33]
Alfabeto
ili
Formelle
T.izza
di Marce
con
t'fktMto
Calice
nocca-
letto
Patera
Orlo
ai
piatto
K i ! v \
con
figure
Piede
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Punteggiatura
■I.
Rileviamo adunque da questo prospetto, che le
lettere dell'alfabeto di Narce rispondono a quelle di
Formelle La disposizione poi che ho dato ai monu-
menti scritti viene ad indicarne ancora il tempo re-
spettivo: essendo i due primi più antichi e gli altri
meno, come dall'impasto e dalla tecnica si riconosce ;
sebbene non molto tempo corra fra loro, ben ciò dimo-
strando il simile corredo funebre che li accompagna.
La tazza col n. 6, di bucchero fine, è decorata di figure
graffite, e presenta la sua epigrafe con lettere volte
da destra a sinistra, mentre tutte le altre l'hanno da
sinistra a destra. Conviene ammettere che questa fu
la direzione usata primitivamente in Etruria, e l'altra,
332
quella da destra a sinistra, vi successe, e quindi sempre
vi prevalse. Però la tazza n. 7, che per la tecnica o
per la stabilita cronologia dei buccheri, è di un tempo
posteriore alla coppa gradita, conserva ancora il modo
primitivo da sinistra a destra. Non è facile certo lo
spiegare questo fatto, che apparisce assai strano. Invero
l'etrusco alfabeto proviene dal greco detto cadmeo, de-
rivato dal fenicio, e non già direttamente da questo,
come alcuni vorrebbero. Naturalmente si dovrebbe ri-
trovare anche noU'Etruria prima il modo orientale da
destra a sinistra, poi il bustrofedo, e infine quello adot-
tato generalmente in Grecia e in occidente. Ma non
riscontrandosi in Etruria alcun esempio di scrittura
FlG. 171. 2:3
bustrofeda (e se vi apparisse, sarà un' eccezione), la
sua prima antichissima maniera di scrivere da sinistra
a destra, susseguita da un ritorno alla orientale inversa,
non trova la sua spiegazione a mio avviso, che col
supporre che quei greci, e non fenici, mercatanti, i
quali insegnarono agli etruschi la scrittura, e che non
fu prima del secolo settimo, provenivano da una con-
trada, nella quale l'uso fenicio od il passaggio bustro-
fedo erano stati abbandonati, ed il nuovo modo era
definitivamente adottato.
Gli alfabeti di Formello ci hanno palesato il tipo
di uno greco completo di ventisei lettere, che si dif-
fuse nella contrada veientana toccando il confine falisco.
Narce, allora in fiore, lo accolse, come si vede nella
tazza dell'alfabeto, e in quella anteriore assai pre-
gevole per la lunga iscrizione. Le differenze grafiche,
che appariscono negli altri vasi, dimostrano che col
tempo si andavano successivamente un poco alterando, e
si accoglievano per motivi commerciali e politici alcune
altre forme più in uso nelle contrade vicine. Notiamo
DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO
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Formelle La disposizione poi che ho dato ai monu-
menti scritti viene ad indicarne ancora il tempo re-
spettivo: essendo i due primi più antichi e gli altri
meno, come dall'impasto e dalla tecnica si riconosce ;
sebbene non molto tempo corra fra loro, ben ciò dimo-
strando il simile corredo funebre che li accompagna.
La tazza col n. 6, di bucchero fine, è decorata di figure
graffite, e presenta la sua epigrafe con lettere volte
da destra a sinistra, mentre tutte le altre l'hanno da
sinistra a destra. Conviene ammettere che questa fu
la direzione usata primitivamente in Etruria, e l'altra,
332
quella da destra a sinistra, vi successe, e quindi sempre
vi prevalse. Però la tazza n. 7, che per la tecnica o
per la stabilita cronologia dei buccheri, è di un tempo
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primitivo da sinistra a destra. Non è facile certo lo
spiegare questo fatto, che apparisce assai strano. Invero
l'etrusco alfabeto proviene dal greco detto cadmeo, de-
rivato dal fenicio, e non già direttamente da questo,
come alcuni vorrebbero. Naturalmente si dovrebbe ri-
trovare anche noU'Etruria prima il modo orientale da
destra a sinistra, poi il bustrofedo, e infine quello adot-
tato generalmente in Grecia e in occidente. Ma non
riscontrandosi in Etruria alcun esempio di scrittura
FlG. 171. 2:3
bustrofeda (e se vi apparisse, sarà un' eccezione), la
sua prima antichissima maniera di scrivere da sinistra
a destra, susseguita da un ritorno alla orientale inversa,
non trova la sua spiegazione a mio avviso, che col
supporre che quei greci, e non fenici, mercatanti, i
quali insegnarono agli etruschi la scrittura, e che non
fu prima del secolo settimo, provenivano da una con-
trada, nella quale l'uso fenicio od il passaggio bustro-
fedo erano stati abbandonati, ed il nuovo modo era
definitivamente adottato.
Gli alfabeti di Formello ci hanno palesato il tipo
di uno greco completo di ventisei lettere, che si dif-
fuse nella contrada veientana toccando il confine falisco.
Narce, allora in fiore, lo accolse, come si vede nella
tazza dell'alfabeto, e in quella anteriore assai pre-
gevole per la lunga iscrizione. Le differenze grafiche,
che appariscono negli altri vasi, dimostrano che col
tempo si andavano successivamente un poco alterando, e
si accoglievano per motivi commerciali e politici alcune
altre forme più in uso nelle contrade vicine. Notiamo
DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO