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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi: Antichità del territorio Falisco: esposte nel museo nazionale romano a villa Giulia (Parte prima) — 4.1894 (1895)

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Barnabei, Felice; Pasqui, Angiolo: Degli oggetti di ornamento personale, delle armi e degli altri istrumenti del corredo funebre
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https://doi.org/10.11588/diglit.9314#0200
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DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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nico, e sulla superficie rimangono gli avanzi del fodero
di legno in cui era custodito.

Passando agli istrumenti da lavoro, dobbiamo ri-
cordare innanzi tutto le ascie di bronzo. Ne trovammo
in alcune tombe a pozzo, e più raramente nelle tombe
a fossa ; sempre però nelle tombe a fossa più antiche.
Due ne sono raffigurate nella tav. XII, fig. 2 e 3. La
prima, ad alette, era posta sul coperchio dell'ossuario
della tomba XXVII della necropoli falisca (!) ; l'altra
era sul coperchio del cinerario della tomba 25 del
sepolcreto della Pettina (fig. 3 A, tav. Ili A; N. V, 3).
Di tale tomba fu data la sezione nella fig. 48. Su que-
st'ascia di bronzo fu dipinto un ornamento a larghe
linee bianche incrociate. Nella stessa tav. XII, fig. 1
è rappresentata un'ascia a cuneo semplicissima, rac-
colta dagli scavatori nello strato superficiale del sepol-
creto di Montavano, probabilmente servita anch'essa
di corredo ad un cinerario di una tomba distrutta.

Tra gli strumenti da lavoro che si scoprirono nelle
tombe di Narce e di Falerii, vanno ricordate pnre le
conocchie.

Consistono in bastoni di legno, ricoperti da sottili
fasciature in lamina di rame, per lo più a nastro av-
volto ad elica, talvolta a cilindri di lamina, infilati
l'uno accanto all'altro. Superiormente il bastone va
assottigliandosi per entrare in una cannula pure di
lamina, che gradatamente si restringe, fino a terminare
in un puntale, su cui entra un semicerchio in lamina
o semplice od a più branche. Talvolta superiormente
ed inferiormente sono aggiunti a questo semicerchio
ornamenti a fili di rame ed a piccole catenelle. So-
vente, invece di questo semicerchio aggiunto, abbiamo
che la stessa cannula si risolve in due o più branche;
ed in questo caso l'oggetto è di-bronzo fuso. Abbiamo
anche esempì di lavori rifiniti a martello, con ornati
di cerchietti e di altri ornamenti impressi a cesello
ed a punzone, e con occhietti per intarsiatura di ambra.'
Anche inferiormente il bastone va assottigliandosi, per

(!) Questo esemplare trova riscontro con molti consimili
venuti in luce dalle necropoli della bassa Etruria e dagli scavi
del territorio felsineo. Basta citare quello della necropoli tar-
quiniese, raccolto in una tomba a fossa (Ann. Insù., 1883, p. 288;
Man.,voi. XI, tav. LIX, fig. -25).

entrare in un puntale, o di semplice lamina riunita
ad inchiodatura, ovvero di un solo pezzo ottenuto con
la fusione.

Tali conocchie, salvo qualche caso rarissimo, si
scoprirono in tombe a fossa della forma più antica, cioè
in quelle con sarcofago e con loculo pel vasellame di
corredo, e sempre unitamente ai cinturoni di donna
(p. 371), o ad altri oggetti del corredo muliebre. Inol-
tre vi si trovò quasi sempre unito il fuso, ed in man-
canza di questo la fusaruola ; il che dimoslra che questi
nostri bastoni non possono altrimenti considerarsi che
come l'istrumento per filare, e fossero il distintivo della
buona massaia e della madre di famiglia. E noto che
anche presso i Romani le grandi matrone non isde-
gnavano di attendere a sì fatto lavoro, e basta ricor-
dare quello che Livio ci dice di Lucrezia, che fu tro-
vata a lavorare la lana tra le sue ancelle (I, 57).
È noto parimente che fu molto lodata quella donna
sul cui sepolcro si potè incidere che domum servavit
et lanam fecit (cfr. C. 1. /-., VI, 15346).

Varie di queste conocchie sono rappresentate nella
tav. XII.

La prima (fig. 7) è tra le più ricche. È fatta colla
parte superiore in bronzo, aggiuntovi l'ornamento di
ambra, come nelle fibule. Vi è anche aggiunto un
ornato a zone solcate da linee verticali, prodotto con
lima e bulino. L'asta era di legno e fasciata con la-
mina sottilissima di rame, avvolta ad elica. Proviene
dalla tomba XVIII del sepolcreto di Montarano, e fu
anche rappresentata col resto del corredo funebre di
quella tomba nella fig. 99 n.

La seconda (fig. 8), che ha la parte superiore pure
in bronzo, è notevole, per le sue piccole proporzioni,
per cui è da considerarla probabilmente come un og-
getto rituale. Proviene dalla tomba XVII del mede-
simo sepolcreto di Montarano.

La terza (fig. 9) è pure colla parte superiore in
bronzo, che si risolve in quattro branche, in una delle
quali rimane attaccata al sommo una catenella. L'asta
è rivestita di lunghi cilindri in lamina di rame e fer-
mata con legatura a filo di rame nel punto in cui si
attacca al pezzo superiore di bronzo. Proviene dalla
tomba XXX del sepolcreto di Montarano.

La quarta (fig. 10) è parimenti colla parte superiore
di bronzo che si risolve in due branche per ciascun
lato, ed ha sulle testate bottoncini d'ambra. Proviene
 
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