387
DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO
388
nico, e sulla superficie rimangono gli avanzi del fodero
di legno in cui era custodito.
Passando agli istrumenti da lavoro, dobbiamo ri-
cordare innanzi tutto le ascie di bronzo. Ne trovammo
in alcune tombe a pozzo, e più raramente nelle tombe
a fossa ; sempre però nelle tombe a fossa più antiche.
Due ne sono raffigurate nella tav. XII, fig. 2 e 3. La
prima, ad alette, era posta sul coperchio dell'ossuario
della tomba XXVII della necropoli falisca (!) ; l'altra
era sul coperchio del cinerario della tomba 25 del
sepolcreto della Pettina (fig. 3 A, tav. Ili A; N. V, 3).
Di tale tomba fu data la sezione nella fig. 48. Su que-
st'ascia di bronzo fu dipinto un ornamento a larghe
linee bianche incrociate. Nella stessa tav. XII, fig. 1
è rappresentata un'ascia a cuneo semplicissima, rac-
colta dagli scavatori nello strato superficiale del sepol-
creto di Montavano, probabilmente servita anch'essa
di corredo ad un cinerario di una tomba distrutta.
Tra gli strumenti da lavoro che si scoprirono nelle
tombe di Narce e di Falerii, vanno ricordate pnre le
conocchie.
Consistono in bastoni di legno, ricoperti da sottili
fasciature in lamina di rame, per lo più a nastro av-
volto ad elica, talvolta a cilindri di lamina, infilati
l'uno accanto all'altro. Superiormente il bastone va
assottigliandosi per entrare in una cannula pure di
lamina, che gradatamente si restringe, fino a terminare
in un puntale, su cui entra un semicerchio in lamina
o semplice od a più branche. Talvolta superiormente
ed inferiormente sono aggiunti a questo semicerchio
ornamenti a fili di rame ed a piccole catenelle. So-
vente, invece di questo semicerchio aggiunto, abbiamo
che la stessa cannula si risolve in due o più branche;
ed in questo caso l'oggetto è di-bronzo fuso. Abbiamo
anche esempì di lavori rifiniti a martello, con ornati
di cerchietti e di altri ornamenti impressi a cesello
ed a punzone, e con occhietti per intarsiatura di ambra.'
Anche inferiormente il bastone va assottigliandosi, per
(!) Questo esemplare trova riscontro con molti consimili
venuti in luce dalle necropoli della bassa Etruria e dagli scavi
del territorio felsineo. Basta citare quello della necropoli tar-
quiniese, raccolto in una tomba a fossa (Ann. Insù., 1883, p. 288;
Man.,voi. XI, tav. LIX, fig. -25).
entrare in un puntale, o di semplice lamina riunita
ad inchiodatura, ovvero di un solo pezzo ottenuto con
la fusione.
Tali conocchie, salvo qualche caso rarissimo, si
scoprirono in tombe a fossa della forma più antica, cioè
in quelle con sarcofago e con loculo pel vasellame di
corredo, e sempre unitamente ai cinturoni di donna
(p. 371), o ad altri oggetti del corredo muliebre. Inol-
tre vi si trovò quasi sempre unito il fuso, ed in man-
canza di questo la fusaruola ; il che dimoslra che questi
nostri bastoni non possono altrimenti considerarsi che
come l'istrumento per filare, e fossero il distintivo della
buona massaia e della madre di famiglia. E noto che
anche presso i Romani le grandi matrone non isde-
gnavano di attendere a sì fatto lavoro, e basta ricor-
dare quello che Livio ci dice di Lucrezia, che fu tro-
vata a lavorare la lana tra le sue ancelle (I, 57).
È noto parimente che fu molto lodata quella donna
sul cui sepolcro si potè incidere che domum servavit
et lanam fecit (cfr. C. 1. /-., VI, 15346).
Varie di queste conocchie sono rappresentate nella
tav. XII.
La prima (fig. 7) è tra le più ricche. È fatta colla
parte superiore in bronzo, aggiuntovi l'ornamento di
ambra, come nelle fibule. Vi è anche aggiunto un
ornato a zone solcate da linee verticali, prodotto con
lima e bulino. L'asta era di legno e fasciata con la-
mina sottilissima di rame, avvolta ad elica. Proviene
dalla tomba XVIII del sepolcreto di Montarano, e fu
anche rappresentata col resto del corredo funebre di
quella tomba nella fig. 99 n.
La seconda (fig. 8), che ha la parte superiore pure
in bronzo, è notevole, per le sue piccole proporzioni,
per cui è da considerarla probabilmente come un og-
getto rituale. Proviene dalla tomba XVII del mede-
simo sepolcreto di Montarano.
La terza (fig. 9) è pure colla parte superiore in
bronzo, che si risolve in quattro branche, in una delle
quali rimane attaccata al sommo una catenella. L'asta
è rivestita di lunghi cilindri in lamina di rame e fer-
mata con legatura a filo di rame nel punto in cui si
attacca al pezzo superiore di bronzo. Proviene dalla
tomba XXX del sepolcreto di Montarano.
La quarta (fig. 10) è parimenti colla parte superiore
di bronzo che si risolve in due branche per ciascun
lato, ed ha sulle testate bottoncini d'ambra. Proviene
DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO
388
nico, e sulla superficie rimangono gli avanzi del fodero
di legno in cui era custodito.
