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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0144

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245

GOETYNA

SECONDA EPOCA

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utilizzata dal mulino e che viene a congiungersi
coli' emissario precisamente nel luogo ove la linea
del muro entra sotto il letto delle acque. Tali
circostanze rendevano assai difficile il lavoro di
scavo : una demolizione parziale dell'argine avrebbe
potuto produrre dei franamenti su larga scala dif-
ficilmente riparabili e la distruzione di una parte
del canale stesso. „

Certamente questo muro rettilineo di ignota
destinazione fu costruito quando lo fu pure il
muro circolare di cui qual fosse la prima desti-
nazione neppur sappiamo. I blocchi iscritti, come
altri che servirono alla sua composizione, de-
vono provenire da quello stesso edifizio o corpo
di edifizi da cui provengono quelli della Grande
Iscrizione, come pure dallo stesso devono prove-
nire tutti gli altri frammenti minori sparsi per
quel muro circolare ove la Grande Iscrizione tro-
vasi incastrata, e che appresso daremo. Quelle
pietre furono usate per quelle costruzioni senza
alcun riguardo alle epigrafi che portavano, pro-
babilmente perchè gli antichi muri a cui appar-
tenevano trovavansi in quelle parti rovinati e
scompaginati tanto che non fosse più possibile
ricomporre quelle epigrafi, come si potè e voile
fare per la Grande Iscrizione, la quale conser-

vavasi tutta intera su di un muro non così rovi-
nato, e tale per amore e rispetto delle memorie
antiche amarono mantenerla nel trasportare quei
blocchi altrove impiegandoli per la costruzione
di nuovi muri.

In tutti e tre questi testi, come anche in ta-
luni dei minori frammenti sparsi pel muro cir-
colare, vediamo usato il segno H (r,) che rimane
affatto estraneo alla Grande Iscrizione e ad altre
epigrafi di questa stessa epoca, benché l'alfabeto
e la maniera della scrittura sia sotto ogni altro
rapporto eguale. Parve a prima giunta già a me
e ad altri che l'apparire di questo segno fosse
prova d'inferiore età, ma le iscrizioni del Pythion
ov'è usato B (ry) e lo studio della Grande Iscri-
zione in rapporto con queste altre epigrafi, mi
han poi condotto a diversa conclusione, come
vedremo a suo luogo.

I tre testi, già nella edizione che ne demmo
distinti da noi coi titoli Testo A, Testo B, Testo C,
diamo qui distinti coi numeri d'ordine, 152, 153,
154, accompagnando ciascuno col relativo disegno,
(nelle solite proporzioni di ^ dell' originale), che è
quello stesso già da noi pubblicato nella edizione
summenzionata, e cogli appunti dell'Halbherr.

152.

Quanto rimane di questo testo, che può pur
chiamarsi un'altra Grande Iscrizione, è costituito
dai residui di sette colonne di scrittura segnati in
tre blocchi che si succedono da destra a sinistra
neh' ordine loro primitivo, con questo però che fra
il secondo e il terzo vennero frapposti due blocchi,
uno de' quali iscritto, capovolto, affatto estraneo ;
così risulta divisa in due parti disuguali la col. VI;
la. parte maggiore è vergata sul blocco successivo
ai due intercalati, ma l'estremità destra delle righe
trovasi sul blocco antecedente. Nel disegno che
diamo riprodotto nella tavola annessa presentiamo
i tre blocchi rimessi nella loro continuità primitiva.

Quella delle colonne di questo testo incompleto
che noi chiamiamo prima, non era tale nel testo
completo ; tracce di una colonna antecedente sono
tuttora visibili. Neppur quella che per noi è ul-
tima e colla sua estremità sinistra arriva presso al
margine sinistro del blocco che la contiene parmi
fosse ultima nel testo completo. Certo, la frase
rimane interrotta nell'ultima riga, e questa a mio
credere è pur l'ultima di quella colonna; poiché, se
guardiamo alle ultime linee di tutti questi fram-
menti di colonna, confrontandoli colle ultime linee
delle colonne nella Grande Iscrizione, qualche affi-
nità troviamo nel veder lasciato talvolta nell'ultima
 
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