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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Itanos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0244
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445

ITANOS

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gere tutta l'iscrizione dal basso in alto. I se-
gni B, P aggruppano questo alfabeto di Itanos
con quello che già conosciamo di Oaxos (Mus.
Mal. II, p. 133) e dacché in quello è usato il segno
X, possiamo riconoscerlo anche qui nella prima
riga ove pare si debba leggere (/W)AIB[/VA].
L'uso dell'B è certamente regolare èva attribuito
al logoro e all'incertezza di cui parla il D.r Halb-
herr se in alcun luogo il disegno mostra E dove
si aspetterebbe B. Nella linea di cima, con cui
l'iscrizione si chiude, parmi si possano nel dise-
gno riconoscere le ultime sei lettere 3TV\0*a, e
probabilmente la lettera che precede non è un M,
come sembrò potesse essere all'Halbherr, ma
un v\. Nella riga a quella sottoposta ho assai
dubbi sulle tracce di un O che sarebbe più piccolo
di tutti gli altri ; non se ne cava buon costrutto
nè leggendo róxa, nè leggendo [nqi]v? r) onsxó xa,
che mal si può spiegare, senza supposizioni troppo
violente così per la lingua come pel senso. Forse
quella traccia di O non è che una falsa apparenza
e la lettera oggi sparita era ivi un Y. Dietro que-
ste osservazioni e con tutte le riserve che tante
incertezze impongono, si può pensare a leggere:

(M)à (Zr})[va] | x"A&àvav [xXv]róg? [zi]g | si eir]

'iravicov al [x(>]lvrj? &ns(q) r[v]xa Xfji sv........

.... si tsXt)(v §C)ov rs. |

L'assimilazione $>ns %v%a (qt = tt — t) ha raf-
fronto nella Grande Iscrizione di Gortyna XI, 44
ime àé. A Gortyna si trova scritto d-vxa, dvxoi
(Mus. Mal. II, 231, 645), ma non per questo si
deve aspettare altrettanto ad Itanos.

Il complemento del pensiero nella lacuna dopo

sv si può supporre in idea generale, ma non pre-
cisare; sv [&Qcc rcóvovg]? sv [sìqàvct xàticn']? ecc.
Avremmo in ogni caso in questa iscrizione un pen-
siero sulla incertezza della sorte umana simile a
quel di Teognide (381 sg.).

onde ti xsxQifxéfov riQÒg dcàfiovóg sari, fiooroTaiv
oi d odo? rjf Tff ìiàv iiftiiviiroiaiv «dot

o di Pindaro 01. II, 30 sgg.

pQOTlòf yS XSXQIT(tl

TTstqCtC OV ti &KVCITOV,

ovr (tavxifiov ct/us'(j(ty onore naió* ne'Aiov
àreigeì ovv cty«9w rs'ksvruaojxev.

Il sig. F. Duemmler (Mittheilgn d. ci. ardi. List,
z. Afhen XVI, 1891, p. 127 sgg.) leggerebbe invece:

(Mà Trj)[va] x"A\hàv(a)v [à n]t(ó)X[t]g | sv sii] 'itaviwv
[tc](cc)i[g](ì)v, Hó(tt)7Ts(t) t(Óxu) X(fti) sv [slqàvut]

sv TsXfjll (ftl'ov) ts |

l'iscrizione sarebbe metrica e significherebbe :
" Bei Zeus und Athena ! Die Stadt moge sich
wol verhalten fur die Kinder der Itanier, fùr Jeden
der dieses will: in Frieden und gut sein Leben
beschliessen. „

V'è da ridire, fra le altre cose, che all'estre-
mità sinistra delle linee 2a, 3a non manca nulla
affatto, nè quindi può concedersi l'aggiunta [n]m-
alv; inoltre la forma nxóXig non ha esempio a
Creta, ove anche le più antiche iscrizioni danno
sempre nóXig, noXiàvag ecc. ; l'uso poi di B con
valore di aspirazione è affatto estraneo a Creta
e neppur voluto dalla natura del dialetto cretese.
 
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