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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 5.1895

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Brizio, Edoardo: La necropoli di Novilara
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https://doi.org/10.11588/diglit.9299#0155

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289

NEGROPOLl DI NOVILARA

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intorno alla bocca, sempre ristrettissima, con graffiti a
triangoli e fornita di ansa a duo cilindri (')•

Noi Musco preistorico di Roma so ne conservano
taluni provenienti da Spinetoli, in provincia di Ascoli, i
quali si distinguono per l'ansa Irniente in semiluna
appiattita (tipo tav. XIII, 11) come quella delle cio-
tole descritte.

Kùntharoi. — I vasi di questo tipo, già molto
frequenti nel sepolcreto Molarcni, non Inumo subito

mantenersi fermo, cosi è probabile fosse introdotto in
una specie di sostegno dalla forma di calice con piede
a campana e con labbro molto espanso (tav. XII, 13),
trovato, come ho già osservato superiormente (p. 210),
nella medesima tomba e quasi a contatto con esso; tanto
più che il diametro massimo del vaso sferico corri-
sponde esattamente con il diametro del labbro del
calice, il quale riproduce la parte principale dei com-
plicati sostegni fittili trovati nella necropoli di Narce(').

Fig. 76. li 2

alcuna modilìcazione. In essi persistono le piccole
dimensioni, le pareti sottili o levigate e l'orifizio in-
tenzionalmente elittico.

Sono, per cosi dire, immancabili nelle tombe tanto
maschili quanto femminili (tav. IX, 22, 24; X,
18, 24, 38; XI, 23; XII, 14), il che si spiega col
fatto che essi costituivano i recipienti indispensabili
per bere, come i nostri bicchieri.

Oltre queste forme già note di vasi, ne ap-
paiono altre nuove, delle quali indicherò le principali.

A corpo sferico e eoa piede a campana. — Se
ne ebbe uno ad impasto e copertura rossiccia munito
di collo largo e dritto (tav. XII, 20). Così per
la forma, come per la capacità e per il colore della
terra, ricorda il fittile assai frequente nella necropoli
falisca, il quale, come ha dimostrato il Barnabei, è
imitazione dei vasi in rame di Cipro, celebrati
specialmente per il loro colore rossigno (-). Siccome
per la forma tondeggiante del corpo e per l'estrema
piccolezza della sua base, difficilmente avrebbe potuto

(') Allevi, O/fida preistorica, p. 7!».

(2) Barnabei, Antichità del territorio falisco, p. 23G,
tav. VII, n. 7.

Che questo calice con labbro espanso e piede a
campana servisse soltanto di appoggio, è specialmente
provato da un altro esemplare simile, ma più piccolo,
riprodotto al n. 17 della tav. XIII. La forma ripete
quasi esattamente quella del calice precedente; se-
nonchè le pareti vi sono lavorate a traforo, imita-
zione senza dubbio di un lavoro metallico. Ma l'imi-
tazione stessa dimostra che questa coppa non era
destinata a contenere alcun liquido, e serviva sola-
mente ad appoggio di qualche tazza col fondo tondeg-
giante, del tipo incirca di quella disegnata nella
tav. XII, n. 19.

Come risultato dell'unione di queste due forme
di vasi in una sola si possono considerare le coppe
emisferiche, con alto piede a campana, riprodotte sotto
i n. 13 e 14 della tav. XIII. La prima è ornata a
contatto dell'orifizio con un grande cordone a rilievo;
la seconda con un cordone simile, pure a rilievo ed in
prossimità dell'orlo, ma disegnante un zig-zag. Nel
piede della seconda sono praticati tre fori triangolari.

Bastano i cordoni a contatto dell'orlo per dimo-

(!) Barnabei, op. cit. pag. 243.

«

Monumenti antichi. — Vol. V.

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