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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0145
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247

tìOETYNA

SECONDA EPOCA

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linea uno spazio vuoto in fine, senza che ciò sia
spiegato da una divisione del testo (ved. p. es.
gr. iscriz. col. VII, Vili e qui col. II, V). Inoltre
nella col. III l'ultima riga è un po' più lunga e
ha le ultime lettere un po' più pigiate assieme,
probabilmente perchè ivi si chiude una parte del
testo e non si volle per poche lettere portare la
chiusa in cima alla colonna seguente. Come fosse
costruito il muro a cui questi blocchi appartene-
vano non possiam dire sicuramente, ma se tutti
questi blocchi del Muro Settentrionale provengono
da esso dovrem dire che era costruito come quello
della Grande Iscrizione, cioè di strati di blocchi al-
ternativamente più alti e meno alti. Se è vero
adunque quel che sopra ho supposto, conviene
pensare che l'ultimo strato di quest'altro muro
fosse costituito da blocchi più alti, e non da più
bassi come in quello, oppure che la fine delle co-
lonne fosse a qualche maggior distanza dal suolo
che nella Grande Iscrizione, e quindi lo strato più
basso ed ultimo non fosse iscritto ; poiché questi
blocchi corrispondono a quelli della maggior di-
mensione nella Grande Iscrizione.

Comunque si voglia pensare di queste conget-
ture per le quali non possiamo offrire più gagliardi
argomenti, è cosa certa che il testo a cui appar-
tennero questi residui dovett'essere di conside-
revole estensione. La esistenza di otto colonne
continue di scrittura è accertata da quel che ci sta
dinanzi ed è fuor di dubbio che il testo completo
dovett'essere costituito da più che otto colonne,
benché non possiamo da nulla arguire di quanto
questo numero fosse superato. Quantunque le co-
lonne siano di circa un terzo meno larghe di quelle
della Grande Iscrizione, niente porta a credere che

la loro altezza dovesse essere gran fatto minore.
È presumibile che un testo così esteso non fosse
diviso in brevi colonne, ma queste avessero, come
nella Grande Iscrizione, quelle proporzioni che l'uso
prattico richiedeva per essere comodamente lette
da cima a fondo da un uomo in piedi. Le righe
superstiti sono qui dalle 17 alle 19; le colonne
della Grande Iscrizione hanno dalle 53 alle 55 ri-
ghe ciascuna. Posto che queste avessero un nu-
mero di righe presso a poco come quelle, ne po-
tremmo arguire che circa due terzi di ciascuna
colonna oggi manchino. Una sufficiente conferma
di tal supposizione si ha dalla lettura e dallo stu-
dio di quel che rimane; se ne desume chiaramente
che senza dubbio considerevole e non di poche
righe è la mancanza fra il residuo di ciascuna co-
lonna e quello della successiva. Chi supponesse
che questi residui appartengano ad una iscrizione
non minore deh'altra trovata quasi intiera, non
potrebbe essere accusato di troppo esagerare.

Le prime due colonne furono, come sopra ac-
cennai, già trovate dall'Halbherr nel primo sca-
vo (1884) quando fu scoperta la Grande Iscrizione
e furon pubblicate prima da me in calce a questa,
Mus. Udì. I, p. 277, sg. poi dal D.r H. Lewy Altes
Stadtrecht von Gortyn, Berlin 1885, p. 26 sg., dai
fratelli Baunack Die Inschrifù von Gortyn, Leip-
zig 1855, p. 166, da Buecheler e Zitelmann in
Rheinisches Mus. XLI (1886) p. 118 sgg. e a quel
eh' essi ne dissero aggiunse qualcosa F. Blass nello
stesso volume p. 313. Il disegno di queste due
colonne, rifatto dall'Halbherr dietro revisione del-
l'originale nel secondo scavo corregge in alcun
luogo il primo che"noi avevam pubblicato.
 
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