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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0095
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NECROl'01,1 DI NOVII.ARA

170

Sepolcri di famiglia. — Oltre le tombe bi-
sonte doveano esistere i sepolcri di famiglia. In
duo punti, cioè nel centro e verso l'estremità set-
tentrionale (tav. VI e VII), apparvero inrisse ancora
verticalmente al suolo varie pietre, l'ima all'altra conti-
gua, che sembra costituissero una specie di basso muric-
ciolo e limitassero una determinata area. Nel punto nord
sopravanzavano ancora tre di questi muriccioli, due con-
vergenti fra loro in modo da formare un angolo acuto
presso la tomba 58, ed il terzo isolato, lungo m. 5.00,
presso le tombe 53 e 57. Più importanti sono i mu-
ricciuoli nel punto centrale del sepolcreto, disposti in
modo da formare come un rettangolo di oltre m. 8,00 noi
lati più lunghi, e di circa ni. 6,00 in quelli più brevi,
uno dei quali ora è mancante. Nell'area compresa fra
questi muri era una dozzina di tombe (21 - 27, 31,
33, 39 e 42) le quali presentavano la particolarità di
formare come un gruppo (fig. 23) perchè comunica-
vano fra di loro, quantunque scavate in tempi diffe-
renti e con fondo a livello diverso. Oltre ciò alcune
(22, 23, 25) racchiudevano scheletri di bambini;
altre (21,24) di adulti; due (26 e 42) di uomini, e'
quattro (26*", 27, 32 e 35) di donne. In tutte
le tombe poi la suppellettile era abbastanza considere-
vole, ed in taluna anche molto abbondante.

Una delle tombe infatti, la 42, era sormontata da
una grande stele di arenaria compatta (tig. 25), ornata
sopra una faccia di ruote e spirali ricorrenti, simili
a quelli della grande stele (fig. 2 e 2 a) rinvenuta tino
dall'anno 1865 nella zona più recente del sepolcreto
Molaroni.

Tutto considerato adunque sono di parere che le
dodici tombe, comprese in quell'area rettangolare ap-
partenessero ad una sola gente, costituissero cioè un se-
polcreto di famiglia, la cui agiatezza è rivelata sia
dalla copia degli oggetti deposti nelle singole tombe,
sia dalla stele che ne sormontava la 42, spettante pro-
babilmente al personaggio più insigne di essa. Di
detta stele non avanza che la parte inferiore, ma la
superiore poteva contenere anche una iscrizione col
nome della famiglia del personaggio a cui la mede-
sima era stata innalzata, come un'iscrizione difatti leg-
gesi nella parte superiore di altra stele simile (tìg. 28).
D'altra parte la supposizione di un sepolcreto genti-
lizio mi sembra acquisti valore dalla presenza della
tomba 26 e 26'"', in cui erano i due scheletri sovrap-

posti l'uno di uomo, l'altro di donna, probabilmente
marito e moglie.

Anzi merita di essere notato che anche la tomba
similmente bisoma 57, sembra formasse gruppo con
altre tre (53, 54, 56), le quali erano pure assai ricche
di oggetti, e che contiguo ad esse trovasi il muric-
ciuolo lungo cinque metri, il quale senza dubbio è avanzo
di un muro perimetrale, che circoscriveva una deter-
minata area.

Sepolcri di famiglia costrutti in analoga maniera
esistevano anche nella necropoli di Este. Perchè il
Prosdocimi ricorda come nel sobborgo Morlungo » com-
parvero qua e là tratti di muricciuolo formati «Iella
stessa materia delle casse delle tombe, cioè di sfal-
dature di tufo calcare, collocate verticalmente nel

Fio. 21. i ; r,

terreno una vicina all'altra e sostenute in qualche
punto da pilastrini in macigno rozzamente tagliati ».
Il Prosdocimi rettamente opinò che quelle costruzioni
fossero veri recinti, inualzati allo scopo di suddividere
le tombe in gruppi diversi; e siccome li scoprì poscia
in tutte le località esplorate, così giudicò che servis-
sero a dividere nelle necropoli le caste e le famiglie (').

Ma il più antico e celebre sepolcro di famiglia
fin qui conosciuto è quello costituito da un recinto
circolare formato da due alte lastre verticali ed una
orizzontale incastrata fra esse, scoperto dallo Schlie-
mann sull'acropoli di Micene e che racchiudeva cinque
tombe spettanti a personaggi della real famiglia (2).

(') Notizie 1882, p. 11.

(•) Schuchhardt, Schliemann's Ausgrabungen, p. 185.
 
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