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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Oaxos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0228

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413

OAXOS

414

Sulle antiche monete di Lyttos troviamo tanto *
quanto 8. Un fatto singolare di questa epigrafe
è che 3 è sempre volto a sinistra e non si trova
mai S qualunque sia la direzione della riga. Lo
stesso fatto troveremo nella iscrizione n. 192,
ove però abbiamo

Il Bar. rappresenta un po' a modo suo le lettere
aggiungendo anche a volte apici affatto estranei ai
caratteri di questo periodo. L' « da lui è segnata
costantemente A, ma il disegno di Spr. mostra che
qui si avevano tutte le varietà fra A ed A che
troviamo nelle iscrizioni antecedenti. — La forma
del X pare certamente fosse r come si trova anche
nel n. 192. Accidentalmente manca ogni esem-
pio di X. Certamente dovette essere anche qui
p = n> (f): K = x,x- È assai probabile che a lin. 3
s'abbia a leggere 7is{q)u>vtui = ysoanTai e a lin. 8

noQTmm'év valga noQTKpmvtv e a lin. 7 xqCaog —
XQtvvg. Anche manca ogni esempio di xg e ne, ac-
cidentalmente, ma non mi pare si possa dubitare
che si continuasse qui per questi suoni doppi l'uso
stesso che troviamo nelle epigrafi antecedenti.

Eiassumendo, qui abbiamo una variante del-
l'alfabeto di Oaxos sopra descritto, certamente
posteriore a quello e che nelle sue forme fonda-
mentali ci offre:

A
B
A
A
E
K

H

»

O
2
K

r
i

N

O

P

P

M

T

V

La lezione è chiara e sicura per una gran parte
dell'epigrafe, rimane però incerta in più d'un luogo.
Dietro l'ispezione della copia di Bar. e lo studio
dei nuovi monumenti epigrafici cretesi ho modifi-
cato quella che già prima diedi, come segue:

ov à(n)oóó(/.i)sv? i)........

2. avvyvoitj aiTÒg xoìg tuQÓ{v)a-

i u ri xa Tts{q)mvTui? ttùq tu rjy-
4- Qu/.isva, al f.nfj Tig aixòg óoiìj /t-

(rjT)' vn àvavxug, TiTovft'Gd-a)? a-
6. t«ttj(>« xcctùv -0-vGi'av J-£xà<ST-

av xaì tò> xQtcog Tàv òiinlr^ia-

8. v, TTOQTlTTCOVàV ó' aOlSQ tov ttX-

ov. ai ó ó xoa^umv [xrj àrroóoitj t-
10. à èmfiàlovTa, {fiafag)? ti(t)ov-

{f)ta&(o?. xuTà tu avrà Toìg
12. KvóavTstoig óidófis{v) t(q)i'tù)-

i féxsi tuv ficoXàv Ig xà thv-
14. juccTa óvóónxu GTaTiqQuvg.

1. 2, l'ultima parte di questa riga, forse per non
aver lasciato posto sufficiente, fu aggiunta dal
Bar. isolatamente nello spazio a destra. Al punto
che Bar. segna fra 1'A e il P non si può at-
tribuire valore, come neppure ad alcun altro dei
punti da lui segnati. Il segno di forma singolare
che si osserva in Spr. e secondo una notizia che
dava il Teza faceva pensare ad un koppa, ora
vediamo non essere altro che un q. Il koppa
è estraneo a questo alfabeto come lo è anche
a quello delle iscrizioni antecedenti di questa
città. — È certo, come si rileva dal Bar., che
nella fenditura della pietra si perderon più let-
tere di quello faccia supporre il disegno eli Spr.

1. 3-4, propongo dubitando tis{q)wvtui, che mi pare
men violento del nu&ó>vTai che già proposi. Il
Bar. ha qui rappresentato il P con un n mi-
nuscolo. Dallo Spr. si vede però che trattasi
veramente di un P e non di altra lettera. La
forma che si scorge in fjyqa^sva era già nota
a Creta e altrove ; a Gortyna non si è trovato
fin qui esempio nelle più antiche epigrafi della
scrittura rjyg-; anche quelle in cui è usato IV/
danno sempre syg-.
 
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