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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Orsi, Paolo: Thapsos
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0060

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107

THAPSOS

108

superficie politissima ('), ed il sedile o pancone fit-
tile di minuscole dimensioni tav. IV, 9, che ha il suo
riscontro nel trono del sep. 56.

Sepolcro 15. Cella elittica sfondata (asse m. 2,05,
alt. m. 1,05) con cinque scheletri in posto, adagiati
col cranio alla periferia. Abbondano i rottami fittili,
che accennano a fiaschi globari, a bacini e ad un ba-

Fig. 12.

cinone lebetiforme con ansa colossale ; completa era la
capeduncola qui riprodotta ad (fig. 12), rotti invece
due yasi a doppio cono (cfr. uno in fig. 12), che da
vicino rammentano i bicchieri a clepsidra così fre-
quenti nel primo periodo (Castelluccio, o. e, tav. V,
13 e pag. 17, nota 18); aggiungansi i rottami di un
grande bottino a costoloni, come quelli dei sepolcri 16,
e 46.

Sepolcro 17. Cella circolare (diam. m. 2,10) e
profonda, con portello preceduto da lungo canale, in-
vasa sempre dall' alta marea, che vi depositò ciottoli
e fango. Sul fondo la deposizione sembra appena toc-
cata; lo scheletro, unico, aveva una giacitura singo-
lare, in quanto gambe e torace formavano un angolo
retto, e stava adagiato a sin. di chi entra. A d. in-
vece, collocate orizzontalmente due grandi anfore, di
cui una vedesi riprodotta a tav. V, 22 (2), ed una
olletta ad anso acuminate con coperchio, un bacinetto

(') Il motivo geometrizzante del reticolato sulle spalle ritorna
in una anfora-askos di Ialysos (Furtwaengler e Looschcke, o. c,
n. 41) ed in un vaso a calamaio di Nauplia (o. e, n. 95).

(2) Numerose anfore analoghe, dipinte a stralucido rosso,
ed una a fregi geometrici, esistono nel Museo di Siracusa e
provengono da scavi clandestini nella necropoli Sicula di Pan-
talica. Ne diedi un saggio in Bull. pai. ital., 1889, tav. VI, 1,
e credo appartengano al 3° periodo. Gli esemplari di Thapsos
sono una forma alquanto più antica, e posti accanto ai nume-
rosi esemplari di olle con anse acuminate, ne risulta evidente
il graduale loro sviluppo da codeste ultime. In forma incoativa
tale vaso si ebbe già al Plemmirio (o. e, tav. XI, 20). Un esem-
plare miceneo di creta, di identica forma, verrà prossimamente
edito in questi Monumenti dal do(t. Mariani.

ad alto gambo, il fiaschetto a beccuccio tav. IV, 11 ('),
ed una patera ad alto manico bicornuto. Colla fan-
ghiglia uscirono i frammenti di una armifla a fettuccia
(come sep. 57). 1

Sepolcro 19. Stanza a cupolino (diam. m. 2,45,
alt. 1, 66) con grande canale che scende a mare. La
porta era ancora chiusa dalla rispettiva lastra, ma i
violatori erano penetrati da una piccola lacerazione della
porta; nell'interno apparvero, come al solito, rottami
fittili e vasi interi spostati; di ossa non si ebbe alcuna
traccia, e vorrei credere per completa consunzione. Anche
qui si raccolse un cuneo di basalte estremamente lo-
goro nella penna e nella coda. Di vasi rotti un bacino

IO. 13.

a svolazzi (tipo Plemmirio, o. e, tav. XI, 1; VI, 1 ;
Cozzo Pantano, o. e, tav. I, 19), un bacinone lebeti-
forme con ansa colossale (a. cm. 23), due patere, due
scodelle con alta ansa ad M (come tav. IV, 20), una
olletta quadriansata ed il fiaschetto globare dato nel-
l'unita fig. 13, a circa 1/i dal vero, forme tutte ovvie
e proprio agli altri sepolcri del secondo periodo.

Sepolcro 22. Stanza a cupolino colma di terra
e melma; sul fondo dieci scheletri, di cui otto col

Fig. 14.

(') Godesti fiaschetti a beccuccio appariscono per la prima
volta nel 3° periodo siculo (cfr. tav. V, 12), mentre a Troja se
ne ebbero esemplari in strati molto più antichi (Schliemann,
Bios, fig. 370, 1209).
 
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