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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0193

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CIOETYNA — CONCLUSIONI

344

Nessuna delle iscrizioni non arcaiche cretesi
fin qui conosciute presenta l'uso bustrofedico nè
l'assenza di segno per V co che distinguono queste
Raffronto però si trova nelle leggende di molte
monete cretesi generalmente riferite alla prima
metà del IV secolo, nelle quali si osservano an-
che alcune varietà e momenti diversi di questo
periodo di transizione dall'uso locale all'uso co-
mune. Si vede contaminato l'antico alfabeto e il
nuovo usando p. es. M = c e I — / ; si vede
usato l'alfabeto nuovo con it e senza « e con
scrittura retrograda, come qui; si vede finalmente
e spesso la scrittura non più retrograda, ma non
ancora usato l'w, il che mostra l'uscir d'uso del
bustrofedismo già prima che si adottasse l'uso
dell' w o il completo alfabeto e uso jonico così
pei segni come per la direzione della scrittura.

LA LEGISLAZIONE
Prima epoca.

Benché i numerosi ma brevi e sconnessi fram-
menti di quest'epoca non offrano tanto da poter
definire con precisione lo special soggetto di tutti,
pur tanto vi si legge da poter con sicurezza af-
fermare che tutti fan parte di atti dello stato,
leggi o decreti.

Essi son parti di un numero non grande d'iscri-
zioni che segnate come sono in caratteri più o
meno grandi, ed anche grandissimi, occupavano
molto spazio su quei muri, ma ridotte ad un mo-
dulo di scrittura più piccola e serrata, come quella
p. es. della 2a epoca, non apparirebbero probabil-
mente molto estesi. A corpi di leggi non si può
certamente pensare qui ; sono singole leggi ema-
nate in diverso tempo su soggetti circoscritti e
diversi, non per altro raccolte e riunite che per
le quattro facce dei muri del tempio sulle quali
tutte si andavano disordinatamente segnando, e
anche curiosamente affastellando come vediamo
nel n. 18.

Si arriva nel complesso di tutti i frammenti a
distinguere titoli varii di diritto pubblico, sacro,
privato.

A soggetto di diritto pubblico, concernente le
magistrature pare si riferisca la legge di cui son
parte i framm. 51-57. Ivi si parla di un 9ócr/.iog
ò smatài; e di multe da pagarsi, forse da questi
magistrati, non sappiamo per quali mancanze; vi
si parla di óéxa yvw^iovsg, funzionari pubblici di
cui l'esistenza era fin qui affatto ignota (diversi
probabilmente dagli èmyvm^isvog che troviamo ri-
cordati a Lampsaco e altrove) ; si stabilisce inol-
tre che una stessa persona non possa esercitare
il kosmato per più di un certo numero di anni
(. . . . v fsxéiùv tòv àfxòv firj 9oafiév) il che è
notevole, poiché nei tempi posteriori e già nella
seconda epoca, come rileviamo dalla Grande Iscri-
zione e da altre, il kosmato è annuo; a quanto
pare non lo era in questo più antico tempo, o
almeno una stessa persona poteva esser confer-
mata in quell'ufficio per anni successivi di cui
la legge limitava il numero.

Ai sacra, laqà o -d-lva pubblici si riferiscono i
framm. 7-10, nei quali si definiscono le &vaìcu per
varie divinità in feste solenni, sia che queste fos-
sero allora istituite, sia che per prima volta fos-
sero ufficialmente descritte quali furono compiute
{la\Qtt rsTsXriixéva) perchè ciò servisse di norma
stabile per l'avvenire. È noto che le d-vaiai speciali
per ciascuna divinità sono soggetto di epigrafi
molto antiche di più d'un paese greco. Ad antiche
leggi gortynie di tal soggetto si riferisce un fram-
mento epigrafico dei meno antichi della gortynia
Lebena ove troviamo detto : . . . dnrj ol AefìrjvaCoi
eri xaì vvv S-vo{vti xa\ròg ào^aiog vófiog, 'A%sXibiioi
(lèv x°ÌQOv, Nvvcfcag óì tQicfov xrl. (Halbherr, Iscriz.
Cretesi in Mus. ital. Ili, p. 728, n. 179). La so-
lennità religiosa che vediamo nominata in questi
frammenti è in onore di Zeus FsXxàvoc (toì[c]
fsixavCtoig]) che conoscevamo già solamente da
Hesychio: rsl^àvoc' ó Zsvq naQà KQìjiriv e da qual-
che moneta della prossima Phaistos, portante la
scritta ?ONAXA33.')

') Vediamo ora l'alta antichità a cui risale questo culto
cretese, di provenienza certamente non greca ma, come
ben osserva Welcker (Or. Gòtterlehre II, 245) della Creta
pregreca. L'apparenza del nome Velchan (grecizzato in
Velchanos) che trova raffronto in nomi propri etruschi
(Velchas, Velchan dat. Velchanv) fa pensare ad una ori-
gino tirrena.
 
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