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269

DEI FITTILI SCOPERTI NELLA NECROPOLI DI NARCE

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Con questo procedimento tecnico si fece anche un
tripode di terra cotta, sul quale appariscono le tracce
di brattee di rame che vi erano state applicate. Ap-
partiene alla tomba 38 del sepolcreto della Petrina
(tìg. 3 A, tav. Ili A ; N. XXIX, 9), ed è rappresen-
tato nella tav. VII, fig. 17.

Così pure furono fatte molte tazze e molti piatti
con piede ; e così furono decorate alcune situle fittili,
delle quali nessun esempio finora si trovò in terra
nerastra, nè a semplice copertura rossa, mentre pa-

J

Fig 128.

1: 4

recchie no furono trovate a copertura bianca, con or-
nati geometrici di rosso. Quella che qui è rappresentata
(fig. 128), proviene dalla tomba 2 del sepolcreto sull'alto
della Petrina (fig. 36 C, tav. Ili C ; N. XLVII, 26).

Un'altra pure con gli ornati geometrici, ma più
ricchi, proviene dalla tomba XXXIV della necropoli
falisca, ed è rappresentata nella tav. VII, fìg. 22.

Dei vasi di argilla figulina.

Le forme dei vasi di oro, di argento e di rame imi-
tate coi vasi di creta, causarono manifestazioni varie
dei prodotti ceramici, secondo il maggiore o minore
magistero di coloro che nei vari paesi esercitarono l'in-
dustria, e secondo la maggiore o minore bontà delle

materie che pel lavoro industriale ed artistico pote-
rono adoperare.

Quali fossero state queste manifestazioni, che in
altre contrade d'Italia o di fuori si ebbero per le
cause medesime che produssero il nostro vasellame a
copertura rossa, e che ebbero luogo nel tempo stesso
in cui tale vasellame fu presso noi in uso, non è no-
stro compito di andare qui ricercando, dovendoci noi
occupare del soggetto nostro, che riguarda l'arte nel
territorio falisco, ove avvennero le scoperte di cui
trattiamo.

Basta qui ricordare ciò che sopra fu accennato;
vale a dire che il materiale più eccellente pel lavoro
ceramico fu primieramente scoperto ed adoperato nelle
isole dell'arcipelago, dove si raccolse l'argilla figulina
depuratissima e per ogni riguardo ottima, generalmente
biancastra, con la quale artisti oltremodo abili imi-
tarono i vasi di oro e di argento, e fecero fittili tanto
fini e leggieri da poter competere talvolta con gli ori-
ginali. La stessa qualità eccellentissima dell'argilla
facilitò il progresso del magistero industriale.

Scoperta l'argilla figulina, e diffusi i fittili com-
posti con essa, avveniva di necessità che tali fittili che
alla loro volta erano stati imitati dai vasi di metallo,
diventassero dei prototipi; nè si cercasse di imitarli
soltanto nella forma, ma si cercasse riprodurli nella
materia stessa onde erano fatti, e con gli ornati me-
desimi c"he li abbellivano.

Quindi nuove manifestazioni industriali, secondo i
prototipi od i modelli della figulina nuova che nelle
varie regioni d'Italia furono portati dal commercio
greco e servirono di esemplare ; e tante suddivisioni di
questi nuovi prodotti, secondo le qualità delle argille -
onde i vasai delle regioni stesse si poterono servire.

Nel territorio falisco, per quanto si può dedurre
dal materiale raccolto nei nostri scavi, le greche figu-
line che vi ' furono prima portate, non appartengono
nè alla classe delle stoviglie delle Cicladi, nè a quella
intorno a cui tanto ancora si discute, e che comprende
i vasi del così detto stile miceneo; appartengono in-
vece ad una produzione artistica ed industriale meno
antica, cioè alla serie dei vasi sottilissimi e leggeris-
simi di argilla biancastra o gialliccia, ornati a disegni
geometrici ed anche a motivi liberi, ed eseguiti con
perfetto magistero.

Gli scrittori non sono di accordo sul nome con
 
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