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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0068
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necropoli di nov1lara

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le armille in corrispondenza dell' avambraccio ; gli
anelli erano ancora infilati nelle "falangi delle dita,
ud i pendagli a lastra con lunghe catenelle così ca-
ratteristici di queste sepolture, dipartendosi ora dal
petto, ora dai fianchi ed ora dal bacino, aderivano al-
le parti inferiori degli scheletri, perchè ornavano il
davanti delle vesti.

Una catenella di bronzo del sepolcro Molaroni 121,
la quale posava sul bacino dello scheletro, conserva
tuttora notevoli resti del tessuto finissimo di stoffa
con cui si trovò a contatto.

Suppellettile.

La suppellettile onde i cadaveri erano circondati
variava in numero e specie, secondo l'età più o meno
antica delle tombe.

Ho già accennato che nel sepolcreto Molaroni la
zona più a valle contiene le tombe più antiche; e,
quantunque a tale indicazione non debba attribuirsi
un significato troppo assoluto, cioè che le prime cento
tombe spettino tutte al periodo antichissimo e non una
sia di età più recente, è indubitato però che nel com-
plesso una differenza di età intercede fra esse e le tombe
nella parte alta del medesimo predio, le quali più
strettamente si collegano alle tombe caratteristiche
del sepolcreto Servici, spettante ad epoca posteriore.

Ora la medesima differenza si nota nella suppellet-
tile. Per esempio, delle prime cento tombe trenta erano
prive affatto di oggetti, nove avevano soltanto vasi fit-
tili, in parecchie altre gli oggetti erano pochi, imi-
formi e di tipo piuttosto arcaico. Al contrario le ri-
manenti quaranta tombe contenevano già taluni og-
getti simili, anzi identici, a quelli deposti nelle tombe
del predio Servici.

Ceramica. — Il carattere arcaico del sepolcreto è
dimostrato specialmente dai vasi, che sono tutti iu
terracotta, e per le forme riduconsi a quattro soli
gruppi :

1° Skyphoi.

2° Nappi a doppio manico o kantharoi.
3° Askoi.
4° Ciotole.

1) Skyphoi. Gli skyphoi sono per la maggior parte
di torra pesante, malcotta, con pareti spesse e superfi-
cie ruvida, di ima tinta scura o bigio-sporca, raramente

rossa. La quale diversità superficiale di colore dipende
soltanto dalla maggiore o minore cottura, essendo l'im-
pasto interno sempre lo stesso. L'altezza varia da m. 0,15
il massimo, a m. 0,10 il minimo. Spesso intorno al-
l'orlo sono riportati due tubercoli, oppure dei fregi a
rilievo in forma di semicerchi (tav. Vili, 52), talvolta
di / | ondulate in numero di tre ed anche quattro
(tav. Vili, 47). Questi ultimi, diventando più frequenti
negli skyphoi delle tombe posteriori, finiscono per com-
porre un fregio a zig-zag, girante intorno all'orlo, come
si osserva in alcuni esemplari del sepolcreto Servici
(tav. IX, 20 e tav. XII, 12).

2) Kantharoi. Questi nappi a doppio manico consi-
stono, per così dire, di due parti, di un corpo emisfe-
rico e di un alto collo, con strozzatura nella linea di
unione di ambedue le parti. I due manici ad orecchia
verticale impostano sull'orlo ed a metà del ventre, la
cui base, quasi a più saldo appoggio, è spesso umbi-
licata.

Per la forma si direbbero kantharoi greci a cui
manchi il piede. Di un lavoro assai accurato e con
pareti sottilissime, sono di terra assai purgata ; anzi al-
cuni presentano un impasto nero, carbonioso, identico a
quello del bucchero, con superficie ben levigata e quasi
lucente.

Essendo per lo più di piccole dimensioni, cioè del-
l'altezza media di 6 cm. come l'esemplare del sepol-
cro 8 (tav. VIII, 46), ben potevano capire negli sky-
phoi. Difatti anche nelle tombe di Oftìda il mar-
chese Allevi rinvenne spesso « entro al vaso più grande
un vasellino a due anse di forma piuttosto elegante » (').

Non ne mancano però dei più alti, specie quelli
lavorati nel così detto bucchero, come l'esemplare
del sep. 63 (tav. Vili, 51); il quale ha un'altezza
di 11 centimetri. Anzi questi ne conteneva un altro
più piccolo, e lavorato colla medesima terra.

È notevole poi che in tutti questi nappi, grandi
e piccoli, l'orifizio non è circolare, ma elittico, e l'asse
più breve è compreso fra i due manici; il che per-
metteva sia di attingere meglio nello skyphos, sia di
accostare più comodamente il nappo al labbro.

3) Askoi. Col nome improprio di askoi indico una
forma di vasetto che si può dire caratteristico delle
necropoli picene.

0) Allevi, Officia preistorica, pag. 71.
 
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