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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0053

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LA NECROPOLI DI NOVILARA

Sette chilometri a sud di Pesaro, sui colli, sorge
il castello, ora piccolo comune, di Novilara, alto sul
libello del mare 215 metri (fig. 1).

Ai suoi piedi, dal lato nord-est, steudonsi dei campi
coltivati, alcuni scendenti in declino, altri adagian-
tisi in una valletta. Questi ultimi sono beni parroc-
chiali ed hanno il vocabolo Tomba (fig. 1 bis); n'è usu-
fruttuario il parroco D. Romolo Molaroni.

Nel 1866 vi si era trovata, casualmente, una
grande pietra arenaria, in forma di stele, sopra una
faccia e sui fianchi della quale erano scolpiti ricchi
fregi a spirali (fig. 2 e 2a). Per qualche tempo, sorretta
da piccola base, servì di tavola nell'orto di quella par-
rocchia; in seguito, per le cure del march. Ciro Àntaldi,
venne trasportata nel Museo Oliveriano di Pesaro,
dove ora si conserva.

Ivi già si custodiva un'altra pietra di forma simile,
rinvenuta nel 1860, quasi a metà strada fra Pesaro
e Novilara, lungo il fianco di un colle, in luogo detto
s. Nicola in Valmanetite (fig. 1). Era scolpita sulle
coste e sopra ambo le facce, una delle quali ripeteva gli
ornati a spirali intrecciate e l'altra presentava, nella
parte superiore, una grande nave con vela quadrata
distesa e, nella inferiore, due navi più piccole in atto
di urtarsi con le prore, mentre entro ciascuna di esse
dei guerrieri in piedi agitano le lancie (fig. 3 e 3a).

Questa seconda pietra, esposta da prima 1' anno
1871 al Congresso di archeologia preistorica in Bo-
logna, venne pubblicata nel 1873 dall'Oderici, in un
opuscolo assai difficile oggi a trovarsi ('), nel quale sono

(') Oderici, Di una pietra figurata a forma di stele, con
una tavola (Perugia 1873). In fine di questo opuscolo Fode-
rici dà pure notizia della seconda stele rinvenuta poscia alla
Tomba,

riassunti i giudizi che già ne avevano dato archeologi
autorevoli, G. B. De Rossi, Helbig, Fabretti, Conesta-
bile, Conze, ai quali tutti riuscivano enigmatici i
soggetti rappresentati.

Nel 1872 il prof. Gustavo Hirschfeld, per il primo,
riconosceva « un riscontro manifesto » di stile fra i com-
battimenti navali espressi sulla stele pesarese e quelli
simili dipinti sui vasi ateniesi del Dipylon, da lui al-
lora illustrati (').

Undici anni dopo amendue le stele furono pubbli-
cate dalla eh. memoria dell'Undset, il quale, dall'ana-
logia che per gli ornati a spirale presentavano con
le stele sepolcrali scoperte dallo Schliemann sull'acro-
poli di Micene, e dalla somiglianza di queste e del
gruppo dei leoni, con le stele ed altri monumenti
arcaici di Bologna, fra cui il gruppo dei due vitelli
ritti ai lati di una colonna, dedusse l'influenza che la
civiltà preellenica avea esercitato sui popoli stanziati
sulle coste italiche dell'Adriatico, e di riflesso, anche
su quelli del territorio felsineo.

Nella rappresentazione poi delle navi sulla stele
di s. Nicola in Valmanente riconosceva un'allusione
alla navigazione dei Penici, cui interessi commerciali
spingevano sulle coste dell'Adriatico (2).

Restavano però sempre a scoprirsi i sepolcri, a cui
le due stele pesaresi aveano appartenuto, per determi-
narne l'età. Era un desiderio che avea espresso anche
l'Undset, esortando a tale ricerca gli archeologi ita-
liani.

(!) Annali dell' Istituto di corrispondenza arcìieol. 1872,
p. 168.

(2) Undset, Zwei Grabstelen von Pesaro nella Zeitschrift
fùr Etimologie Bd. XV, fig. V ; cfr. Orsi, Bull, di paletn.
ital. anno X, p. 25. .
 
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