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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0525

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945

GLI ANATHEMATA

94G

ad un tentativo verso nuovi e più espressivi tipi,
a sciogliersi dai legami del più duro convenziona-
lismo arcaico, ad un raddolcimento dei tratti facciali,
infondendo soprattutto nella bocca soavità e grazia.
Non andremo pertanto errati, ritenendola della metà
almeno del VI sec, sulla considerazione molto larga
che le teste dell' acropoli si trovarono tutte nello
strato derivante dall'incendio persiano, e spettano
quindi ad opere plastiche di parecchio ad esso ante-
riori. Ammettendo pure che nelle colonie doriche della
Sicilia, e soprattutto nei piccoli centri, quale appunto
doveva essere Megara, la vita artistica, svolgendosi
meno vivacemente, abbia dimostrato più lungo attac-
camento alle forme arcaiche, non di meno per le com-
parazioni che venni istituendo, difficilmente potremo
scendere sotto la metà del VI secolo.

Resta la questione della scuola e del soggetto;
quanto alla prima, il cattivo stato di conservazione
del monumento oppone, in aggiunta ad altri difetti,
gravi ostacoli ; poiché non è tanto il luogo di scoperta,
che pesa nella decisione, quanto la maniera di trattare
la pelle, le carni, e le linee fisionomiche, onde accade
di spesso, che anche autori di nota competenza si tro-
vino in disaccordo sostanzialo, attribuendo una stessa
testa a scuole ben diverse. Il Lange ('), sottoponendo
a studi conscienziosi una serie di codeste teste ar-
caiche, scrutandone le note esteriori, è venuto costi-
tuendo dei gruppi ; uno dell'arcipelago e del conti-
nente ellenico, trapiantato in Grecia dalla scuola dei
Dedalidi, Dipoinos e Skyllis, aveva come principale
centro Atene. Nelle città ed isole ionie della costa
asiatica si ha una seconda maniera, che risente viva-
mente dell'arte assira.

Dentro il primo gruppo Corinto, nel periodo vera-
mente arcaico, non ha scuola propria notevole, ed il
suo stile si studia nelle teste di Atena sulle monete,
affini a quelle delle moneto di Gelone, per i rapporti
che anche in fatto di arte intercessero fra metropoli
e colonie. Ora questo stile corinzio-siracusano vien
pure specificato dalla grande testa della Hera Ludo-

dell'ultimo quarto del VI sec. La tesi a megarese paragonata
a questa, e pur tenendo conto di un certo maggior rigorismo
d'uno scalpello dorico, rivela tratti di più sentito arcaismo.

(') Lange, Zvoei Kupfe von der Akropolis in Athen nelle
Athenische Mitlhcilungen, 1882, p. 196 e segg.

Monumenti antichi. — Voi.. I.

visi, sebbene taluno abbia voluto crederla attica ('),
forse appunto per ciò che la scuola attica esercitava
allora influenze dirette tanto sopra Corinto, come sopra
la Sicilia e Siracusa (-). Ora non cadendo dubbio che
la nostra testa sia stata fabbricata in Megara stessa,
od almeno in Siracusa, converrà attribuirla ad una
scuola siculo-attica, parlando in senso vasto, e più
strettamente siculo-siracusana. Scuola per ora assai
poco conosciuta nelle sue produzioni di scalpello, me-
glio però nelle terrecotte e monete. Per le monete
basta mettere a raffronto una serie dei tetradrammi,
colle numerose varietà di tipo, delle così dette Aretuse,
spettanti al primo quarto del V sec. (:ì), per conve-
nire tosto che esse si accostano assai più alla Hera
Ludovisi dalle forme piene e tondeggianti, anziché
alla nostra, che presenta note di più alta antichità.
Ed in vero solo i didrammi od i tetradrammi incusi
dell'epoca dei Geomori, anteriori di alquanto al 500,
nella durezza ed angolosità della testa del rovescio
ricordano il profilo dell'esemplare megarese; ne con-
cluderemo pertanto che la nostra è una delle più ar-
caiche produzioni della maniera siculo-attica. Nei mo-
numenti plastici della figliale di Megara, Selinunte,
un diretto riscontro con tale testa manca. Tutte le
teste isolate, compresa la creduta testa di Hera col
polos (') sono più recenti in confronto con la mega-
rese, ma d'altro canto questa nulla ha di comune
colle teste dello più antiche metope (Perseo e la
Medusa, Eracle ed i Cercopi), le quali forse risalgono
all'ultimo quarto del VII secolo ; alla metà del VI
soglionsi attribuire la testa pileata del tempio C, le
due metopi del tempio F, ed alla seconda metà, credo

(!) Kekulé, Testa arcaica di Villa Ludovisi negli Annali
d. Istit., 1874, p. 38.

(2) Infatti le caratteristiche del primo gruppo si riflettono
sotto molti riguardi anello nella testa megareso e così sono
riassunte dal Lange (o. e, p. li)!)): u Grande magrezza del volto,
fronte obliqua, ossa zigomatiche tonde c prominenti, incavata
la bocca, il mento ed il naso sporgenti, occhio chinese, talora
con sopraciglia plasticamente rilevate, il labbro inferiore dritto,
il superiore fortemente arcato, labbra tagliate sottilmente con
sorrisetto esagerato » ecc., e poi una ripetizione continua e
schematica di formo fondamentali. La scuola ionio-asiatica in-
vece si distingue per il trattamento morbido delle earni.

(3) Head., //istoria nummorum, p. 51 ; Salinas, Sul tipo
delle teste muliebri nelle monete di Siracusa, p. 7.

(4) Benndorf, Die Metopen von Selinunt, tav. XI.

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