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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0134
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NECROPOLI DI NOVIL ARA

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che in rarissime tombe di donne in questo sepol-
creto, in tre o quattro al massimo.

Delle fìbule serpeggianti alcune presentano forme
arcaiche, altre più sviluppate. Includo fra le serpeg-
gianti più arcaiche uscite finora dal sepolcreto Servici
due esemplari l'uno della tomba 14 (fig. 00), e l'altro
della 21, il cui arco era ornato lateralmente di quattro
paia di bastoncini sormontati da sferette. Una fibula si-

FlG. GO. 1 : 1

mile, ma con le sferette appena accennate, raccolse il
prof. Orsi nella necropoli sicula, del terzo periodo, al
Finocchito ('), ed il frammento di un'altra nella ne-
cropoli, pure sicula, di Tremenzano (2). Siccome fibule
identiche occorsero anche in Olimpia, ed osservansi
riprodotte sui vasi greci arcaici, così non può essere
dubbio che gli esemplari Servici abbiano una prove-
nienza greca.

Di un tipo relativamente arcaico è pure la fibula
serpeggiante della tomba 51 (tav. XIV, 24). Pei globetti
poco sviluppati, per la mancanza del rigonfiamento
ventricoso, e per la spirale formata ad asta piatta, deve
includersi fra le forme serpeggianti ancora primitive.

Una fibula simile, proveniente dalla tomba 49, è
notevole per la foggia rarissima dell'arco, fatto a due
verghette distinte, e finienti ciascuna in proprio spillo,
introdotto alla sua volta in proprio astuccio a lungo
canaletto (fig. 60 bis). Potrebbero corrispondere agli
avloi óCóviioi, di Omero, se giustamente l'Helbig
non avesse riconosciuto quella forma speciale di fibula
in alcuni esemplari di tombe prenestine e ceretane (3).

Le forme più sviluppate della fibula serpeggiante
sono riprodotte a tav. X, 8, 36, 41 ; XII, 7 e 9.

(') Bull, di paletti, ital. anno XX, tav. IV, n. 8, p. 49 e 66.

(2) Ball, di paletn. ital. anno XVIII, tav. VII, n. 4.

(3) Helbig, Das homerische Epos, p. 188.

Oltre le serpeggianti si trovarono nelle tombe degli
uomini poche fibule di altro tipo : cinque a conchiglietta,
una a forma di cane corrente (tav. XIV, n. 26), e due
ad arco ingrossato. Rarissime pure sono le fibule di
ferro: due a conchiglietta della tomba 57 hanno lungo
astuccio finiente in riccio rivoltato all'infuori. In una di
queste è infilato, a guisa di ciondolo, un anello di bronzo.

Ad una fibula infine credo appartenga anche un ci-
lindretto forato di pasta vitrea nera con fascette ondu-
late bianche all'ingiro (tav. XIV, 15), perchè fibule
con eguale ornamento di vetro si ebbero altresì inBo-
logna dalle tombe italiche del predio Arnoaldi (').

In tutti gli scheletri queste fibule si trovarono
ancora al loro posto, che nei rapporti dell'ing. Men-

FlG. 60 bU. 1: 2

garelli viene così indicato : sul torace,, sul petto, sulla
clavicola, sulle costole superiori di sinistra, sullo
sterno; e pare che per lo più stessero dal lato sinistro.

Rasoi.

Dopo le fibule, 1' oggetto più frequente nelle
tombe dei guerrieri è il rasoio, utensile indispensa-
bile per la toeletta. Esso si rinvenne in sedici tombe,
e la sua presenza prova l'uso presso i Piceni di ra-
dersi il volto, uso attestato altresì sia dalla colos-
sale testa di Numana (fig. 48 e 48), sia dalle figure di
combattenti sul rovescio della stele con l'iscrizione
di dodici linee, i quali hanno tutti il volto senza barba.

Quanto alla forma questi rasoi si possono dividere
in due gruppi.

Il primo è a larga lama semilunata (tav. X, 5), già
apparso nelle arcaiche tombe Molaroni (tav. VITI, 9), e
comune in Italia a quasi tutte le necropoli dell'età
del ferro, da Vadena fino a Torre del Mordillo (2).

Il secondo è a lama lunga ricurva (tav. X, 37,

(!) Gozzadini, Scavi Arnoaldi-Veli, tav. XII, n. 11.

(2) Per la statistica rimando alle opere del Gozzadini (Scavi
Arnoaldi- Veli, p. 53 e seg.), e dello Gsell {Fouilles de Vulci,
p. 296). Ora bisogna aggiungere, fra parecchi altri, i rasoi lu-
nati della necropoli falisca (Barnabei e Pasqui, Antichità del
territorio falisco, p. 386, tav. XII, n. 5 e 6).
 
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