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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0204
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365

GORTYNA — CONCLUSIONI

366

epoca. È presumibile che come nell'Attica, come
a Corinto, a Corcyra, e in più altri paesi greci,
nei primi tempi s'introducesse in uso una mo-
neta di valore diverso da quella che prevalse più
tardi e fu prescelta pure per la coniazione locale.
Abbiam veduto che fra la prima e la seconda
epoca intercede un vero e proprio cambiamento
di sistema e di unità di valore, come in Atene.
A Creta dovette però avvenire l'inverso di ciò
che accadde colà. La riforma soloniana sostituiva
una dramma più leggera alla dramma più grave
che (come pare, non di conio ateniense) era prima
in corso, e dalle notizie che abbiamo circa il rap-
porto fra la nuova e la vecchia rileviamo che que-
st'ultima era di sistema eginetico, mentre la
nuova soloniana era dell'euboico. A Creta invece
entrò dapprima in uso la moneta di sistema eu-
boico più leggera e di scala minore, avente per
unità la dramma, che pare fosse il valore ordi-
nario di un lebete, e quindi alla dramma di quel
valore fu applicato il nome di lebete che poi le
rimase. Adottata poi nelle riforme della seconda
epoca la moneta eginetica che tanto a quel tempo
si diffondeva, come mostrano i trovamenti di
Thera e di Melos (Borell, in Numismatic diro-
nicle p. 134) le denominazioni di questa, stateri,
dramme, oboli furono pure usate nelle leggi. La
dramma leggera però rimaneva sempre ben nota
a Creta pei rapporti coi paesi in cui, come nel-
l'Attica, e in altri coniavasi moneta di quel sistema.
Vediamo che già presso i Locresi Epizefirii, prima
assai del tempo a cui risale la moneta conosciuta di
quel paese, il codice di Zaleuco (620 av. Cr.) distin-
gueva Xemàg xaì 7Ta%siag ÓQa%[iàc (Hesych. s. v.
nu%£irj ÓQa%iifj) ed anche in Atene si distingueva
coli'epiteto neccia la dramma eginetica (Poli.
IX, 76) a distinzione dall'ateniese che era Xmrr].
A Creta, adottata la moneta di sistema egine-
tico, il nome daqxfià o Sugava fu esclusivamente
usato per la dramma na%sla di quel sistema,
ossia la dramma propriamente cretese, e la Itmi]
rimase distinta col vecchio nome di faprjg. Così
spieghiamo come a Knossos si trovi in antico
tempo, ossia nella seconda epoca, usato 6aQ%(ià,
ma poi trovisi usato pur ivi Xéfirjg che è pur
dramma, ma dramma ksTiz/j. Nelle leggi della se-

conda e della terza epoca, questa moneta estra-
nea al sistema monetario proprio dell'isola non
è mai ricordata. È ricordata invece nella iscri-
zione di Knossos che contiene pure disposizioni
di leggi, ma non antiche, bensì di un tempo in
cui già la moneta attica o in generale la dramma
minore si è associata anche ufficialmente alla
vecchia moneta cretese ; la quale va ormai pur essa
degradandosi tanto che dopo Alessandro vediamo
il sistema attico sostituirsi in Creta al vecchio
eginetico, finché verso la fine di quel secolo ri-
comincia la coniazione secondo il sistema pa-
trio, dapprima in parecchie città cretesi coli'im-
pronta dei nuovi tetradrammi attici, poi colla
propria locale (Head, Hist. num. p. 383 sg., 390).
L'iscrizione di Knossos adunque (e i suoi caratteri
permettono di crederlo) sarebbe dei tempi in cui
avea corso la nuova valuta monetaria di piede
attico. Che lo spezzare le corna di un bue fosse
tassato a cinque dramme nuove o Xsmai o at-
tiche fa argomentare del prezzo che dovette avere
il corno, molto adoperato nell'antica industria (cfr.
Blùmner, Technol. u. Termin. ecc. II, p. 358 sgg.)
ed anche del prezzo elevato di quegli animali
a quel tempo a Creta; il quale che fosse infatti
assai elevato si rileva pure dal vedere che in
quella stessa iscrizione il valore del lavoro di un
bue è valutato a tre oboli al giorno; ed infatti
anche in Atene nel quarto secolo il prezzo di un
bue si elevava alle 50 e fino alle 100 dramme
(Boeckh, Staatshaush. I, p. 105).

Quanto al tripode, poiché rappresenta un va-
lore più grande del lebete, dovremo credere che
potesse applicarsi quel nome ad un'antica mo-
neta di valor multiplo della dramma euboica, te-
tradrammo o altro. Ma poiché di tripode non si
parla che nelle iscrizioni della più antica epoca
e solo in numero di mio, e in una iscrizione in
cui trattasi di noivà e quindi presumibilmente di
ànoiva, forse per omicidio (noivr], xvQtwg ini (fóvù)
Ariston. ad II. V, 266, rj vnèq (póvov £ijfxi'a xcd
àvxéxnaig xaì TifimQia Et. M. 679, 1), è piuttosto
credibile che in quel frammento si tratti di un
tripode vero e proprio.

Che nelle antiche leggi cretesi si prescegliesse
per la enunciazione dei valori i lebeti e i tripodi
 
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