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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Orsi, Paolo: Thapsos
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0071

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129

THAPSOS

130

La cella a cupola (diam. m. 2,45, alt. m. 1,68) era
stata spogliata ; non vi avvertii traccia di ossa, ma
invece parecchi vasi distribuiti quasi tutti in giro al
gradino d'ingresso. Tra interi e frammentati sono:
11 bacinetti mono e biansati, con alto gambo a tromba
liscio o decorato a liste verticali con linee spezzate ;
il più alto misura cm. 32 ; è una novità quello dise-
gnato alla tav. V, 1(5 e nell'annessa fìg. 43, il cui ba-
cinetto regge sopra due sostegni un piattello. Ad un
grande bacino lebetiforme spetta il piede tav. V, 15.
Uno sgabellino a quattro piedi ed una panchetta ad
alto dorsale ('), in terra cotta, veggonsi riprodotti alla

sca nell' arte sicula. In questo sepolcro non erano
dunque deposte che capeduncule o patere, bacinetti,
ed un solo grande bacino ; questo per contenere liquido,
quelle per attingerlo, i bacinelli per sostenere vivande

Fio. 43.

Fio. 42.

tav. V, 13, 16 ; sono giocattoli, o mobili simbolici,
che per lo meno ci diinno una idea dei corrispondenti
mobili di uso pratico, adoperati dai Siculi. Le sco-
delle, o patere a calotta, con alte anse bicornute ed
occhio (cfr. quattro saggi ad 1/3 nel zinco fìg. 43)
erano molto numerose, ma tutte rotte. Un frammento
di piccolo gutto, raffigurato a tav. V, 11, porta trac-
ciata a punta la infantile rappresentanza di un qua-
drupede, forse un asino ('-), la prima che si cono-

vedi anche i frammenti, o. e, fìg 71; Fortwacngler e Loeschcke,
o. e, n. 283 e 275, ed un'anfora cipriota (Ohnefalsch-Kichter, Ky-
pros, tav. CLII, fig. 1). Un askos con analoghi molivi dello spalle
deriva da Jalysos (o. e., tav. II, 8), ed una pseudoanfora, in tutto
identica alla nostra, tranne che nel fregio delle spalle, dai nuovi
scavi eseguiti a Troja dal Diirpfeld, Troja 1893, tav. II.

(') Ricordo che un <; fauteuil ■ in miniatura, decorato di
pittura micenea, fu trovato anche a Tirinto (Schlicmann, Ti-
rynthe, tav XXIII C). Ed una tomha micenea di Argo ha dato
assieme a numerosi vasi dell' epoca tre rozze figurine ed un
»(>ùfo; fittile dipinto (Reinach, Chronique d'Orient, 1894,IIsem.,
P»g. 19).

(2) Che i Siculi abbiano assai per tempo conosciuto l'asino
è più che verosimile, essendo la patria originaria di tale ani-

monumenti antichi. — Voi. VI.

solide deposte accanto ad ogni morto ; sembra pertanto
che anche qui tutto sia stato disposto ad allietare
coll'apparato di un banchetto la funebre dimora.

Sepolcro 57. Vasta stanza (diam. m. 3,30) a
cupola bassa e depressa ; anche in questa un fianco
minaccioso per screpolamento della roccia venne robu-
stato mediante un muricciolo (alt. m. 1,45, lar. 1,45),

Fig. 44,

costruito molto negligentemente con piccoli massi ap-
pena sbozzati, non squadrati e disposti su otto filari ;
è una rozzissima opera incerta, molto inferiore alle
murature in opera quadra dei sep. 10 e 41.

La tomba, per quanto semidiruta nel prospetto, e
devastata nell'interno, conteneva ancora ventuno sche-
letri: presso un cranio una spirale di filo di bronzo
a quattro giri, diam. cm. 3 (*), in frantumi, e l'ar-

male l'Africa (Hehu, Piante coltivate ed animali domestici,
trad. ital. sulla 5* ed. ted. p. 116), donde forse lo portarono
seco nelle primitive loro migrazioni nell'isola.

0) Non si conoscevano fin qui spirali ornamentali metal-
liche presso i Siculi del 1° e 2° periodo; le prime apparvero

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