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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0116

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I

211

LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

212

Si aggiunga che fra i vasi dipinti nella tomba egi-
ziana ve n' ha un secondo (fig. 10) similissimo per il

Fig. 10. — Da Frisse d'Avennes, op. cit. sopra, col. 209, nota 1.

tipo a quell'ossuario di bronzo a forma sferica con collo
cilindrico e piede imbutiforme, che fu rinvenuto, come
dicemmo, nella tomba chiusimi del podere di Pania
entro alla situla. Anche la sagoma dell'ossuario chiusino
e degli esemplari ad esso affini, trovati in altre tombe
etnische ('), è senza dubbio da ricondurre ad un pro-
totipo orientale.

Rivendicata l'origine del tipo della situla all'Orien-
te, ci si affaccia spontanea un'altra questione : furono
le situle etrusche-laziali, di cui sopra è cenno, impor-
tate veramente dall'Oriente, ovvero fabbricate tutte o
parte in Italia su modelli stranieri? Imperocché è fuor
di dubbio che, se i più antichi prodotti sfirelati debbonsi
credere originariamente introdotti in Italia dall'Oriente,
nell'Italia stessa le officine metallurgiche presero tosto
o tardi a fabbricare pur lesse lavori consimili.

Una prova della localizzazione di quell'arte è fornita
dal fatto singolarissimo, che fra i vasi laminati, usciti

dalla necropoli cornetana e da altre dell'Etruria, ve n'ha
un notabile numero (') imitante l'ossuario fittile del
tipo di Villanova, che nacque per un processo di for-
mazione facile oggimai a seguirsi (2) nell'età delle ter-
remare: l'ossuario, che a Corneto compare sin dagl'inizi
primi della necropoli arcaica. Ben è vero che il Pi-
gorini (;)) non escludeva che anche quel vaso potesse
esser fabbricato apposta e importato da industriali stra-
nieri, dopoché era ben avviato il loro traffico con gl'Ita-
lici e si sapeva quali forme erano specialmente desiderate
da essi. Ma egli medesimo esprimeva in pari tempo
l'altra congettura, accettata anche dallo Gsell (1): * che
dall'Oriente fossero venuti a stabilirsi in Italia artefici,
i quali vi esercitassero l'arte loro, studiandosi di sod-
disfare i particolari bisogni e le richieste del paese,
ove si erano stabiliti ». L'Undset (■"'), e l'Orsi (6) pen-
sarono addirittura a fabbriche paesane e ad artefici
italici.

Se si riprodussero or dunque in officine locali —
sia pure che fossero in sul principio condotte da in-
dustriali stranieri — vasi laminati imitanti l'ossuario
indigeno, niente parrebbe opporsi a credere del pari
la situla cornetana e gli esemplari affini fabbricati in
Italia.

Senonchè, pur astenendomi da un giudizio decisivo
e assoluto intorno a sif'atta questione, che è evidente-
mente e fu già riconosciuta da altri oltremodo difficile
a risolversi ("), io dirò che, in quanto concerne almeno
alcuna delle situle sopra ricordate, credo di preferenza
all'importazione straniera che alla provenienza locale.
Noi non abbiamo per le situle un argomento simile a

(') P. o. quelli su citati di Votulonia, uno proveniente dalla
tomba chiusina di Poggio alla Sala (Annali deWInst. 1878, tav.
d'agg. 2, fig, 1); uno del museo gregoriano (Museo Greg,, I, tav. V,
fig. 3), ecc.

(') Uno de' più ragguardevoli e il più antico esemplare è
quello edito da me nelle Notizie 1882, tav. XII, fig. 14. Cfr.
p. 153-156 (= La necropoli antichiss., p. 24-27) e Gsell, Fouillcs,
p. 265-267.

(2) Cfr. Pigorini, Bull, di paletti., X (1884), p. 46, e XIII
(1887), p. 75, 90; Uadset, Annali dell'Inst. 1885, p. 70; Gsell,
Fouilles, p. 257, nota 2. Lo Gsell ricorda tutti gli ossuari
delle terreniare di forma analoga a quelli di Villanova.

(3) Bull, di paletti, ita!., XIII (1887), p. 90.
(») Fouilles, p. 336.

(5) Annali deWImt. 1885, p. 88-89. «Se in questa tecnica di
metalli gl'Italici hanno appreso qualcosa dall'estero, seppero però
ben presto appropriarsela e darle un carattere paesano: tra i
loro più antichi prodotti si contano infatti grandi vasi che sono
riproduzioni del tipo indigeno dell'ossuario in terracotta".

(6) Museo italiano d'Ant. class. II, p. 120-122.

(') Cfr. Helbig, Annali 1884, p. 119; Pigorini, Bull. XIII,
p. 81, nota 1.
 
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