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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0100

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159

GOKTYNA — SECONDA EPOCA

160

Soddisfazioni pecuniarie per offese carnali.
Col. II, 1. 2-45.

riduce a poco più che una lista di prezzi. A giu-
dizio non si accenna che indirettamente e qui non
si parla punto della pur possibile reazione con
vie di fatto nqò òixag.

Abbiamo qui una serie di disposizioni concer-
nenti lo stupro violento e non violento e l'adul-
terio, che nel suo assieme è interessantissima pel
suo carattere primitivo e ancora elementare. Il
rapporto fra questa serie e quella che precede sta
in ciò, che anche qui trattasi di offese a persone
di cui altri sia in possesso o su di cui abbia po-
testà, ed inoltre anche qui trattasi di atti violenti.
Propriamente, solo una prima parte di queste di-
sposizioni pare si riferisca ad atti violenti, quella
che tratta dello stupro violento; ma nella mente
del legislatore la violenza è contemplata non tanto
e non solo negli atti stessi, quanto e principal-
mente nei loro possibili effetti, nelle naturali rea-
zioni a cui danno luogo, e, secondo l'idea di questi
antichi tempi, danno un diritto che la legge non
disconosce (ved. 1. 34 sgg.). Qui non c'è accenno
per fatti tali a possibile azione pubblica, come in
Atene in tempi più progrediti, ove potevasi con
una yQcxprj vfÌQsojg citare il violento stupratore di-
nanzi ai Thesmotheti e vederlo condannato anche
a morte ; poiché a crimine e a pubblica punizione
non si pensa ancora per fatti tali, la vis non cam-
bia la specie dell'atto, come p. es. nella lex Julia;
la vis è qui una $[}Qig come ogni altra, offensiva
di persona e di famiglia che per quella ha diritto
a reagire, a vendicarsi. Come nei tempi epici, an-
cora prossimi, anteriori alle leggi scritte, l'offen-
sore può placare il risentimento dell'offeso o ri-
scattarsi con cloni {ànoiva, /.loixàyQia), con o senza
intervento di giudice. Essendo ormai in uso la
moneta, questi doni sono qui rappresentati da una
somma di danaro ; il legislatore rispetta la con-
suetudine e il diritto che è ancora affatto privato,
e in offese private gravi e sanguinose come quelle
di cui si tratta interviene discretamente, quasi
timidamente, limitandosi a facilitare la composi-
zione e la pacificazione, stabilendo per legge l'am-
montare delle soddisfazioni pecuniarie da darsi per
vari casi.

Così avviene che questa serie di disposizioni si

1. 2-16. Si stabiliscono le soddisfazioni da darsi
per lo stupro violento di maschio o femmina, se-
condo la condizione dell'offeso.

Col. II, 3 oì'Trrji non è nuovo, ma di poco uso,
questo verbo o?$pra che ritroviamo qui usato in
senso di " usar carnalmente „.

1. 5, ànsTaCqm, di questa voce che ricorre anche più
sotto e si ritrova pure in qualche altra iscrizione
gortynia di questa epoca (n. 157) non avevamo
finora altro esempio che in un luogo di Theo-
pompo citato da Polluce (III, 58) con queste
parole: naiinóvì^oi óè ol OsoTTÓjinov tov avy-
yQacpt'mg ànoXixai, xaì àcpt'raiQoi, xaì à7T<x3-ip'aìoi.
È chiaro però che qui a Crortyna esprime una
condizione di persona e propriamente una va-
rietà dell' sXsv&sqoc, ma una varietà assai infe-
riore, giudicando dalla proporzione di 100 a 10
che è mantenuta pur in quel che segue sulla
Hoi%s(cc. Se anche in Atene àystaiQog poteva
valere quanto ànoXhrjg, ànad-rivuìog, a più forte
ragione un simil significato dovette avere qui in
Creta ove la cittadinanza era divisa in haigsìai,
ad una delle quali ogni cittadino era addetto
fin dalla nascita, come in Atene alle <pq<xtqìui,
talché l'essere sprovvisto di y gàrogeg era come
non essere Ateniese (Aristof. Ran. 419). Ed in-
vero qui àyiézaiQog, (composto come àndysXog,
ànó6QO(.iog) è certamente l'uomo non apparte-
nente ad alcuna hetaireia; è come uno che fosse
detto àcpQavag in Atene, un ànoXiàxag, un àno-
yoQivvtog ; non è l'uomo che non ha amici (àyi-
Xog), ma l'uomo che non ha sodales; cfr. II. IX, 63
'AcpQrjTWQ, à&s/niff-vog, àve'Grióg sGtiv sxsTvog'Og no-
Xé^iov sqatai smàrjfitov óxQiósvrog. Espressioni
puramente negative come queste sono di per
sè generiche e non permettono la traduzione
in una sola espressione positiva, come vana-
mente per questa si tentò di fare da me e
da altri pensando ai perieci, agli vnofieiovsg di
Sparta che erari liberi ma non avean parte
ai (jvtiGhiu, ecc. Evidentemente, se non si usa
la voce ì-evog, vuol dire che oltre agli stranieri
che si trovassero sul suolo gortynio, potevano
esservi e v'erano certamente anche altri che,
 
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