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25

DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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nostre regioni ebbero recinti non già di pietre tagliate
o lavorate per mezzo di metalli, ma di pietre acca-
tastate l'ima sull'altra, e cementate con la terra, in
modo che ne risultasse non un muro a picco, ma un
argine od una scarpata. E di costruzioni simili furono
assai incerti gli indizi che si poterono riconoscere in
Narce, mentre per contrario furono manifesti sul colle
di Montarano.

Se adunque il ramo degli italici di Narce si di-
staccò dal medesimo ceppo donde si distaccarono gli
italici di Montarano, dovevamo concludere che o fu colà
trapiantato in età meno antica, ovvero, se vi fu tra-
piantato contemporaneamente, vi si svolse con una vita
più rigogliosa che non ebbe il ramo di Montarano. La
qual cosa ci proponeva subito una nuova serie di qui-
stioni che meritavano di essere risolute ; ed in tal modo,
invece di diminuire, si accresceva il numero delle nostre
lacune.

Ed era anche degno di esame il fatto che questo
primo e maggiore rigoglio di Narce non portò il seme
di quella subitanea e maggiore floridezza, che avrebbe
potuto aspettarsene. Mentre infatti alla vicina Falerii
non fu sufficiente l'area del colle di Vignale, prossima
all'originaria sede di Montarano, ma fu necessaria
anche l'ampia area dell' altipiano ove è costruito il
paese moderno, Narce, essendosi contemporaneamente
accresciuta sulle poche alture prossime di Pizzo Piede
e di Monte li Santi (flg. 3 b, c) rimase inferiore alla
nuova e rapida potenza della città vicina.

E che questo accrescimento fosse avvenuto nel tempo
medesimo in cui avvenne il maggiore incremento falisco,
cioè tra PVili ed il VII secolo avanti l'èra volgare, era
dimostrato dal fatto che sono simili alle ultime mura
di Palerii quelle del colle di Monte li Santi, che per
mezzo di un ampio ponte fu riunito al primitivo centro
fortificato di Narce; e simili sono le mura del pros-
simo Pizzo Piede, ove si costruì allora un altro con-
siderevole gruppo di abitazioni.

Nè soltanto fu Narce inferiore a Palerii, allorché
questa ebbe il maggiore suo ingrandimento, ma dopo
questo tempo essa venne tosto a decadere ed a mancare.

La sua necropoli, come la necropoli della prossima
Falerii, ci aveva mostrato nei molti sepolcreti che vi
si esplorarono (fig. 3 lettera da A a Z) tombe a pozzo,
a fossa ed a camera. Dalle prime, come nella necro-
poli falisca, aveva restituito suppellettili con vasellame

di arte locale rude, e del periodo più antico; dalle
prime e dalle seconde aveva dato corredi funebri con
vasellame di arte locale, e con altro ad ingubbiatura
e ad ornati geomotrici rossastri, e talvolta con vasel-
lame più perfetto e manifestamente derivato dalle
officine delle isole dell'Arcipelago; dalle ultime poi
aveva offerto suppellettili, tra le quali figurano anche
bronzi greci e vasi greci dipinti.

Ora, mentre nelle tombe a camera di Palerii si
trovarono in gran copia questi vasi greci dipinti, nelle
tombe a camera della necropoli di Narce i saggi di
questa vera e propria arte greca furono piuttosto scarsi ;
ed in generale non posteriori alla fine del V ed il prin-
cipio del IV secolo avanti l'èra volgare. Poche tombe
diedero vasi greci a figure nere su fondo rosso; in
quattro o cinque altre si raccolsero vasi attici di stile
severo ; e da altre quattro o cinque si ebbero vasi di-
pinti, che se non meritano di essere classificati tra quelli
di puro stile severo, certamente non possono attribuirsi
alla decadenza.

Donde potrebbe supporsi che il centro abitato di
Narce, il cui progresso si arresta all'età sopra accen-
nata, fosse stato nel numero de' castelli falisci, di-
strutti da Camillo nel 358 di Poma, 396 avanti Cristo,
ossia nell'anno in cui Veii fu distrutta.

6.

Stando a tali risultati, queste nuovi indagini ar-
cheologiche furono insufficienti pel fine a cui princi-
palmente da noi si mirava ; imperciocché non solo non
ci offrì i materiali che ci riportassero alle più antiche
origini, ma ci fece riconoscere nella serie ordinata dei
documenti storici di questo nuovo e considerevole centro
abitato dell'agro falisco, vicino a Palerii, quasi altret-
tante interruzioni quante nella serie dei documenti
di quest'ultima città avevano riconosciuti.

Tuttavolta non potrebbesi affermare essere stato
scarso il frutto che da questi lavori fu raccolto. A dimo-
strare il contrario serve la collezione dei corredi funebri,
scelti tra quelli che furono scoperti in questa necropoli
di Narce, ed esposti ordinatamente nella grande sala
semicircolare, che V. E. ci ha fatto restaurare nel nuovo
Museo Nazionale a Villa Giulia.

Questa collezione è più ricca della collezione coeva
formata coi corredi funebri delle tombe di Montarano
 
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