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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0188

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333

GORTYNA

CONCLUSIONI

334

molti credono d'origine non fenicia; uno stesso
segno vale per n e per 9, uno stesso per x e
per x e i suoni doPPÌ ? e V sono rappresentati
colle due corrispondenti lettere xg, ng.

Intieramente nuovo è il segno °ì = p che tro-
viamo usato nella massima parte di queste epigrafi
con varianti di poco momento, le quali general-
mente consistono in un maggiore 0 minore svi-
luppo della spirale ; questa in alcuni casi è appena
incipiente e la lettera apparisce assai prossima
al. È noto che in vari paesi greci, quali Corinto,
Melos, Paros e altri, si trovano anticamente ado-
perati per questa consonante segni speciali, di-
versi da quello che divenne d'uso comune; a niuno
di tali segni si può ravvicinare questo che tro-
viamo a Gortyna, il quale fra tutti i segni greci
a noi noti per quel suono, è quello che più si
accosta al corrispondente segno fenicio. La mo-
dificazione di quel carattere fenicio però che qui
si osserva non può essere attribuita a semplice
degenerazione; essa è evidentemente intenzionale.
Probabilmente è dovuta al bisogno di distinguere
fra il bèta e il rho, poiché invero vediamo nei
monumenti fenici che il beth e il resch si acco-
stano talmente da poter essere confusi. Allo stesso
bisogno è dovuta la modificazione 3 che è prat-
ticamente migliore e quindi prevalse. La forma
gortynia mentre non si allontana troppo dal pro-
totipo fenicio, viene nella modificazione di questo
ad accostarsi a quello del 1, di cui in fondo non
è che uno sviluppo; e ciò va notato, in conside-
razione dell'affinità organica dei due suoni. Non
tutte le iscrizioni di questo gruppo presentano
questo segno. Nei n. 139 e 19 ritroviamo già il
segno comune 9, quantunque in altro concordino
col resto.

Il 5T è qui generalmente rappresentato da 1 Vi
sono delle varietà che consistono neh' essere mag-
giore 0 minore, più in alto 0 meno in alto la cur-
vatura, tanto che alcuna volta si ritrova, come
p. es. nel n. 1, la forma D che è la forma co-
mune a Gortyna nelle iscrizioni del periodo po-
steriore. Ciò non implica una differenza di età,
poiché nello stesso testo (p. es. n. 12) troviamo
1 e 3. Si vede che si è arrivati alla comun
forma 3 da un prototipo 1 che è dominante in

questo gruppo ed è la forma originaria del segno
fenicio. Si ritrova nelle iscrizioni di Thera.

Il f è rappresentato dal segno 1 con varietà
che vanno fino al comune "3. Dominante è la
forma 1 col tratto interno obliquo (tal rara volta,
n. 84, orizzontale) collocato più in alto 0 più in
basso. Si possono in tali varietà seguire le fasi
per le quali da °\ si arriva al comune ^ 0 1.
La curvatura diventa angolo ottuso col segno
interno nell'apice ì (p. es. n. 12 che però ha an-
che ^); diventa angolo retto 0 quasi (p. es. n. 17
e 23) col segno interno pur neh' apice 1 ; ed an-
che acuto diviene l'angolo, e il segno interno si
scosta dall'apice fissandosi lungo l'asta, <\ (ved.
p. es. n. 18 che offre più d'una gradazione).
I framm. n. 32, 33, 35, 38 (certamente di una
stessa iscrizione) danno un saggio della forma per-
fetta e divenuta ordinaria in quest'ultimo stadio,
che è quella (0 1) definitivamente e unicamente
usata nella Grande Iscrizione e in tutte le altre
della seconda epoca. Nelle epigrafi greche fin qui
conosciute altro riscontro non trova la forma ^
che a Thera in un solo esempio (Inscr. gr. anti-
quiss. n. 458), nel quale troviamo una forma pros-
sima a quella che si osserva nel nostro n. 84.
Tutto ciò ci illumina sulla origine del segno greco 1
il quale, poiché ora lo vediamo procedere da una
forma antica 1, mal si può far derivare dal vav
fenicio, malgrado il suo posto nell'alfabeto greco
ed il suo nome. Il vav fenicio ha dato Y, chè
tale è la forma di questa lettera dominante qui
come nelle più antiche epigrafi di Thera. Il f
greco procede dal pe 0 phe fenicio, il quale dà
1 = 71, (p, e coli' aggiunta di un tratto interno si
distingue come vav arrivando dalla forma 1 alla
definitiva 1 che tornerà al valore di f presso i
Eomani. L'affinità organica dei suoni n, <p, f, f
spiega sufficientemente questa derivazione e pas-
saggio dei segni. — Dal vav fenicio, coli' aggiunta
di un tratto per distinguerlo dall' Y, si può in-
vece far derivare il V\ che troveremo ad Oaxos
e ad Eleutherna; il quale però non ebbe seguito e
finì anche in quei paesi collo sparire dinanzi alla
prevalente forma

Va pur notato il fatto ortografico, che in que-
st' epoca più antica i dittonghi av, sv vengono
 
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