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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0069

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117

NECROPOLI DI NOVILARA

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Consisto di un corpo quasi sferico con baso piana,
apertura circolaro, ma angusta, con un solo manico
obliquo ad orecchia quadrangolare. Gli scavatori, con
termino molto espressivo, se non pulito, lo chiamavano
sputacchiera, perchè ricorda i vasetti consimili in uso
negli ospedali. Alcuni vi riconoscono una lucerna. Come
forma presenta la più grande somiglianza con un fit-

FlG. 9. 1:2

tile greco antichissimo, di cui si trovarono esemplari
a Smirne, Kameiros, in Grecia, in Sicilia, nelle Puglie,
od a cui si suole dare il nome di kothon (')•

Anzi il concetto che ha presieduto alla forma dei
due vasi, credo sia lo stesso, come può dedursi dal con-

PlG. 10. 1:2

fronto di un esemplare bolognese della raccolta Palagi
(fìg. 9) con altri usciti dalla necropoli di Novilara
(tav. Vili, 45, 49 e 50 e specialmente tav. X. 14
e fìg. 10).

(') Furtwàngler, Vasensammlung in Antiquarium su Ber-
lin I, p. 123, taf. V, n. Ili; Cavallari-Orsi, Megara Ilyllaea in
Mon. antichi, voi. I, p. 863, tav. V. 5.

Ma le notizie lasciato dagli antichi scrittori
sopra il kothon, e sullo quali avea già ragionato il
.Tahn (') ci obbligano a vedere in esso un vaso da
bere, una specie di fiaschetta Ora nò il vasetto novi-
larese da me detto as/cos, nò quello greco che suolsi
dire kothon, si prestavano a tale uso; non erano vasi
da bere, perchè il liquido esce male. Se mai liquido
vi si introduceva, dovea consumarsi da sè, senza
riversarsi, corno nelle lucerne, alle quali la forma del
detto askos meglio converrebbe, come pure a conte-
nere olii profumati, unguenti ecc. Anzi a crederlo vaso
da profumi sarei indotto dal fatto, che, quantunque
non manchi nelle tombe di uomini, pure con più fre-
quenza ed in maggior numero occorre in quelle delle
donne. E valga per tutte la tomba Servici n. 92, ora
nel Museo preistorico di Roma, la quale ne contiene
quattro.

Di questi vasetti abbiamo tutta una gradazione
(tav. Vili, 45, 49, 50). I più antichi sono piccoli, alti
in media 6 centim. e larghi 8, rozzi, pesanti, di terra
o scura, o bigia, o rossiccia.

In quelli alquanto posteriori il corpo si allarga o
si schiaccia come a fiaschetta, ora del tutto tondeg-
giante, ora con viva costa (tav. VIII, 45), e l'ansa
da prima quadrangolare (tav. Vili, 49), assume una
forma triangolare, con vortice acuto ottenuto pre-
mendo, col polpastrello delle dita, le due estremità dello
aste oblique (tav. Vili, 50). Questo vertice de-
presso diventa in seguito un dischetto, mentre alle basi
dell'ansa sporgono due tubercoletti conici (tav. Vili,
45 e fìg. 10). In questi ultimi sì sarebbe facilmente
tratti a vedere delle imitazioni di capocchie di bronzo, e
per conseguenza a derivare i nostri vasi da prototipi
metallici. Ma in tal caso rimarrebbero senza spiega-
zione sia il vertice sia il bottone dell'ansa, che più
facilmente s'intendono come prodotti di lavorazione
fittile. Anse ad apice ed a bottone hanno di fatto
parecchie ciotole rinvenute in antichissime stazioni
preistoriche, nelle quali sono comuni altresì i vasi con
tubercoli che girano attorno al corpo, come semplice
ornamento (:ì).

(') Jahn, Vasensammlung zu Munchen, Einleit. p. XCIII.

(2) Cfr. Franchi De' Cavalieri, La forma del Kothon negli
Studi italiani di filologia classica, voi. Il, pag. 142.

(3) Brizio, La Grotta del Farne tav. Ili, n. 1, 12 e 14;
Montelius, La civilisation primitive en Italie, Prém. part. Sér. B.
pi. 18. n. 20, 21 e 22.
 
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