Passando agli istrumenti da lavoro, dobbiamo ri-
cordare innanzi tutto le ascie di bronzo. Ne trovammo
in alcune tombe a pozzo, e più raramente nelle tombe
a fossa ; sempre però nelle tombe a fossa più antiche.
Due ne sono raffigurate nella tav. XII, fig. 2 e 3. La
prima, ad alette, era posta sul coperchio dell'ossuario
della tomba XXVII della necropoli falisca (!) ; l'altra
era sul coperchio del cinerario della tomba 25 del
sepolcreto della Pettina (fig. 3 A, tav. Ili A; N. V, 3).
Di tale tomba fu data la sezione nella fig. 48. Su que-
st'ascia di bronzo fu dipinto un ornamento a larghe
linee bianche incrociate. Nella stessa tav. XII, fig. 1
è rappresentata un'ascia a cuneo semplicissima, rac-
colta dagli scavatori nello strato superficiale del sepol-
creto di Montavano, probabilmente servita anch'essa
di corredo ad un cinerario di una tomba distrutta.
Tra gli strumenti da lavoro che si scoprirono nelle
tombe di Narce e di Falerii, vanno ricordate pnre le
conocchie.
Consistono in bastoni di legno, ricoperti da sottili
fasciature in lamina di rame, per lo più a nastro av-
volto ad elica, talvolta a cilindri di lamina, infilati
l'uno accanto all'altro. Superiormente il bastone va
assottigliandosi per entrare in una cannula pure di
lamina, che gradatamente si restringe, fino a terminare
in un puntale, su cui entra un semicerchio in lamina
o semplice od a più branche. Talvolta superiormente
ed inferiormente sono aggiunti a questo semicerchio
ornamenti a fili di rame ed a piccole catenelle. So-
vente, invece di questo semicerchio aggiunto, abbiamo
che la stessa cannula si risolve in due o più branche;
ed in questo caso l'oggetto è di-bronzo fuso. Abbiamo
anche esempì di lavori rifiniti a martello, con ornati
di cerchietti e di altri ornamenti impressi a cesello
ed a punzone, e con occhietti per intarsiatura di ambra.'
Anche inferiormente il bastone va assottigliandosi, per
(!) Questo esemplare trova riscontro con molti consimili
venuti in luce dalle necropoli della bassa Etruria e dagli scavi
del territorio felsineo. Basta citare quello della necropoli tar-
quiniese, raccolto in una tomba a fossa (Ann. Insù., 1883, p. 288;
Man.,voi. XI, tav. LIX, fig. -25).
entrare in un puntale, o di semplice lamina riunita
ad inchiodatura, ovvero di un solo pezzo ottenuto con
la fusione.
Tali conocchie, salvo qualche caso rarissimo, si
scoprirono in tombe a fossa della forma più antica, cioè
in quelle con sarcofago e con loculo pel vasellame di
corredo, e sempre unitamente ai cinturoni di donna
(p. 371), o ad altri oggetti del corredo muliebre. Inol-
tre vi si trovò quasi sempre unito il fuso, ed in man-
canza di questo la fusaruola ; il che dimoslra che questi
nostri bastoni non possono altrimenti considerarsi che
come l'istrumento per filare, e fossero il distintivo della
buona massaia e della madre di famiglia. E noto che
anche presso i Romani le grandi matrone non isde-
gnavano di attendere a sì fatto lavoro, e basta ricor-
dare quello che Livio ci dice di Lucrezia, che fu tro-
vata a lavorare la lana tra le sue ancelle (I, 57).
È noto parimente che fu molto lodata quella donna
sul cui sepolcro si potè incidere che domum servavit
et lanam fecit (cfr. C. 1. /-., VI, 15346).
Varie di queste conocchie sono rappresentate nella
tav. XII.
La prima (fig. 7) è tra le più ricche. È fatta colla
parte superiore in bronzo, aggiuntovi l'ornamento di
ambra, come nelle fibule. Vi è anche aggiunto un
ornato a zone solcate da linee verticali, prodotto con
lima e bulino. L'asta era di legno e fasciata con la-
mina sottilissima di rame, avvolta ad elica. Proviene
dalla tomba XVIII del sepolcreto di Montarano, e fu
anche rappresentata col resto del corredo funebre di
quella tomba nella fig. 99 n.
La seconda (fig. 8), che ha la parte superiore pure
in bronzo, è notevole, per le sue piccole proporzioni,
per cui è da considerarla probabilmente come un og-
getto rituale. Proviene dalla tomba XVII del mede-
simo sepolcreto di Montarano.
La terza (fig. 9) è pure colla parte superiore in
bronzo, che si risolve in quattro branche, in una delle
quali rimane attaccata al sommo una catenella. L'asta
è rivestita di lunghi cilindri in lamina di rame e fer-
mata con legatura a filo di rame nel punto in cui si
attacca al pezzo superiore di bronzo. Proviene dalla
tomba XXX del sepolcreto di Montarano.
La quarta (fig. 10) è parimenti colla parte superiore
di bronzo che si risolve in due branche per ciascun
lato, ed ha sulle testate bottoncini d'ambra. Proviene