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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Orsi, Paolo: Thapsos
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0079

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145

THAPSOS

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Crii Fdoletti fittili. — Coloro ai quali per dati
antropologici, tradizionali od archeologici pare assai
verosimile la pertinenza dei Siculi ad una grande stirpe
iberica, che occupò tutte le coste settentrionali del-
l'Africa e quelle del Mediterraneo occidentale colle
sue grandi isole ('), troveranno nuovo ed utile argo-
mento alla loro tesi nella presenza di idoletti tìttili
antropoidi in Sicilia, in Spagna, e nella caverna delle
Arene Candide in Liguria (2); idoletti i quali, oltre
che derivare tutti da strati archeologici assai antichi,
mostrano anche una comunanza di formo. Non con-
viene però esagerare la portata delle conclusioni, che
a tutto rigore ci è dato dedurre da codesti infantili
tentativi plastici. Infatto ogni popolo primitivo, indi-
pendentemente da fattori esterni, può arrivare alla
espressione plastica della figura umana; e sopratutto trat-
tandosi di manifestazioni di un arte ancora selvaggia,
che non si giudicano con criteri stilistici, conviene andar
ben cauti, prima di affermare, come taluno ha voluto
fare (3), che le figurine della Sicilia, della Spagna
e della Liguria abbiano con quelle di Hissarlik e di
Tirinto dei rapporti non puramente formali ed appa-
renti, ma sì ancora commerciali ed etnografici. Agli
esemplari di Thapsos conviene aggiungerne due, molto
notevoli derivanti dalla necropoli sicula di Villafrati
ai Colli presso Palermo, conservati nel Museo di quella
città; lo schema è alquanto diverso da quello delle
figurine di Thapsos e nel piede conico, nel torace con-

scitoro della civiltà di Micene, il cui estinguersi egli colloca
nel sec. XII {Mvxfjviti xià Mv»7]vctliot> tto'Aitmj/jó;, p. 217).

(') Sergi, Bull, paletnol. ital. 1891, p. 168 e segg.; Idem,
Sugli abitanti primitivi del Mediterraneo, p. 4 e 18. Tra gli
archeologi è pure di codesta opinione l'Helbig. E dopo le sco-
perte degli ultimi anni io devo pure ricredermi da quanto esposi
nel Bull. pai. ital. 1889, p. 222 sulla italicità dei Siculi e Sicani.

(2j Issel, La Liguria geologica e preistorica, tav. XXVII,
fìg. 11 e 14 ; Siret, IS Espagne prchistorique (Bruxelles 1893),
p. 259. Le figurine liguri hanno decisamente indicate le poppe,
e sono perciò muliebri ; quelle di Thapsos e di Millares sono
munite di due appendici coniche che interpreterei per rozze
braccia. Aggiungansi due esemplari inediti del Museo di Pa-
lermo, dei quali discorro più oltre.

(3) Non posso perciò seguire l'Evans (Prehistoric Intermcnts
of the Balzi Rossi Caves neWAnthropol. Institute 1893, p. 300),
il quale dichiara la coltura dei Liguri preistorici collaterale a
quella italica della valle del Po ; ad essa egli assegna una
estensione eccessiva, comprendendovi gruppi essenzialmente di-
sparati, cioè la Svizzera, la valle padana, parte di quella del
Danubio, la Tracia e lTUiria, arrivando fino alla costa nord-ovest
dell'Asia Minore, ed accostando, in conseguenza gli idoletti li-
guri alle « owl-likc figures » scoperte dallo Schliemann nella
Troade.

MONUMEMTI ANTICHI — Voi. VI.

formato a losanga, nelle braccia piegato sul petto,
infine nell'impiego di colori essi si accostano quanto
altri mai ad esemplari di Micene rappresentanti le
così dette divinità curotrofe (cfr. Perrot, o. e, tìg. 338).
Unità di origine potremo bensì ammettere fra questi
del nord-ovest e del sud-est della Sicilia, spettanti ad
uno stesso popolo; forse, anche con quelli di Millares
e delle Arene Candide. Ma por quanto la coltura si-
cula orientale sia fortemente impregnata di elementi
micenei, non credo ancora si possa dire che da questi
derivano gli esemplari di Thapsos, plasmati d'altronde
colla creta indigena; a mio avviso essi non sono che
i primi tentativi plastici, sincroni e parallelli ai primi
tentativi grafici per dare la figura umana ed animale,
da noi riconosciuti nei vasi.

Suppellettile metallica. — Abbiamo lamentata in
ogni sepolcro la devastazione fatta dai cercatori di
metallo ; in causa di essa un lato della coltura si-
cula resta, qui come altrove, avvolto in una semioscu-
rità. Nondimeno il poco scampato alla avidità de' tim-
borouchoi ed alla salsedine marina conferma quanto
sapevamo, nò parrai intervenga alcun fatto nuovo a de-
molire idee da me esposte, illustrando altre necropoli di
codesto periodo. Così nulla ho da aggiungere a quanto
dissi altra volta sulle spade. Un sauroter (?) fa pen-
sare all'esistenza della lancia corrispondente, che certo
non poteva esser sconosciuta ai Siculi ('); a piccole
cuspidi di proiettili spettano parecchie delle verghette
acuminate, profondamente alterate dal salso marino.
Ben poco ricaviamo sugli ornamenti personali ; appena,
e dubbio, l'indizio di una fibula ; fanno la prima ap-
parizione armille a fettuccia, orecchini ad un giro di
filo, ed una spirale per la chioma. Di vasi laminati
un esemplare intero ed un frammento; credo non in-
gannarmi ritenendoli articoli micenei importati. 11 ferro
è esclusivamente rappresentato dalle due sbarrette del
sep. 48 ; era dunque ancora metallo rarissimo ; a Ja-
lysos invece si trovarono in abbondanza le lame di
ferro, qxianto dire che la civiltà Sicula non procedeva
in tutto parallela alla micenea. Importanti più per le
considerazioni a cui si prestano, che per il loro valore

(') Reputo siculi i Bronzi di Tre Canali nel Vizzinesc editi
dal Cafiei in Bull, paletn. ital. 1888, p. 167 e segg., nei quali
figurano lancio. Il Museo di Siracusa possiede porzioni di duo
ripostigli siculi di (ìiarattana e di Lentini, con buoni esem-
plari di lancio; ed altre ne ho di Licodia Eubea.

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