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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0146

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271 NECROPOLI

il .sepolcreto Molaroni (pag. 14:'.) debbo aggiungere altri
due esemplari del Museo preistorico di Roma, e dei
quali debbo la conoscenza al prof. Pigorini. 11 primo,
di inedia grandezza, circa m. 0,04, proviene dalla
palafitta occidentale di Lonato, prov. di Brescia; il
secondo, grande quasi il doppio, cioè del diam. di circa
m. 0,07, fu trovato ad Appigliano presso Macerata.

Amendue presentano nella parte piana due fori dit-
tici, inclinati al contro e comunicanti fra loro, come
nell'esemplare Servici.

Orecchini a dischi di ambra.

Descrivendo gli oggetti di ornamento del sepol-
creto Molaroni ho accennato (pag. 13(3) all'uso che face-
vano le donne di orecchini, uso attestato dalla frequenza
di dischi di ambra con foro centrale, rinvenuti per
lo più in numero di due sugli scheletri muliebri
presso i fori auricolari.

I medesimi dischi di ambra (tipo tav. IX, 5
e 6) si sono ritrovati almeno in dieci tombe fem-
minili del sepolcreto Servici, sempre, nella parte
superiore della persona, tranne che nella 62, in cui si
trovarono collocati sul bacino. Erano in fatti presso
l'occipite (tomba 1); accanto al collo (tombe 57 e 93);
sul petto (tombe 52,71,80); davanti la faccia (tomba 54);
fra l'omero ed il fianco destro (tomba 27); e presso le
tempia, come nello scheletro della tomba 92 Servici,
che fu inviato con tutta la suppellettile, da cui era cir-
condato, al Museo preistorico di Roma, dove ora si
osserva.

I dischi sono quasi sempre in numero di due; ma
le tombe 27 e 98 ne contenevano quattro ciascuna.
Riguardo a questo numero, ricordando quanto ho già
accennato a pagina 188 sulla rappresentanza di orec-
chini in forma di dischi nei monumenti antichi, debbo
aggiungere che in una pittura parietale etnisca di Tar-
quinia una donna ed una fanciulla hanno, come pendenti,
non due, ma quattro dischi gialli, due per orecchia (')•

Dischi di avorio.

Se ne rinvennero soltanto due, di forma non cir-
colare, ma elittica e con foro nel centro. Il primo

(') Monumenti delVInstituto 1870, tav. XIIIa e XIII b.

novilara ^'^

(tav. XIV,2.r.) lungo circa m. 0,07 e largo m.0,05, prove-
niente dalla tomba 50, posava sul petto dello sche-
letro; il secondo, della tomba 56, vi fu raccolto
in frammenti presso l'omero destro.

Dalla rarità della materia e dalla forma degli og-
getti si argomenta che amendue costituissero un or-
namento della persona, e propriamente del petto.

Collane.

Ma l'ornamento più comune è la collana. (Ili
elementi costitutivi sono in parte gli stessi che nel
sepolcreto Molaroni, vale a dire: perline di pasta vitrea
di vario colore (tav. IX, 19) e laminette trapezoidali e
romboidali di osso (tav. IX, 13 e 14; XI, 18).
Le quali ultime lamine rimangono ancora proprie e
caratteristiche delle tombe tipo Novilara, perchè, per
quanto io conosco, finora non se ne trovarono nò in
tombe falische, nè in etnische, nè in quelle tipo Vil-
lanova.

Sono però diminuite sensibilmente le lamine ed
i grani e gli anellini di ambra, così frequenti nel
primo sepolcreto. Collane composte di pochi anelli e
laminette di ambra occorsero soltanto in due tombe
di bambine (23 e 25).

Gli anellini di ambra sono talvolta sostituiti da
quelli di bronzo (tombe 56 e 63) come in collane di
tombe falische ('), e, fatto strano, ma che trova riscontro
in tombe già note del Piceno, per es. di Tolentino (-).
entrano pure come nuovo elemento di collana le con-
chiglie forate all'apice, rinvenute in quattro tombe
(25, 62, (53, 85), e nella prima di esse in numero
di tre.

Altri elementi nuovi sono i pendaglini di bronzo
in forma di doppia sferetta con occhiello, identici a
quelli pendenti da una catena della citata tomba
di Tolentino. Ma il posto principale è riserbato alle
perle di vetro, che si raccolgono sempre in numero
grandissimo (tav. IX, 19). Doveano comporre più
file sovrapposte, come deducesi altresì dagli stessi
fermagli, di cui alcuni presentano alle coste perfino
dodici fori, in ognuno dei quali penetrar doveano i
capi dei corrispondenti fili che costituivano le collane.
La cui grandiosità e ricchezza risultava appunto dal

0) Barnabei, Antichità del territorio falisco, p. 222, lctt. il.
(2) Bull, di palctn. ital. anno VI, tav. IX, n. 1.
 
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