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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0189

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335

(iOKTYNA

CONCLUSIONI

336

comunemente rappresentati con af, ef od anche
a/v, e/v fatto di cui si hanno pure esempi nelle
iscrizioni arcaiche di altre città cretesi e non cre-
tesi; quest'uso è poi corretto e moderato nella
seconda epoca.

Il segno del x si distingue qui pei tratti ri-
curvi per lo più uniti, H, ma in più casi sepa-
rati, M, più o meno. V'è in questo assai varietà,
nella lunghezza dei tratti stessi e nella maggiore

0 minore curvatura, talvolta molto pronunziata,
talvolta appena sensibile. In alcuni frammenti la
curvatura sparisce affatto ed abbiamo la solita
forma a tratti retti più o men lunghi, uniti o
discosti. Così il n. 24 ha sempre tratti retti » ;
nei n. 30, 31 sgg., pur d'uno stesso carattere,
l'uso dei tratti retti e curvi è promiscuo, come
in altri frammenti; prevalgono però i curvi. Si
vede chiaramente che il tipo originario è a tratti
curvi riuniti. Il motivo di questa curvatura si
trova in una varietà del corrispondente segno
fenicio che è rappresentata nelle iscrizioni fenicie
di Abu Simbel, dei mercenari di Psammetico. Ivi

1 due tratti ad angolo sono riuniti all'asta per
una linea fra l'apice dell'angolo e questa; si ha
cioè >-| da cui s'intende come possano nascere
due curve divergenti. I tratti curvi nel x si os-
servano anche in iscrizioni di Thera; ma ivi la
curvatura è in senso opposto ; invece di aprirsi
nel senso della divergenza, piegano a rincontrarsi.
L'origine del fatto è diversa da quella del nostro ;
i due tratti si fondono in un solo che diventa una
specie di semicerchio D e si applica all'asta d|.
È lo stesso processo per cui in più luoghi il r
o < (y) diviene c.

Oltre a questa diversità nella forma di taluni
segni alfabetici, notiamo qui la presenza di alcuni
segni che nelle iscrizioni della seconda epoca tro-
viamo affatto aboliti.

Qui è generalmente usato il koppa, che mai
non ricorre nella seconda epoca, come neppure
mai si ritrova in alcuna iscrizione fin qui cono-
sciuta d'altra città cretese, eccetto una di Lyttos.
Tiene costantemente il posto del x, anche con
valore di dinanzi all'o. La sua forma è <p
come si trova a Thera ed a Flinute e nei più an-
tichi monumenti fenici.

È costantemente in tutte queste iscrizioni usato
b, come anche a Thera, ma sempre con valore
di t], non mai di aspirazione come colà. Lo stesso
segno troveremo in uso collo stesso valore, ad
Oaxos, a Knossos, a Lyttos. Esso sparisce af-
fatto nelle iscrizioni della seconda epoca delle
quali talune, come la Grande, non distinguono af-
fatto fra s ed rj ed hanno sempre e, altre distin-
guono Y rj con la forma aperta h.

Finalmente qui, come a Lyttos, ad Oaxos e
ad Eleutherna, troviamo in pieno uso il I, f
che vediamo affatto abolito nella seconda epoca,
ove quel suono è costantemente rappresentato
da S semplice o doppio. Esso tiene qui, alcuna
volta, il posto del <sa (cfr. n. 16, 20, 30, 32); al-
tra volta come par certo, di x dinanzi a jj (da «),
ved. n. 17, 77-78. Anche rappresenta il doppio a
in qualche caso in cui questo divien poi tt vedi
n. 12, 19, 37. In questi fatti c'è qualche cosa di
più da studiare che la semplice questione del se-
gno. La riforma dell'alfabeto che intercede fra
questi frammenti e la Grande Iscrizione non è
certamente dovuta a sensibili cambiamenti che
avessero avuto luogo nell'intervallo nei suoni del
linguaggio ; ma la vicenda che le iscrizioni ora ci
rivelano nel rappresentare alcun suono, come ac-
cade per questo segno I, ci aiuta a definire la
natura di questo e serve anche alla etimologia.
Sarebbe da desiderare che i frammenti ove ri-
corre I fossero più numerosi e più ricchi di scrit-
tura leggibile.

Un altro segno universalmente usato in tutte
queste iscrizioni e soppresso affatto nelle poste-
riori è il segno di divisione | fra parole. Lo ab-
biamo trovato anche ad Oaxos, a Knossos, a
Lyttos. Trovasi anche a Thera ; come trovasi an-
che in altri paesi greci. È duopo rammentare non
esser tal uso d'origine greca, ma fenicia, poiché
si ritrova già nella più antica iscrizione fenicia co-
nosciuta, la stela di Mésa. Abolito come segno di di-
visione, lo troveremo impiegato per alcun tempo ad
Oaxos come fi ; lo vediamo usato presso gì'Italo-
Achei come y ; ma universalmente prevalse il suo
uso come jota sostituendosi alla primitiva forma
*, 2 anche a Gortyna già negli ultimi tempi della
seconda epoca, come vediamo nelle monete.
 
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