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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0522

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939

MEGARA HYBIiAEA

940

poche perle azzurre e bianche, a forma di cannelletti
cilindrici (1).

N. 374-376. — Serviva da pendaglio di collana
una testolina di ariete (1. min. 22), di colore azzurro
con occhio bianco dalla pupilla nera, e bianche le
orecchie, e gialle le corna ricurve ; era munita di un
occhietto, quale appiccagnolo. Un secondo esemplare
più. piccolo è pur policromo, e di un terzo guasto si
ebbe solo il nucleo vitreo, senza le paste di aggiunta (2).

N. 377. — Un anellino di vetro azzurro (dia-
metro mm. 18) pare abbia servito per le dita, poiché
è guarnito di un appiattimento simile a castone.

OSSO E PIETRA

N. 378-383. — Sono di osso tre robusti anelletti
e due tubetti; aggiungo tre bei rami di corallo marino
roseo pallido (3).

N. 384. — Ma più importante è una piastrella
rettangolare di steatite (mm. 11 X 14 X 4 J) tutta

lavorata a giorno in stile egizio, con l'occhio di Pfcah
da una parte, il bue Apis sormontato dal disco alato
nell'opposta; nel senso dell'asse maggiore è trapassata
da duo canaliculi. Sull'origine fenicia di tale amuleto
non può cader dubbio, ed esso è certo uno degli og-
getti importati dall'oriente assieme alle vetrerie. Avrà
servito come amuleto, infilato dentro una collana, ed
appartiene a quella categoria di intagli fenici di pro-
nunciato stile egizio, con divinità e simboli pretta-
mente egiziani (').

l1) Una grande parte di queste perle vedesi riprodotta in
Perrot (llistoire, voi. Ili, Pkénicie, tav. X, collana ottava).

(2) Le identiche testoline si hanno nella citata collana
Perrot, Ilistoire, voi. Ili, tav. X. Un grosso esemplare taren-
tino è nel Museo di Taranto.

(3) I rami di xùqi'.D.iov venivano usati nell'antichità, come
da taluni ancora oggigiorno, quali amuleti profilattici (Bliimner,
Terminologie und Technol. der Gewcrbe und Rifoste bei Grieca.
u. Roemern., II voi., p. 378). Mi mancano però i riscontri per
l'epoca greco-arcaica.

(4) Oggettini fenicii al tutto analoghi si hanno soprattutto
dalla Sardegna. Cfr. in Monumenti dell'Istituto, voi. XI, tav. 52,
fig. 11-14 tavolette eguali col bue Apis sormontato da figura vo-

BRONZO

N. 385-393. — Otto chicchi di collana, o perle,
a forma di bottino.

N. 394-404. — Una diecina di anelli di vario
diametro e spessore, alcuni dei quali adibiti pure
come perle.

N. 405. — Un frammento di catenella.

N. 406-409. — Tre pendaglietti piriformi ed uno
lunghissimo (mm. 78).

N. 410. — Una pinzetta di toletta per cavare i peli.

N. 411-434. — Ventitre cuspidi di piccole treccie,
delle forme e dimensioni date dallo schizzo unito ; la
maggior parte sono a tre costole
(log TQiyXoóxiv), altre a due; tutto
munite alla base di oyxm, cioè di
piccoli speroni, che rendevano
strazianti le ferite (*) Alcuni di
questi esemplari furono trovati
lungo il fosso fuori dell'area del
vero scarico, e certamente deri-
vano dall'assedio del 482.

TESTA MULIEBRE ARCAICA (tav. V, 15)

La rivista del materiale scaricato dalle mura si
chiude colla descrizione di una testa muliebre ar-
caica rinvenuta separatamente dal gruppo di terrecotte
dianzi descritta e precisamente fra le torri n. 3 e 4,
subito sotto il muro, quasi fosse stata da esso
ributtata. È di un calcare bianco-crema, di grana

lante; n. 15-17 con l'occhio di Utah', occhio benefico di Horus,
dio della luce, distruttore delle tenebre. Idem presso Crespi,
Catalogo della raccolta di antichità sarde Chessa, tav. 2.

Un esemplare identico proviene anche dagli scavi di Nau-
kratis (Flinders Petrie, Naukratis, I, tav. 38, 17), il che po-
trebbe essere documento di una imitazione diretta di articoli
egiziani per opera di quei coloni milesii ; se pure non sia egizio
originale.

(') È un tipo comunissimo in Grecia, soprattutto nel VI-IV
secolo (Da Megalopolis Baumeisters, Deukmaeler, fig. 2189, dal
campo di Maratona Schumacher, Beschreibung der Sammlung
antiker Bronzen su Karlsruhe,iax. XIV, 27-34; per altre loca-
lità cfr. Hermann-Droysen, Die griech. Kriegsalterthùmer, p. 20
n. 1. Dall'Epipolai di Siracusa ne possiede grande numero il
Museo siracusano).
 
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