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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Ricci, Serafino: Miscellanea epigrafica: Atene, Keos, Amorgos, Melos, Thera, Creta; con alcuni appunti in appendice relativi al museo Nani di Venezia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0168

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315

miscellanea epigrafica

316

minute intorno al museo Nani, e lo stesso Nani Mo-
cenigo finisce il suo lavoro con la speranza e l'augurio
che altri ne ritrovi le vestigia e le riponga nella luce
che loro spetta (op. cit. pag. 170-71). Fin dal tempo
del Furlanetto e del Cicogna (1847) affermavasi il
Museo « oggi tutto disperso » (Furlanetto, Ant. la-
pide patav. illustr., p. 144-45; p. 184; p. 316 e 346.—
Cicogna, Bibliogr. veneziana,^. 696 (')), e anche recen-
temente si confermò l'assoluta mancanza di notizie in
proposito (Loewy /. g. D. p. 8 n. 5 (1885): Roberts
Introd. to greek Epigr. I, p. 32, n. 7 (1887).

Se non che l'amico prof. Scrinzi di Venezia mi co-
municò nel settembre scorso oralmente d'aver rilevato
dal Furlanetto una nota indicante il nome di Legnaro
(provincia di Padova), dove presso il conte Pietro Busi-
nello, sarebbero andate a finire, secondo l'autore, alcune
delle lapide Naniane. Consultato il sopraccennato Fur-
lanetto, mi accorsi che in tutti i luoghi delle Correzioni
ed aggiunte, corrispondenti a quelli già notati del testo,
l'autore aveva aggiunto una nota dichiarativa e affer-
mato d'aver lui stesso controllati i marmi di cui di-
scorre a Legnaro, in casa del fu conte Pietro Bu-
sinelli (op. cit., pag. 528, 529, 533, 535). Confron-
tando poi questi dati con quel che aggiunge in nota
il Cicogna nella sua Bibliografia veneziana, rilevai
ch'egli non solo venne poi a conoscenza della cosa,
ma notò avere del museo Naniano un buon rimasuglio
di marmi iscritti e di statue comperalo anche l'ora
fu Pietro nob. Busi nello (sic), che andava unendo
un copioso museo in un suo luogo di campagna, poco
di lungi da Padova (2). In fine, poi, alla parte anti-
quaria (p. 788) ne nomina gli eredi, ed essendosi stam-
pato il suo libro, come quello del Furlanetto, nel 1847,
io ne dedussi che il sopracitato Businello fosse morto
nei primi mesi del 1847, come poi mi venne confer-
mato oralmente dal conte Pagani.

Egli aveva dunque comperato buona parte dei mo-
numenti e degli oggetti di antichità di provenienza
Nani, circa dal 1823 al 1846 e in questi diciott'anni
andarono le statue, i bassorilievi e le epigrafi emi-

(') Già fin dal 1840 il Cicogna scriveva codesta nota sul
frontispizio della Collezione Driuzzo « Prezioso perche ora
(1840) il Museo è disperso ».

(2) Ripetè poi la stessa nota col nome di Legnaro anche
nelle postille all'elenco dei suoi cod. mss., ora al Mus. Correr
(ved. Catalogo codici Cicogna, not. a n. 3397).

grando dalla gloriosa sede di Venezia all'oscura e ne-
gletta di un luogo di provincia. Nè qui tutti dovevano
rimanere a lungo, chè, morto il Businello, l'eredità fu
divisa fra le due figlie Businello, maritata Zuccate
l'una e Pagani l'altra, e, mentre la parte Zuccate fu
venduta (ed ora sto pazientemente seguendone le ve-
stigia), la parte Pagani rimaneva in famiglia suddivisa
fra Legnaro e Belluno, entrambi possessioni del fu
conte Marino, padre del vivente conte Giuseppe.

Dalle postille al ms. cit. del Cicogna n. 3397
rilevasi inoltre un altro particolare degno di nota, che
per poco tutte non fu venduto al Governo. Il Cicogna
così scrive « Questi oggetti erano offerti in vendita
al Governo per mezzo dell'Istituto (?) dal Proprie-
tario Marcantonio Busenello (se non erro) a. 1857-58,
ma nulla si fece e credo che sia tutto a Legnaro
nel luogo del fu conte Pietro Busenello ».

Queste indicazioni, che ricevetti dalla bocca stessa
del conte Pagani in una mia visita a Belluno, bastarono
per convincermi della necessità di recarmi anche a Le-
gnaro, dove già mi aveva preceduto il dott. Scrinzi, che
ricavò, come ho detto, un primo calco papiraceo dell'epi-
grafe di Ekphantos. Qnivi trovai il Catalogo Cattaneo,
già consultato al Correr, e con quello e con la Collezione
del Driuzzo potei identificare i vari oggetti, che non
è qui il luogo di enumerare. Le mie ricerche sono ar-
rivate fin qui, nè sono, come si vede, compiute, ma
volli anticiparle in occasione della pubblicazione della
colonna Naniana, come un primo contributo alla storia
del museo Naniano (che deve farsi, se storia non c'è),
ed alla illustrazione del Museo stesso, che occorre ri-
fare con criteri scientifici, in base a quanto del ce-
lebre Museo fu finora risparmiato dalle ingiurie del
tempo e degli uomini.

Rimane ora la parte più interessante e diretta-
mente utile delle ricerche, spettante l'identificazione
dei singoli monumenti che ancora sussistono e che,
per quanto mi consta, oltre che a Belluno e a Le-
gnaro, sono in parte minore, sparsi fra la Marciana,
il museo Corrèr, il Seminario Patriarcale, il Museo
Giustinian Recanati, il Museo di Pietroburgo ed altre
collezioni pubbliche e private di minor importanza e
sconosciute. 11 che darà materia ad altro più lungo
e più difficile lavoro.

Serafino Ricci.
 
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