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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0131

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241

NECROPOLI DI NOVI LARA

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Quelle di Numana, conservate ora nel Museo di An-
cona (l), banno, per maggior parte, un foro circolare
e passante in testa, come alcuni esemplari in bronzo
usciti dalla fonderia di s. Francesco ('-).

Ma fra esse ne abbiamo pure una, alta m. 0,16 e
larga al tagliente m. 0,06, di forma identica alle
quattro uscite dalle tombe Servici (cfr. per il tipo
tav. XII, 21).

Che queste accette fossero armi da usarsi in

rappresentata pure nella celebre situla della Certosa,
dove un personaggio, l'ultimo della seconda zona, porta
sulla spalla sinistra un fascio di spiedi e nella destra
abbassata tiene un'accetta. Nè ciò soltanto, ma egli
è preceduto da altro ministro, alle cui spalle è ap-
peso un lungo tubo cilindrico con stretto collo, nel
quale mi sembra dover riconoscere un recipiente per
l'olio con cui ungevansi le carni da cuocere sulle
brace (').

guerra, si deduce non solo dal fatto che si raccolsero
in tombe di guerrieri, associate con altre armi, ma
specialmente dalla grande stele epigrafica sul cui
rovescio (fig. 30), rappresentante una pugna, uno dei
combattenti è appunto armato di una scure.

Potevano però essere adoperate anche per altri
usi, ad es. per tagliare a fette le carni da cuocere ed
arrostire. Ciò deduco dal fatto che due delle tombe
in cui erano tali accette, contenevano non solo degli
spiedi per infilare le dette carni e farle arro-
stire, ma ancora quello strumento detto pempóbolon,
che veniva adoperato per uno scopo analogo. L'asso-
ciazione inoltre dell'accetta con gli spiedi fu già con-
statata in altre tombe dèi Piceno, ad es. in una di
Tolentino, edita dal Gentiloni (3).

Osservo ancora che la medesima associazione è

(!) Notizie 1891, p. 117.

(J) Zannoni, La fonderia di s. Francesco, tav. XXV, n. 1
e segg.

(3) Annali dell'Istituto 1881, tav. d'agg. Q, n. 4 e 7.
Monumenti antichi — Vol. V.

Spiedi.

Le tombe 45 e 47 sono quelle in cui si raccolsero
gli spiedi: due di ferro nella prima e uno di bronzo
nella seconda. Sono fatti ad asta quadrangolare che è
lunga m. 0,78 negli esemplari in ferro e m. 0,74
nell'esemplare di bronzo (tav. XIV, 1). Tutti hanno
punta aguzza: ma come terminassero in testa gli
esemplari di ferro non si può conoscere, in causa della
corrosione prodotta dalla ruggine. Nello spiedo in
bronzo, perfettamente conservato, la testa è spianata
ed avvolta a riccio.

Spiedi in ferro della medesima forma erano già
usciti da altre tombe del Piceno, contemporanee o di
poco posteriori a queste Servici, ad es. da due di To-
lentino descritte dal conte Gentiloni (s), e da quelle

(!) Zannoni, Scavi della Certosa, atlante, tav. XXXV; Chie-
rici, Bull, di paletn. iteti, anno VI, tav. VII, p. 99.

(2) Ann. Istit. 1881, tav. agg. Q, n. 7; Bull, di paletn. ital.
anno VI, tav. X, n. 13.

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