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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0063

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1115

NECROPOLI DI NOVIL'ARA

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di arenaria, identici per forma e per dimensioni a
quelli scoperti poi nel sepolcreto Servici (tipo fìg. 24).

Ed è molto probabile che da questo lembo estremo
di più recente età del sepolcreto Molaroni provenga
altresì quella grande stele, con ornati aspirali (tìg. 2),
la quale, come fu detto più sopra (p. 85), servì per
qualche tempo da tavola nell'orto della parrocchia.
Anch'essa trova riscontro, per le dimensioni della pie-
tra e per gli ornati, in un frammento di stele rinve-
nuto coi posteriori scavi nel fondo Servici (fìg. 25).

Giacitura degli scheletri. — Gli scheletri deposti
in questo sepolcreto giacevano quasi tutti sopra un fianco
e con le ginocchia piegate, secondo quel rito proprio
specialmente delle più antiche popolazioni di tipo

presentati in braccio alla Notte sulla cassa di Cipselo,
ed uniti appaiono su molti dipinti greci vasculari (').
Ancora nelle iscrizioni sepolcrali romane la morte
viene denominata uu somnus ae/eraalis, una quies
aeterna (2).

Siccome poi la posizione più naturale e più co-
mune di chi dorme è quella di adagiarsi sopra un
fianco e di piegare le gambe, così sembra che le più
antiche popolazioni nel seppellire rannicchiate le salme
dei loro cari, abbiano voluto dare alla morte una
forma eufemistica, cioè una sembianza del sonno, e
considerarla quasi una continuazione di questa vita
oltre la tomba.

In questa opinione mi rafforza il fatto che spesso

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FlG.

dolicocefalo, le quali, durante i periodi archeolitico
e neolitico erano disperse in molte plaghe così del-
l'Asia, come dell'Europa (').

Molti dotti, nell'indagare la ragione di cotesta
giacitura così caratteristica, l'hanno ritrovata nell'inten-
zione di dare al corpo del defunto la posizione del
feto nel seno della madre, quasi in attesa di una
nuova nascita, cioè della risurrezione del corpo (2).

Alcune però di queste tombe a scheletro rannic-
chiato hanno offerto particolari i quali rendono più
probabile un'altra spiegazione, cioè che quel rannicchia-
mento simboleggi il sonno.

Anzitutto, secondo il concetto dell'antichità, la
morte era germana del sonno. "Ynvoq xai tìcivarog
Sfóvfioi, xnGìyvi^oi, sono detti da Omero e da Esio-
do (3). Il sonno e la morte come germani erano rap-

(') Wosinsky, Das pràhistorisclie Schanzwerk voti Leti-
gyel, Dritt. Theil, p. 84 e sc<?g.

(2) Wosinsky, op. cit. p. 89 ; cfr. Allevi, Oflìda preistorica,
p. 135.

(3) Iliade, XIV. 231; XVI, 072; Theog. 756.

sotto il capo degli scheletri collocavano qualche cosa
che rassomigliar dovesse a un capezzale. Uno degli sche-
letri rannicchiati, scoperto dallo Schliemann ad Hanai
Tepeh, avea sotto il capo una macina a mano di pie-
tra (3). e nella necropoli di Monteroberto, in quel di Iesi,
alcuni scheletri aveano sotto il capo un ciottolo rozzo
di arenaria, altri un pezzo di legno che al tatto si
riduceva in polvere Scheletri rannicchiati col cranio
posato su guanciale di pietra furono pure scoperti
in tombe di Tolentino e nella necropoli sieula al
Finocchito (5).

Interpretando tale rannicchiarrfento quale imma-
gine del sonno, resta spiegato altresì l'uso di deporre
presso codesti defunti, anche i più antichi, ad esem-

(') Robert, Thanatos, p. li e segg.

(2) Caetani-Lovatelli, Thanatos, p. 34; Wilmans, Exempl.
Inscript. n. 249.

(3) Schliemann, Ilios, p. 789, n. 1552.
(*) Notizie 1880, p. 344.

(■">) Bull, di paletnologia ital. anno VI, p. 101, tav. X, n. 1 ;
anno XX, p. 44 e segg.
 
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