Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

DOI Artikel:
Ricci, Serafino: Il "Testamento d'Epikteta": storia e revisione dell'Epigrafe; con testo, traduzione e commento
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0049

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
79

il » testamento d* EPIKTETA »

80

mani, quest'ultimo, secondo me, presenta per varie
ragioni la maggior probabilità d'essere stato il Procu-
ratore della nostra epigrafe. La casa Grimani era ormai
illustre nei fasti dei possessi di Candia e nella storia
dei tesori archeologici della Repubblica Veneta. A
nessun altro palazzo meglio che a quello dei Grimani
s'addicevano le varie espressioni del Maffei; pochi eb-
bero relazioni più dirette con Creta e più durature di
quelle strette colà dai membri di casa Grimani.

Il Torres, dopo aver accennato alle statue magni-
fiche che uno dei Grimani scavò e trasportò a Vene-
zia, quasi inscientemente vien a parlare del Testa-
menturn illud insigne Epictetae, che per la munifi-
cenza del Grimani e per l'attività del Belli arrivò
sino a noi abbastanza conservato ('). Le espressioni
relative al suo palazzo sono costantemente le seguenti :
In praenobili Grimanorum museo exscripseram ali-
quando lapidem..... (dice il Maffei parlando di

una visita al palazzo Grimani prima del 1734). —
Sed cum Grimanorum ad Divae Mariae Formosae
perlustrai aedes.. .(Torres, op. cit., pag. 14). Parlando
dello Psephisma Cyzicenum e notando che trovavasi
in aedibus Grimanorum ecc..., il Torres descrive la
ricchezza dei palazzi e musei loro : ibi Cardin. Domi-
xicus Grimanus, aut qdisquis ili.e fuit, qui tot
insignes vetustatis scppellectiles cumulavit . . .
(op. cit., pag. 22 e segg.). E già noto che un Luigi di
Antonio Grimani de' Servi fu provveditore generale di
Candia e compagno e protettore del Belli negli scavi di
Creta (2). Tutto ciò che si trovò allora in Creta e bellis-
sime statue ed epigrafi furono inviate nel palazzo pa-
trizio a Venezia, ove stettero finché un altro munifico
Grimani ne cedette gran parte al Museo patrio (3), poi-

(') Antonio de Torres y Rybcra: Periplus Cretae, pag. 13.
A Venezia potei consultare anche l'altra opera su Creta del
medesimo autore (Antiquitates Cretensium. Venezia, Andreola,
1805), per la gentilezza del eh. direttore dell'Archivio di Stato,
comm. de Stefani, che ne possiede una delle rarissime copie.
Trovai poi l'altra alla Marciana, già citata dal eh. Comparetti, che
era del Cicogna, al tempo del quale ne possedevano a Venezia
una copia ciascuno uii tal Cavalli, Giustiniani Lorenzo, il conte
Yalmarano Benedetto e il prof. Moschini. Un'altra copia la
consultò il eh. dott. Sathas, com'egli mi comunicò, al British
Museum, ed era del Lenormant.

(2) Falkener Edward, Theatres and other remains in Crete.
Appendice al Museum of classical antiquites, VII. Londra, 1854;
cfr. Torres, Periplus, pag. 13.

(3) Vedi Valentinelli, Marmi scolpiti del Museo Archeo-
logico della Marciana. Prato, Aldina, 1866, pag. 137, n. 20G:
Provenienza Grimani (1586); n. 208 id. (1586).

chè non solo le opere d'arte e i ritrovamenti di Creta in
genere, ma molti altri monumenti antichi, trasportati
da varie isole a Venezia, finirono i» quel palazzo (').

Trasportate le quattro lastre a Verona, non furono
sùbito collocate nel Museo, nè potevano esserlo se
museo non c'era. Il Maffei nei primi anni non potè
ottenere che il permesso di incastrare le poche lapidi
nichesoliane e sue in un muro del recinto anteriore
al teatro dell'Accademia, coltivato ad orto e prospi-
ciente i portoni della Brà (2).

Come si presentasse ai visitatori tutta l'area del-
l'Accademia prima che vi fosse annesso il Museo, ce

10 mostrano una pianta topografica del secolo XVI (3)
e un disegno finora poco conosciuto della fine dello
stesso secolo o del principio del XVII (4), che mostra
un gran spazio quadrangolare cinto da un muro late-
rizio, basso, con un cancello di legno; ha l'aspetto
d'un' ortaglia. A sinistra di chi entra dal cancello s'in-
alza il gran muro dei portoni della Brà che ingombra

11 recinto, in fondo sorgono l'atrio e le due casette,
tuttora esistenti. Alcune are, alcuni cippi si vedono
dinanzi alla casetta ch'è a sinistra dell'atrio.

Da quella parto e come poteva cominciò il Maffei
a collocare le lapidi, e sappiamo da lui stesso che
cominciò dalle greche (5) e fra le prime dovette es-

(>) Vedi Valentinelli, 1. c.— L'anno 1586, data dell'entrata
di molti oggetti nel Museo, è di poco posteriore alla residenza
del Luigi Grimani col Belli in Creta (partenza del Grimani per
Candia il 31 marzo 1583).

(2) Vedi specialmente la lettera del Maffei a mons. F. Bian-
chini, il 20 luglio 1716 da Verona (Lettere di vari ili. ital.
Reggio, 1841, 0, 42).

(3) La ritrovai fra le carte dell'Archivio dell'Accademia Fi-
larmonica (V. Catalogo: archivio 1800-1848, n. 27 (1867); ma non
è qui il luogo di pubblicarla. E la copia da un originale di-
segno antico del 20 gennaio 1563, mandata da un certo Ma-
lenza, da Venezia, al dott. Scandola, probabilmente a Verona.
Sotto la scala (in pertiche veronesi) sta scritto : « Io Christo-
jiìioro Sorte ho fato il Presente dissegno ad htancia del
mg.c0 Conte Zambatista della tore, il qual dissegno à le rason
ante dalla Ill.ma Sig.ria di Venetia ». L'intestazione dice:
Disegno del Fondo antico, ora occupato dalle Fabbriche del-
l' Accademia Filarmonica eretta nell'anno 1563 ».

(4) Devo il disegno alla gentilezza dell'ing. conte G. B. Pol-
franceschi, già presidente e membro del Consiglio Direttivo
della Società Filarmonica; egli me ne spedi una fotografia ap-
pena che il quadro con altri oggetti ritornò dall' Esposizione
musicale di Vienna, e spero di pubblicar presto e il disegno
e la pianta sopracitata in una raccolta di Contributi alla Storia
del Museo Marciano.

(5) Vedi lettera del Maffei ad Ant Gagliardi(22 maggio 1719),
Mss. Capilol., 1. c.
 
Annotationen