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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0112

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183

C40RTYNA

SECONDA EPOCA

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per la schiava queir ai xa vixa&rji, che dovrebbe
essere detto del suo nàaxug (ved. anche Z. p. 112,
che però espone idee diverse dalle nostre).

Col. IV, 1. 15, la presentazione dev'esser fatta
nella casa del marito, sotto il tetto domestico ;
se non ve ne sia, può esser fatta in un luogo
qualunque. Sul valore del domicilio o tetto do-
mestico per la condizione dei figli vedi la legge
a Col. VI, 57 - VII, 4.

Lei figli di schiave non maritate.
Col. IV, 1. 18-23.

Esaurito il soggetto, il legislatore, prima di
farsi a parlare della eredità pei figli, aggiunge
una disposizione che solo occasionalmente può
trovarsi in questo luogo. Poiché ha definito la
proprietà del figlio di schiava divorziata, ciò gli
suggerisce il problema; a chi apparterrà il figlio
di una schiava che non sia maritata? e risponde
subito qui, benché sia un poco fjco xov nqày^axog,
non trattandosi né di matrimonio cessante, né di
eredità, ma del semplice diritto di proprietà.

Secondo i Eomani non vi sarebbe problema; il
bambino apparterrebbe al padrone della schiava.
Qui, no; vige il principio che il figlio di schiavo
appartiene al padrone di suo padre, ma vige an-
che quello che pater est quem nuptiae demonstrant ;
il padre di un bambino illegittimo è legalmente
ignoto. Quindi il legislatore stabilisce che il bam-
bino della schiava non maritata appartenga al
padrone del padre di lei, chè così certamente va
inteso quel xù> naxqóg, come ben osserva anche Z.
(p. 114), L. e altri; infatti quella ipotesi al <f ó
jiarrjQ /i?) £órji, che sarebbe troppo remota pel
padre d'un bambino testé nato, non lo è pel pa-
dre della sua genitrice.

1. 29, àxa&strji, questo passivo àxdofiai (inf. àxrjdai
n. 152, V, 14), già noto nell'uso dei poeti an-
tichi nel senso di soffrir danno, ricorre sovente
usato in queste leggi nel senso di subir danno

giudiziario, esser colpito da una condanna a dare
o a pagare. "Ara è usato nel senso generico di
danno o detrimento, singolarmente riflettente
la proprietà {deminutio patrimonii) neh' espres-
sione al xC x àkX' drag che ricorre in più
luoghi (col. VI, 23, 43 ecc.) ; ma è pure spesso
usato in senso di multa o soddisfazione pecu-
niaria imposta dalla legge o da sentenza di giu-
dice; questo significato risulta già dall'antico
uso di questa voce nei poeti, presso i quali
indica il danno cagionato da colpe od errori
come nel Pindarico xóoy ó' tlev dxav vnéqonlov
(per la intercedente vfiQig) detto di Tantalo, ove
ara può addirittura tradursi pena o punizione.
Trovasi usato a Gortyna come pure ad Oaxos,
in quest' epoca anche in tal senso il più comune
£tyjui'a {duglia), poi prevalente anche a Creta
nelle iscrizioni posteriori, se con qualche va-
rietà nel significato, non possiam dire ; le forinole
che frequenti ricorrono in queste leggi antiche
unarov r^isr, /li] è'vóixov r^iev esprimono ciò
che in epigrafi doriche meno antiche suol es-
ser espresso con d^dtatov xuì àvvnóóixov fasr.
jtxifóai corrisponde quindi a ^r^uovaOui, dam-
nati o damnas esse, ma gli esempi forniti dalle
nostre epigrafi non accennano che a danno o
pena pecuniaria.

Divisione delle sostanze paterne e materne
fra i figli.

Col. IV, 1. 23 - V, 1. 9.

Premesso che il procedere alla divisione non
sia obbligatorio pel padre né per la madre finché
vivano, ma possano in qualche caso dare a uno
dei figli la sua parte secondo le norme qui scritte,
viene a stabilire il legislatore quali delle sostanze
vadano esclusivamente ai maschi, quali vadan
divise fra essi e le femmine nella proporzione di
una parte alla femmine, due ai maschi. Che tale
fosse a Creta la proporzione fra maschi e fem-
mine sapevamo già da Eforo presso Strabone;
p. 483: (fSQvrj ef' stixìv, àv dàsXifol &<Ji, xò f^uov
xfjg xov àdslyov fisqióog. Che le figlie vengano chia-
mate coi fratelli all'eredità è, per quanto fin qui
sappiamo, un fatto nuovo nel diritto greco.

Si aggiunge poi qualche disposizione per le figlie
andate a marito.
 
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