la stessa che quella delle ateniesi, e
quindi, « si parva licet componere inagnis », della ingente massa
di piccole terracotte, delle quali Megara ci ha fornito un bel
saggio. Per la statua deliaca avviso contrario a quello dell'Ho-
molle fu già espresso dal Furtwaengler (Archaeolog. Zeitunq,
1882, p. 302 e segg.) e dal Winter (Jahrbudi d. deutsch. ardi.
Inst., 1887, p. 221), richiamandosi specialmente alla serie di
osservazioni sviluppate dal nostro Ghirardini nella sua dotta
monografia: Di una stallia arcaica nell'Aventino e di alcune
serie di «colture affini (Roma, 1881), statua che in ogni modo
più che al nostro primo gruppo A, si approssima, salvo gli
attributi, al gruppo B.

(2) Homolle, Op. laud., tav. III.

(3) Antike Denkmaeler h.erausg. von deutsch. K. ardi. Instit-,
voi. I, tav. XIX, n. 2. Los Musóes d'Athenes, tav. X.

(4) È noto il dibattito fra coloro che nelle statue dell'acro-
poli vedono simulacri di Atena (Robert, Hermes, 1887, voi. XXII,
p. 135), ed altri (Studniczka, Jahrbuch, 1887, p. 136. Winter,
ibidem, p. 220) che le vogliono sacerdotesse della dea o donzelle
ateniesi, dibattito che pare ormai risolversi in favore della se-
conda versione. Il Wolters (Berliner Gypsabgusse p. 02) vor-
rebbe risolta la questione nel senso stesso degli Apollini, cioè
amhiguamente intendendole u als Bildnisse Sterblicher wie als

tili (')• 5) La statua scoperta dal Girard a Samos fino
alle ascelle ha forma di vera colonna, tanto che si
pensò ad una "Hqa xtW od "H. cavie, (2).

Dalla grande passando alla piccola arte, troviamo
questo tipo in centinaia di repliche, che conservano
unità ed identità di caratteri, sparse in gran parte
del mondo greco. Già in Megara stessa si conosce-
vano eguali figurine provenienti da altro punto della
città ; e precisamente una da un sepolcro, associata con
un vaso cor., con uno skyphos zonato, e con una pic-
cola lekythos n. a foglietto sulle spalle (;!). Altri esem-
plari megaresi sono pure nel Museo nazionale di Si-
racusa. Nelle identiche terracotte, non modiate però,
provenienti dal deposito del Pizzono in Taranto si vol-
lero da taluni riconoscere piccoli simulacri di Perse-
fone (4) ; e si citano identiche quelle scoperte nel
santuario di Persefone in Halicarnassus (r>), e nel te-
menos di Cnido delle divinità ctoniche. Se i caratteri,
che sopra ho indicato, fossero sufficienti per determinare
con certezza che tali imaginette sono effettivamente
simulacri di Persephone, si accrescerebbe anche per
Megara la probabilità di un tempio di divinità infer-
nali, esistente presso le mura ; ma, almeno per questo
primo gruppo di terrecotte, io preferisco attenermi alla
interpretazione proposta per le grandi figure, nel senso
però che esse non sieno simulacri di sacerdotesse, ma

« Statuen von (iotter ». Il prof, von Duini di Heidelberg si com-
piacque significarmi, che anche recentemente in occasione di una
discussione aperta da lui in presenza del Kekulé, del Perrot, del
Wilamowitz e di altri, davanti gli originali stessi nel Museo del-
l'Acropoli, all'infuori che per la statua di Antenore, sulla quale
taluno fece eccezione, si era quasi di perfetto accordo nell'esclu-
dere il carattere e significato divino di esse.

Su tale questione veggasi anche il brillante e spirituale ar-
ticolo del Collignon, Los fouilles de l'Acropole d'Athenes, nella
/levile des deux mondes, 1890, p. 852 & segg., e l'esposizione
critica di Lechat (Observations sur les statues archa/ques du type
feminin de l'Acropole in Bull, de cor. hell. 1890, p. 573 e segg.),
per concludere che l'interpretazione generica di offerenti, se non
è certissima, è però preferibile alle altre. Ricordi storici di ritratti
plastici di sacerdotesse, esistenti presso i vari santuari, sono
raccolti ed esposti dal Perrot nel Journal des Savants, 1887,
p. 132.

(i) iihoi nella 'EyyfteQls 'Aq^awXoyw^ 1885, I. a. b.

(*) Bull, de cor. hellénique 1880, p. 13 e 14. Ma le ragioni che
si adducono per provare trattarsi di un eidolon di Hera hanno
gli stessi lati deboli, di quelle proposte per le precedenti statue.

(3) Kekulé, Die Terracolten von Sicilicn, p. 8.

(4) Evans, Recent discooeries oftarentine terracotte», p. 24,
25, fig. 1.

(r>) Newton, Iiistory of discoveries of Halicarnassus, Cnidus
and Brandi idae.
 
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