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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi: Antichità del territorio Falisco: esposte nel museo nazionale romano a villa Giulia (Parte prima) — 4.1894 (1895)

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Barnabei, Felice: Dei fittili scoperti nella necropoli di Narce
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https://doi.org/10.11588/diglit.9314#0143

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DEI FITTILI SCOPERTI NELLA NECROPOLI DI NARCE

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è dipinto con figura umana di stile arcaico; gli altri
sono tutti con ornati a zone di animali.

Questi vasi si trovano nelle tombe a fossa con
grande loculo sepolcrale o nelle tombe a camera con
sarcofago, e continuano in forma di piccoli aryballoi
globulari, e di piccole lekythoi anche nelle tombe a
camera con letto ; la qual cosa è in armonia con ciò
che generalmente è accettato sopra la cronologia di
tali figuline, incominciando la loro produzione alla fine
dell'VIII, ed essendo in pieno vigore nel VII secolo
(cfr. Wilisch, o. e, p. 141, 151), cioè nel periodo a
cui si riferiscono le nostre tombe, ove finora sono stati
trovati.

Ma non ci avvenne finora di trovarne in una sola
tomba un numero tale, che se ne potesse comporre
tutto un servizio. Il corredo più ricco che per noi sia
stato scoperto fu quello dei vasi corinzi, rinvenuti nella
tomba a camera sulle pendici di Monte s. Angelo

FlG. 131. 1:4

verso il lago di Martignano (p. 91). Vi trovammo due
boccali, un bicchiere, una ciotola ansata ed un piatto.
Ma non furono questi i soli recipienti di quel funebre
corredo, essendosi raccolti anche i frammenti di buc-
cheri sottili, macerati dall'umidità, come a suo luogo
fu detto (p. 92).

In maggior numero ne trovammo nella tomba 3
del quarto sepolcreto a sud di Pizzo Piede (fig. 3 K,
tav. Ili K; N. LXIV, 1-8). Ma questa tomba, che
conteneva pure dei buccheri sottili, era stata devastata
in antico ; e dai numerosi frantumi di tali figuline non
tutti i vasi fu possibile ricomporre.

In generale si mostra verosimile che i corredi va-
sculari in questi sepolcri a camera non si formassero
con fittili di una sola produzione o di una data ma-
nifattura, ma si componessero con più vasi, e di varia
provenienza, accrescendone la ricchezza con qualche
littile delle isole, e con vasi di metallo, mentre la
massa principale era sempre di produzione locale.

Cominciarono adunque ad essere introdotte fra noi
Monumenti antichi. — Voi. IV.

queste figuline dell'arcipelago o protocorinzie verso il
principio del VII secolo, o per lo meno quando si erano
già stabiliti tra noi i calcidesi di Cuma, la cui colonia
fu fondata poco dopo la metà del secolo Vili.

E per quanto ci è dato concludere coli'esame del
materiale archeologico da noi raccolto, il maggior nu-
mero di tali stoviglie appartiene al primo ordine; e
se è giusta la denominazione loro data, provengono
dalle officine rodie, ove nel secolo VII l'arte del va-
saio fu floridissima ('). Notevoli sono le oinochoai,
non tanto per la loro forma, per cui. rassomigliano alle
corinzie, quanto per i loro ornati. Alcune sono a bocca
rotonda, come quella qui rappresentata (fig. 129). Fu
scoperta nella tomba 8 del sepolcreto a sud sud-est di
contrada Morgi (fig. 3 P, tav. ìli P; N. LXI, 27), cioè
in una tomba a camera, di cui fu data la pianta nella
fig. 64.

Altre hanno la bocca trilobata e sono semplicis-
sime, cioè di sola creta bianca, rifinite alla ruota, ov-
vero ornate a zone di colore nerastro o violetto ; ed
alcune di tali zone hanno rappresentanze di animali
che si inseguono, come nell'esempio che qui si ripro-
duce (fig. 130). Proviene dalla tomba 3 del quarto se-
polcreto a sud di Pizzo Piede (fig. 3 K, tav. Ili K ;
N. LXIV, 3).

Notevoli sono parimenti le tazze elegantissime. Tra
esse è una piccola kylix (fig. 131), la quale è forse
il più fine esemplare di fittile antico che io mai mi
abbia visto. È decorata a semplici zone di bigio e di
amaranto, ottenute con manganese ed ossido di ferro ;
ed è tanto fine da competere per sottigliezza con le
tazze di oro e di argento. Appartiene alla stessa tomba
donde provenne l'oinochoe ora citata.

Alla stessa categoria si devono attribuire tre grandi
anfore, dipinte a zone di animali veri e chimerici, in-
tramezzati da rosette a punti. Una di esse è rappre-
sentata nella fig. 132. Furono rinvenute nella tomba 67
del sepolcreto a nord di Monte le Croci (fig. 3 S,
tav. Ili S ; N. LXVIII, 3) ; e se la loro creta è meno
depurata, ciò dipende dalle dimensioni straordinarie
del recipiente, per cui fu necessità aggiungere all'ar-
gilla pura delle sostanze quarzose, che ne assicurassero
la resistenza.

(') Rohden, Vasenkunde in Baumeister's Denkrnàler, p. 1954 ;
(Jullignon et Rayet, Céramique grecque, p. 54.

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