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59

RELIQUIE DI FIRENZE ANTICA

(il)

Io credo che Mallio abbia potuto prendere effet-
tivamente parte importante nelle nuove edificazioni di
Firenze, e sospetto che il suo nome e la sua memoria
possano forse esserci conservati in quel Marzio che, se-
condo Villani, avrebbe fondato appunto il Campidoglio
fiorentino (cfr. sopra p. 21, nota 2). Per un facile errore
di lezione invece di Manlius ne sarebbe nato un
Martius = Marzio, nome quest'ultimo palesemente cor-
rotto. L'addebito che Cicerone, l.c, fa ai veterani di
Siila, rappresentati sotto Fiesole dal sopradetto Mallio,
per lo sperpero di denaro pubblico e per i debiti in-
genti fatti in dispendiosissime edificazioni (*), può bene
accennare alle straordinarie costruzioni fiorentine, fra
cui sarebbero da porsi 1' anfiteatro e il Campidoglio.

A buon conto queste costruzioni sono di natura ec-
cessivamente suntuosa e, per molti riguardi, mostrano
di datare effettivamente da questo tempo.

La costruzione dell' anfiteatro Fiorentino ho cre-
duto di poter assegnare quasi con certezza agli ultimi
tempi sillani o più precisamente fra l'a. 89 e il 43
a. Cr., in causa di un asse onciale dimezzato, del peso di
gr. 12,5 (inv. suppl. n. 0184), raccolto alla mia presenza
sotto uno degli smalti della prima precinzione dell' an-

nia di Firenze. Pais, in Mas. ital., I, 39, la enumera fra le
diciotto colonie triumvirali sulla fede del Liber coloniarum, ed
appoggiandosi al titolo Borghesiano (op. V, p. 275) in cui si cre-
dette nominata Colonia Iulia Augusta Florentia. Questo titolo
però Mommsen in Hermes, 1882, p. 180, rivendicò a Vienna.
(*) Cicerone, in Cat. II, 8. 20, così si esprime:
" Sunt homines ex iis coloniis, quas Sulla constituit; quas
ego universas civium esse optimorum et fortissimorum virorum
sentio, sed tamen ii sunt coloni qui se in insperatis ac repen-
tinis pecuniis sumptuosius insolentiusque iactarunt. Hi dum
aedificaut tamquam beati, dum praediis lectis, familiis magnis,
conviviis apparatis delectantur, in tantum aes alienum incide-
runt, ut, si salvi esse velint, Sulla sit ab inferis excitandus :
qui etiam non nullos agrestes homines tonues atque egentes in
eamdem illam spem rapinarum veterum impulerunt. Quos ego
utrosque in eodem genere praedatorum direptorumque pono,
sed eos hoc moneo : desinant furere ac proscriptiones et dicta-
turas cogitare ». Dione Cassio, 1. e, fa di Manlio questo quadro:
róióe tig MciXhoc, tojv re nole[it,x(òv i un e iqó i ut of (fieni
yctQ xùv xov ZvXXov Xo-fctytòv è(7TQc<TevTo) xccl n oXv (fan a-
v u> t uto g biv ' avfinuvru yovv, óou róre ixirjaitio, xuijtsq nufi-
noXXu o'Trf, xuxtog xuTuvciXióoug trepak eQytof ÓuoÌuìv ènsUvuEt.

C. Manlio o semplicemente Mallio, di cui non si conosce il
cognome e che perciò ignoriamo a qual ramo della famiglia dei
Manlii appartenga, nelle vanterie cui accenna Cicerone, 1. e, potè
ben farsi valere quale discendente dal ramo dei Capitolini e spe-
cialmente da quel M. Manlio, che salvò il Campidoglio urbano
al tempo dei Galli, e che ebbe da ciò il nome di Capitolino.
Anche questa velleità potè per lui esser cagione d'ingenti spese
per il Campidoglio fiorentino.

fiteatro, quando nel luglio 1886 si praticò il fognoue
di Borgo dei Greci e feci gli opportuni studi, assistito
dall'ing. Fraschetti. In una lettera in cui dava notizia
di questo fatto al sen. Villari ('), io aveva perciò citato
l'anfiteatro di Borgo dei Greci, come uno dei più ve-
tusti edilizi di Firenze romana. Inoltre è da notare
che la base di una grande colonna tuscanica in are-
naria (dm. 0,835), rinvenuta in situ vicinissima al pe-
rimetro esterno dell' anfiteatro, ma a questo non coor-
dinata, dava chiaro indizio della importanza degli edi-
fizì di Firenze che precedettero la costruzione dell' an-
fiteatro stesso (2).

Com'è noto anche l'anfiteatro, di Pompei si deve ai
coloni sillani; mentre l'anfiteatro di Verona, per tra-
vamenti archeologici recenti e induzioni che non è qui
luogo di esporre, viene da me assegnato ad un'epoca
ancora anteriore (3). Siccome poi la costruzione dell'anti-
teatro di Firenze, con grandi smalti e muri a piccole
bozze di pietra forte, ben corrisponde con il caratteri-
stico sistema di fondazione del Campidoglio, sono in-
dotto a ritenere tanto più verisimile che la costruzione
dell' anfiteatro e la fondazione del Campidoglio sieno
all'incirca coeve e sieno opera dei veterani di Siila.

In ordine alle mie idee è pure da notare che il
tempio capitolino di Firenze appare di stile corinzio,
come quello Urbano riedificato da Siila dopo l'incendio
dell'83 a. Cr., e come quello di Pompei.

I veterani di Siila nel dotare Firenze di un tempio
capitolino a similitudine di quello che giusto allora
si stava ricostruendo a Koma da Lutazio Catulo, in
forma magnifica, diversa dalla primitiva, non più di
stile tuscanico, in legno e terracotta, e tetrastilo, come
vedesi nei denari di M. Volteio, ma di stile corinzio,
marmoreo ed esastilo, come vedesi nelle monete di
Petilio Capitolino e con le colonne colossali di marmo
pentelico, levate dal tempio ateniese di Giove Olimpio,

(') Villari, in Nuova Antologia, fase, di gennaio 1890,
ed ora nel suo libro : Iprimi due secoli della storia di Firenze,
Sansoni, 1893, I, p. 60, nota 2.

(2) Questa base di colonna ora è nel Museo. Parecchie altre
basi di colonne tuscaniche in arenaria, capitelli, rocchi di co-
lonna ecc., della stessa materia e del medesimo carattere stili-
stico, trovati nei lavori del Centro di Firenze io referirei del
pari ai primitivi edifici di Firenze romana. Questi avanzi pos-
sono dare un'idea di quel che era Firenze avanti la famosa asta
sillana e avanti che cominciasse a diventare comune l'uso delle
costruzioni marmoree.

(3) Vedansi intanto le osservazioni fatte dal Pompei.
Studi intorno all'anfiteatro di Verona, Verona 1877, p. 133 sgg.
 
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