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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Helbig, W.: Sopra un busto colossale di Alessandro Magno trovato a Ptolemais
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0049

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subivano leggiere modificazioni, specialmente nelle
desinenze, sia per abbreviarli, sia per particolari dia-
lettici. Propongo dunque ai filologi che si occupano
di ricerche onomatologiche il quesito, se quello Chae-
reas, il quale non è menzionato da alcun altro autore,
non sia identico con Chares che eseguì per i Rodii
il famoso colosso di Helios. Possono citarsi in favore
di tale asserzione le diverse forme che presenta il
nome d'un noto peripatetico, nato ad Ereso, il quale
generalmente si chiamava tPavCag, ma talvolta anche
QatvCag (') e d>dvrjc (2). Ma in rapporto ancora più
stretto colla nostra ricerca si trova un altro fatto.
Cratino (3), Ferecrate (4) ed Aristofane (5) menzio-
narono un flautista Xwqic, la quale forma può con-
siderarsi come una abbreviazione regolarmente formata
da Xaiqéug (,!). Dall'altro canto il medesimo flauti-
sta dai paremiogratì è chiamato Xuo^g (7). La quale
coincidenza, se non vogliamo supporre che la lezione
Xuorjg nei codici dei paremiogratì derivi da un errore
di penna, evidentemente ci darebbe il diritto di
identificare lo scultore Chaereas menzionato da Plinio
col celebre Chares e di riconoscere in XaiQsag la for-

(') Suidas s. v. 4>ai>las.

(2) Etymologicum magnum p. 515, 48 s. v. x'nqiav.

(3) Schol. Aristoph. Av. 858. Comicorum atticorum frag-
menta ed. Kock I p. 51, n. 118.

(4) Schol. Aristoph. Av. 858. Com. att. fragm. ed. Kock I
p. 546, n. 5.

(5) Acharn. 16, Pax 951, Av. 858.

(6) Lobeck Pathologiae sermonis graeci proiegomena
p. 506 ss.

(7) Paroemiographi graeci ed. Leutsch II p. 721 n. 17.

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ma usitata nella Grecia settentrionale, in XaQrjg quella
ionico-attica del medesimo nome. Ammessa tale iden-
tificazione, la grande affinità, la quale si osserva tra
i tipi monetari di Rodi riproducenti, a quel che pare,
la testa dell'Helios di Chares ('), ed i due marmi ripro-
dotti sulle nostre tav.'I e II, giustificherebbe la con-
gettura che l'originale di questi ultimi fosse stata
l'imagine d'Alessandro Magno attribuita da Plinio a
Chaereas. Chares era all'apogeo della gloria nel secondo
decennio del III secolo av. Cr. quando i Rodii gli
diedero la commisione della statua colossale di He-
lios (2). Dall'altro canto egli doveva già aver una
certa rinomanza, quando fu incaricato dell'esecuzione
delle statue di due re macedoni. Se dunque il tipo
d'Alessandro Magno che ci occupa, come credo di
aver provato, accenna al passaggio dal IV al III
secolo, esso rientra molto bene nella carriera artistica
di Chares. Nemmeno vedo difficoltà di attribuire al
medesimo scultore una statua di Filippo. È vero che
questa statua, secondo ciò che sappiamo della crono-
logia di Chares, dovrebbe essere stata eseguita parec-
chi decenni dopo la morte del personaggio rappre-
sentato. Ma sembra molto naturale che l'istituzione
di culti in onore del defunto Alessandro risvegliò la
memoria del padre e fece sì che anche Filippo verso
la fine del IV o sul principio del III secolo fu ono-
rato con delle statue.

W. Helbig.

(') Sopra pag. 84.
(2) Sopra pag. 84.

sopra un busto colossale d'alessandro magno trovato a ptolemais

APPENDICE

Siccome questa Memoria fu impaginata già nel
febbraio 1895 ma si pubblica soltanto nel gennaio 1896,
così non vi si è tenuto conto di parecchie ricerche re-

lative al soggetto che vennero alla mia cognizione
soltanto dopo il principio dell'anno 1895. Specialmente
mi spiace di non aver potuto approfittare dello dotte
 
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