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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0020

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GORTYNA — PYTHION

rimessi a luce dal D.r Halbherr gli avanzi di un
antico tempio, nei quali si rinvennero molte pietre
iscritte di epoche le più diverse e lontane, e pro-
priamente con questa distinzione che le iscrizioni
meno antiche, tutte esclusivamente di epoca ma-
cedonica o romana, si trovarono nel pronaos, le ar-
caiche si trovarono esclusivamente sui muri della
cella; queste ultime poi si trovarono tutte in-
complete e scomposte, essendo stati in antico
tempo quei blocchi di pietra adoperati a com-
porre quei muri insieme ad altri blocchi non iscritti
e senza alcun riguardo alle iscrizioni che porta-
vano scolpite.

Da una delle iscrizioni meno antiche esistenti nel
pronaos, che furono tutte pubblicate dall' Halbherr
insieme alla sua Relazione su quello scavo {Monu-
menti antichi pubbl. per cura della R. Accademia
de' Lincei, voi. I, parte la) risultò certamente esser
questo il tempio di Apollo Pythio o Pythion ; è
una iscrizione che l'Halbherr (p. 42) riferisce alla
fine del 3° o al principio del 2° sec. av. Cr., con-
tenente un trattato fra Gortyna e Knossos, nella
quale è detto fra le altre cose: aràaai zàv ò[io-
Xoyiav tav[rav y]Qaipaviavg i(StàX{av} XiOivav Toq-
tvv(ov[s fiè]v sfi JIvtioi (sic), Kvcùdiovg d èv rmi
JeXyiói'wi xrX. ; è questo dunque senza alcun dub-
bio queir antico tempio di Apollo Pythio che, se-
condo la notizia riferita da Stefano Byzanzio (s. v.
nétiiov), occupava il centro di G-ortyna e dava il
nome anche ad un quartiere, i cui abitanti chia-
mavansi Hvd-ieTg". IIvOiov. xò nàXca fisdairatov
rffi sv KQrjVì] rÓQtvvog. ol xatoixovvrsg ITvO-istg
xcà ol rò Ilvfriov olxovvvsc, sv oi 'ArróXXcorog Isqóv
san. Antonino Liberale (Metani. 25), riferendo la
favola delle figlie d'Orione, dice che infierendo la
peste in Beozia, le due sorelle mandarono messi
a consultare Apollo Gortynio, che dovett'essere
certamente un oracolo esistente in questo tempio
ora ritrovato.

Già da quel che abbiam detto circa le iscri-
zioni, come da altri fatti, si rileva chiaramente
che il tempio è di grande antichità ; ma non ogni

sua parte è egualmente antica; un minuto.ed at-
tento esame di quel che ne rimane ha messo il
D.r Halbherr in grado di definire con sicurezza la
sua forma primitiva, le aggiunte e le modificazioni
che vi si fecero in due epoche successive.

In origine il tempio era costituito da una semplice
cella o stanza quadrangolare, con muri composti
di blocchi di pietra riuniti senza cemento. Tutt' in-
torno esteriormente eranvi due gradini alla base,
che si conservano in gran parte tuttora. I blocchi
riquadrati di cui si componevano i muri erano di-
sposti in serie orizzontali di altezza maggiore e mi-
nore alternativamente, fino all'ultima serie infe-
riore costituente l'orthostate, formato di grandi
quadri o lastroni, due dei quali si ritrovarono tut-
tavia esistenti nel loro posto primitivo. A quale
altezza si elevassero questi muri, di cui quel che si
trovò non arriva a tre metri dal suolo, non si può
indovinare, come pure rimane ignoto qual maniera
di copertura avesse il tempio e come fosse illumi-
nato. In mezzo alla faccia orientale si apriva la
porta. AH' esterno i muri ben levigati si andarono
in corso di tempo coprendo d'iscrizioni che furono
scolpite in ogni parte delle quattro facce e fin sui
gradini. All'interno la superficie dei blocchi era
greggia e appena digrossatala presenza in molti di
questi blocchi, da quel lato, di alcuni buchi ove cer-
tamente dovettero essere infissi dei chiodi, fa pen-
sare che, come altri edifici di quegli antichi tempi,
questa cella fosse rivestita internamente di lastre
di bronzo.

Certamente d'eguale antichità è una specie di
piccolo pozzo a sezione tetragona che vedesi nel
suolo interno a destra della porta, con pareti for-
mate di blocchi di pietra non cementati e pavi-
mento simile. Non è facile definire il suo uso;
per acqua non potè servire; forse non ha torto
l'Halbherr pensando fosse destinato a contenere
oggetti preziosi o a ricevere la stipe sacra.

Contro l'uso generale questa cella era più larga
che lunga; eccone la pianta colle misure:
 
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