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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0113

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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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domino, insieme con tanti oggetti orientali. Ad essa
si può or dunque applicare egregiamente l'argomento
sopra allegato.

Fra le situle uscite in luce nell'Etruria, la nostra
è senza dubbio la più antica. Sebbene il sepolcro a
cassa, onde proviene, non sia della più antica specie
della necropoli tarquiniese, tuttavia abbiamo veduto in
che stretto rapporto esso stesse con le tombe a pozzo
e come debba tenersi coevo ad una parte almeno di
esse. Si noti che di vasi laminati di bronzo d' altra
forma si è già rinvenuto un notevole numero in molte
di quelle tombe (') : il che dimostra appunto che,
quando vigeva ancora il rito della cremazione, cioè
proprio nella pienezza di quella età, a cui è dovuta
la costruzione della rete delle tombe a pozzo, e in cui
si erano altresì incominciati a costrurre sparsamente
sepolcri a fossa ed a cassa per i cadaveri inumati (col-
l'andar del tempo via via più frequenti), il genere dei
prodotti metallici, cui la situla appartiene, era stato
già introdotto a Tarquinii (2).

(') Cfr. per es. gli esemplari pubblicati: Notizie degli scavi
1882, tav. XII, fig. 6, 7, 14; Monumenti deWInst., XI, tav. LIX,
fig. 1, 2>-2", 3; LX, fig. 2, 5.

{•) Fra i vasi di lamina delle tombe a pozzo tarquiniesi
ve ne sono due, i quali vanno qui ricordati per l'analogia, che
a tutta prima sembrano offrire con la situla di cui trattiamo.
Provengono dalle due tombe a ziro scoperte l'8 e il 12 marzo
1883 (1° vaso : Monumenti deWInst., XI, tav. LIX, fig. 3; cfr.
Helbig, Annali 1883, p. 286. Notizie degli scavi 1885, p. 443-444.
Martha, L'art étrusque, fig. 60, p. 65. — 2° vaso : Monumenti, XI,
tav. LX, fig. 5; cfr. Helbig, Annali 1883, p. 289. Notizie 1885,
tav. XIV, fig. 3 ; cfr. p. 449-450). Questi due vasi forniti di doppio
manico girevole e che possono ben chiamarsi situle, non sono
in vermi modo da confondere con la situla proveniente dalla tomba
a cassa; perocché bene considerati mostrano di appartenere ad un
tipo essenzialmente diverso. Essi entrano, a parer mio, nella cate-
goria di que' vasi di bronzo spesso usati come ossuari, che ri-
petono più o meno modificato il tipo di Villanova, e di cui io
diedi nelle Notizie 1882, p. 153-156 (= La necrop. antichiss.,
p. 24-27) un elenco, accresciuto più tardi dallo Gsell (Fouilles,
p. 265-267). Infatti i due vasi in questione sono architettati a
guisa di due tronchi di cono congiunti alle basi (oltre ad avere
il piede a bocca di tromba e il collo cilindrico), salvo che il
tronco di cono superiore è assai meno sviluppato dell' inferiore,
ancora meno sviluppato di quello che non sia in taluni esem-
plari del tipo modificato di Villanova, per esempio nel vaso
uscito dalla stessa tomba dell'8 marzo (Monumenti, XI, tav. LIX,
fig. 1 ; cfr. Annali 1883, p. 286. Martha, op. cit., fig. 63, p. 69).
La sagoma del resto delle due situle diversifica dalla nostra
per essere senza paragone più larga ed espansa; e ne diffe-
risce finalmente la struttura materiale. La nostra situla infatti
consta di due principali lamine trapezoidali riunite verticalmente
con chiodi a capocchia piatta e ribadita; in quelle due per
contro manca la giuntura verticale delle lamine e l'unione dei

Ad età indubbiamente posteriore alla situla tar-
quiniese spettano le altre poche dell'Etruria cisappen-
nina e del Lazio, raccolte da un gruppo ben determi-
nato di sepolcri, che hanno un carattere uniforme. Le
situle, a cui alludo, si trassero infatti dalla tomba
Bernardini di Palestrina, dalla tomba del duce di Vetu-
lonia, dalla tomba del podere di Pania a Chiusi. La
situla di Palestrina (') (fig. 6) alta m. 0,45 è costruita

Fig.-6. — Da fotografìa.

di due lamine trapezoidali di cui l'una è larga circa la
metà dell'altra, e d'una terza lamina che forma il fondo
con una piccola striscia inferiore del vaso. Il congiungi-
mento di coteste lamine è ottenuto colle solite file di
chiodi. In luogo del manico girevole questa situla ha
due larghe anse a orecchioni fatte con due liste di
bronzo curvate e fissate con una estremità nell'interno
dell' orifìcio e con l'altra sulla spalla della situla, là
dove questa s'allarga maggiormente. Il coperchio è un

pezzi componenti il vaso ha luogo in linea orizzontale nella
maggior espansione del vaso stesso, mediante i caratteristici
chiodi a capocchia conica. Ho voluto ben chiarire queste diffe-
renze organiche fra le due situle delle tombe a ziro dell' 8 e
12 marzo 1883, e quella uscita dal sepolcro a cassa, perchè
a taluno non paresse strano che non le avessimo registrate e
considerate insieme con le altre in questa monografia. Una situla
foggiata come quelle due tarquiniesi si ebbe anche dalla necro-
poli di Bisenzio: Pasqui, Notizie 1880, p. 291, n. 2.
(i) V. sopra, col. 108.
 
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