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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0087

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senza il verticillo infìsso nella punta inferiore, col
quale gli si dava la spinta per farlo girare. Ora la
maniera com'è lavorata, la punta del nostro utensile
esclude assolutamente che vi si potesse introdurre un
verticillo o fusaiuola.

Al contrario ch'osso sia una conocchia (ìjlaxàzri,
colus), risulta anche dal confronto clic si può istituire
fra tale oggetto ed altro simile tenuto in mano da
donne dipinte sopra vasi greci in atto di filare.

In un vaso del museo di Berlino (') rappresentante
una scena del gineceo, veggonsi. fra lo altre, duo donne
ai lati di un kalathos, dentro il quale avvi un fuso ed
una conocchia. Di questa ultima, per essere tutto il
fusto avvolto nella lana, non appare che la parte su-
periore, ma e>sa è a fiottone ovoidale sormontato da
piastrella, simile cioè all'esemplare edito dal Gozza-
dini C2), al quale corrisponde altresì per la gran-
dezza.

Anche nell'interno di una coppa trovata ad Or-
vieto (3) è rappresentata una donna che fila con fuso e
conocchia, della quale appare soltauto la parte inferio-
re; ma anche questa per grandezza e forma corrisponde
all' utensile fusiforme delle tomfie felsinee. Si confronti
pure la figura femminile pubblicata dal Panofka (4).
Anche nel frammento di stele sepolcrale rinvenuto a
Tyrnavo in Tessaglia, la conocchia carica di lana (colus
compia) e stretta con la sinistra sollevata da una figura
femminile, presenta la medesima forma che ha sui
vasi (5). D'identica forma finalmente, cioè con la cima
sormontata da cappello conico, sono le conocchie
figurate sopra due stele etnische della Certosa e te-
nute similmente da donne con la mano sinistra ((i);
esse anche nella grandezza corrispondono al noto uten-
sile fusiforme delle tombe felsinee.

Fusaiuole. — Queste si sono trovate in moltis-
sime tombe, talvolta a due, tre, cinque assieme, ed
una volta ancora, nella tomba 16, in numero di otto.
Ma siccome posavano presso la nuca e variavano di

(') Arch. Zeitung 1882, tav. VII, n. 1.

(*) Scavi Arno aldi-Veli, tav. IX, n. 10.

(:ì) Arch. Zeitung. 1877, tav. VX

(*) Bilder antik. Lebens, tav. XIX, n. 2;Blumner, Tech-
nolog. uni. Terminolog. I, p. 119.

(5) Fougères, Bullet. de corresp. helléniq. XII, pi. XVI;
Herbedey, Mittheil. des athen. Inst. XV, taf. IV, p. 200.

(°) Zannoni, Scavi della Certosa, tav. XXII. n. 5, C. n. 13,
pag. 351.

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forma, così non è improbabile che fossero infilate l'ima
dopo l'altra e componessero una collana. General-
mente però non ve ne avea che una per tomba e quan-
tunque occorrano la biconica (tav. Vili, 31), l'esa-
gonale ed anche l'ottagonale, puro la più frequente è
la forma pentagonale (tav. Vili, 30). Ma queste
fusaiuole sono prive di qualsivoglia fregio, come fra
esse manca assolutamente quella a forma di cono co-
munissima nelle necropoli felsinee.

I fusi in cui dette fusaiuole erano infilate do-
veano aver la forma di quello già da me edito (') prove-
niente da una tomba felsinea del predio Benacci-Caprara
e che conserva ancora attorno all'asticella avanzi del filo
che vi era avvolto. Un secondo fuso simile, inedito,
esiste pure nel Museo civico di Bologna (tomba Benacci
344). Ma quantunque in tombe ricchissime di altri
luoghi siansi trovati anche fusi di avorio (2) e gli
antichi facciano menzione di fusi d'oro (3), è indubi-
tato però che per maggior parte doveano essere, come
lo sono ancora oggidì, di legno, e per questa ragione,
anche se collocati nelle tombe, dovettero carbonizzarsi
e consumarsi.

Rocchetti. — In alcune tombe (29, 76, 78, 133,
135) insieme con le fusaiuole trovaronsi pure quei ci-
lindri fittili a doppia capocchia a cui si suole, da più
tempo, dare il nome di rocchelti ('').

II qual nome mi sembra molto proprio, imperoc-
ché questi utensili, di una forma assai corrispondente
a quella degli odierni rocchetti di legno, molto bene
si prestano per avvolgere il filo. L'essersi poi tro-
vati, non soltanto nelle tombe felsinee, ma anche in
quelle di Novilara, associati sempre con le fusaiuole,
conferma la giustezza del nome loro assegnato. Tanto
più che in testa presentano tutti un foro pervio
(tav. IX, 4), nel quale introducevasi il capo del filo
che vi si volea avvolgere.

Nei rocchetti delle necropoli felsinee questo foro
è praticato nel mezzo e trasversalmente.

Coltelli. — Nella serie degli utensili per i lavori
femminili includo anche i coltelli, perchè essi si rin-
vennero in quattro tombe (9, 76, 129, 136) le quali
senza dubbio erano di donne, come dimostravano gli altri

(!) Notule 1889, p. 329.

(2) Garrucci, ncWArchiiologia, voi. XLI, p. LV, n. 3.

(3) Herod. IV, c. 162.

(4) Brogi, Bull. delVhtit. 1875. p. 2!9.

XKCROPOT.I DI NOVILARA
 
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