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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0211

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379

GORTYNA — CONCLUSIONI

epoca e il tempo in cui fu costruito il muro cir-
colare, il che non pare avvenisse anteriormente
al primo secolo av. Cr., come si rileva dalle note
numerali che distinguono i hlocchi della Grande
Iscrizione in quello trasportati (ved. p. 100 sg.).
In questo lungo intervallo grandi mutazioni av-
vennero a Creta, e a Gortyna singolarmente. Col-
l'introdursi dell'alfabeto jonico si apre un'eia
d'influsso straniero che si riverbera pure nel lin-
guaggio, non più puro cretese come nelle iscrizioni
delle prime epoche, ma contaminato con elementi
ili linguaggio comune, fatto che si mostra già
molto avanzato anche nelle meno recenti fra le
iscrizioni di questi tempi, quale quella di Dreros
p. es. malgrado il vanto di antichità che mena
tuttavia questo piccolo e per noi oscuro paese
{rag Jq^qiwv %(aQcci ràq, ùq%aCug). Già nella prima
metà del IV secolo Eforo avvertiva, come fra le
continue agitazioni guerresche dell'isola, le vec-
chie istituzioni cretesi fossersi andate logorando e
spegnendo a Knossos e altrove, conservandosi in
parte a Gortyna a Lyttos e in talune piccole città
(TToXi'xna) ; presto devono poi aver subito la stessa
sorte anche a Gortyna agitata più che mai e tor-
mentata da guerre con sempre crescente inter-
vento straniero. Senza dubbio, dopo l'introduzione
dell' alfabeto jonico, ossia dal principio della terza
epoca in poi, se non tutte le antiche leggi, certo
tutti gli antichi testi di queste vergati nel vec-
chio alfabeto, devono essere usciti d'uso, tanto
più quando col formarsi di alleanze o gruppi fe-
derali troviamo introdursi un xoivoóCxmov (cfr.
Hoeck, Kreta III, 470 sg.). Quegli antichi e solidi
muri a grandi blocchi senza cemento, sui quali
si trovavano scolpiti, andarono disfatti, e le pie-
tre servirono poi alla composizione del muro cir-
colare e del settentrionale e certamente d'altri,
poiché a giudicar dai frammenti, considerevole
assai è il numero mancante di pietre iscritte che
pur dovevano esservi. Che quelle demolizioni fos-
sero volontarie, non pare da credere; la stessa
cura con cui si ricompose la Grande Iscrizione
nel trasportare quei blocchi, si sarebbe usata per
altri antichi testi simili, se fosse stato possibile.

Erano certamente quegli edifici allora in rovina,
e non per la edacità del tempo o per violenze
di natura, ma probabilmente, crediamo noi, per
violenza umana. In quei tempi in cui le epigrafi
ci mostrano tanti trattati di amicizia e alleanza
fra città cretesi, le guerre fra le città dell'isola
giunsero ad un parossismo di ferocia selvaggia
per cui udiamo di città intiere quali Lyttos, Mi-
latos, Phaestos e altre, prima o poi, incendiate,
demolite e distrutte affatto. Gortyna provò allora
il bisogno di una cinta di mura a sua difesa,
che Tolomeo Filometore (222-225) fece costruire
in parte, ma rimase incompleta (Strab. X, 4, 11).
Scoppiò, poco dopo, la guerra per Lyttos, di cui
ci dà notizia Polibio (IV, 53-55), la quale agitò
e divise in fazioni tutta l'isola, e Gortyna molto
ne sofferse; i più anziani che parteggiavano per
Knossos ritiratisi sull' acropoli combatterono e vin-
sero i più giovani che parteggiavano per Lyttos,
altri ne esiliarono, altri trucidarono, e la città die-
dero in mano ai Knossii e agli Etoli, che eran con
questi; i giovani gortynii esuli impadronitisi del
porto di Gortyna e del porto pure di Phaestos,
facean guerra alla città patria tenuta dai Knossii ;
e come finisse non sappiamo. Lyttos fini distrutta
nel 220 nel modo che Polibio descrive; Gortyna
deve esserne uscita assai vulnerata. Più tardi (164)
vediamo Gortyna unita con Knossos contro Rhau-
kos ; ma verso la fine di quel secolo troviamo
nuovamente Gortyna in guerra con Knossos e
vinta dai Knossii guidati da Dorylao (Strab.
X, 477).

È probabile che l'edifizio pubblico dell'agora
sul quale trovavansi scolpite queste antiche leggi,
ormai divenute lettera morta, andasse disfatto o
rovinato in gran parte come pure altre costru-
zioni (da cui forse proviene il pilastro a guisa
di erma, del quale a p. 88), in quelle guerre, in quei
trambusti o in altri di cui non abbiamo notizia,
e così rimanesse finché i ruderi furon tolti via af-
fatto, impiegando le pietre ad altre nuove costru-
zioni, sia neh1' agora stessa, sia in altra località da
quella non molto discosta, quali eran queste ora
ritrovate, ridotte poi a teatro in tempi romani.
 
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