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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0059

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NECROPOLI DI NOVILARA

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capanne. Nel luglio del decorso anno 1894, in pre-
senza del prof. Barnabei, ne feci scoprire uno, dal quale
raccolsi numerosi frammenti di vasi di ogni specie, fini,
grossolani, ma specialmente di dogli, ossa di bruti, valve
di conchiglie, pietre arrossate dal fuoco, carboni ecc.,
mentre la terra tutto all' intorno appariva grassa e
nera, per effetto della decomposizione di avanzi organici.
Sepolcreto.—Come si rileva dalla pianta (fig. Ibis),

là si estendesse il sepolcreto, ma il cui risultato fu
negativo. Al contrario il prolungamento del .sepolcreto
anche a sinistra della strada rotabile Pesaro-No-
vilara fu accertato da due tombe scavate nel punto
F della fig. 1 bis.

Con tutte queste trincee e saggi si posero allo
scoperto 142 tombe, o, per dire più esattamente, 142
tumulazioni.

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Fig. Sa.

il sepolcreto Molaroni comincia un novanta metri sopra
il fosso detto Molinelli e quasi a metà del podere.
Ivi fu aperta la terza trincea, in cui apparvero i primi
scheletri, e dopo di essa altre sei se ne scavarono,
procedendo sempre dal basso in alto. Delle varie
parti scavate offre una veduta assai chiara la fig. 1 bis,
iti cui il rettangolo A B indica lo spazio occupato
dalla terza alla sesta trincea, tutte parallele e con-
tigue fra loro; in C trovasi la settima, perpendicolare
alle prime e distante da esse un dodici metri ; con. D E
sono indicate le ultime due trincee, una più lunga e
l'altra più breve, distanti dalla trincea C m. 11,80,
ed infine con a b due saggi fatti per ricercare se fin
Monumenti antichi. — Vol. V.

Perchè in causa della natura silicea argillosa del
terreno in cui le fosse erano state scavate, la terra di
riempimento avea ben presto riacquistata la stessa
tenacità di quella circostante, confondendosi con essa
anche nel colore, in modo, da non lasciar più ricono-
scere le tracce dei tagli primitivi.

Così si spiega ciò che nel corso dello scavo si è
potuto più volte, e con la maggior precisione, consta-
tare; vale a dire che parecchi scheletri giacevano così
dappresso gli uni agli altri da sembrare che non avessero
avuto ognuuo la propria fossa, ma che spesso una sola,
benché in tempi diversi, fosse diventata comune a più
individui.

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