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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Mariani, Lucio: Antichità Cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0110

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207

ANTICHITÀ CRETESI

208

Non fa meraviglia che si trovino pochi avanzi di
edifici antichi entro la moderna città, vista la so-
vrapposizione del caseggiato, ed i grandi e superbi
lavori di fortificazione intrapresi dai veneziani, che
hanno adibito, come a Rettimo e a Candia, i mate-
riali migliori degli edifici antichi ad uso delle mura
della città, dei grandiosi arsenali e del porto. I ba-
luardi infatti presentano una grossezza di pietre e una
quantità di blocchi ben quadrati che richiamano alla
mente gli edifici dei bei tempi ellenici (').

Tuttavia non mancano le prove positive della
esistenza di edifici nei pressi della attuale città, ad
est, di fronte al giardino pubblico, ove, in una specie
di conca, che conserva la forma di una cavea, mi
fu assicurato da persone degne di fede aver esistito
fino a poco tempo fa, avanzi dei gradini del teatro (2),
ora scomparsi del tutto (3).

In questo giardino si conservano alcuni frammenti
di statue antiche, sulla provenienza dei quali mi sono
state date indicazioni contradditorie, poiché alcuni
li dicono portati qui dalla vicina Kissamo (Castelli),
altri me li diedero per rinvenuti nel luogo.

Ove si trovasse l'acropoli della città antica, non si
può dire con certezza. Grandi elevazioni naturali di
terreno il sito non presenta ; ma la città, essendo ma-
rittima, doveva essere difesa alle spalle da fortezze
avanzate verso l'interno e avere nell'ambito delle
sue mura, solo una piccola fortezza o torre di ve-
detta (4).

Alla Canea ciò non è più visibile in quel luogo,
ove sono disposto ad ammettere che esistesse l'antica
arce, poiché su questo sorge ora il Conàc del governa-
tore turco, il quale non è altro che il palazzo già oc-
cupato dal governo veneziano, sicché la tradizione
stessa avrebbe conservato lì, a mio avviso, il centro
dell'autorità locale nel luogo più munito e più
elevato.

(') Anche le notizie contemporanee ci informano che i ve-
neziani scavavano quivi in cerca di materiali da costruzione.
Cfr. Spratt, II, pag. 138. Falkener, o. e, pag. 27 (distr. del 1585) ;
gli scavi del Lechevalier nel cimitero turco nel 1699, v.Voyaje
en Levaiit, I, pag. 99, e ms. cit. dal Pashley, pag. 15.

(2) Onorio Belli, pr. Palkener, 1. c.

(3) Onorio Belli nomina presso il teatro un tempio
dorico, il quale doveva occupare la terrazza del giardino
pubblico.

(4) V. cap. I, pag. 164.

2. Aptera (')•

La revisione delle iscrizioni trovate ad Aptera dal
Wescher(2) e pubblicate dall'Haussoullier(3) m'indusse
a fare una escursione in quel luogo.

La strada che vi conduce dalla Canea verso est
costeggia la bellissima e sicurissima baia di Suda,
fiancheggiando a destra il Monte Malóra (Berecyn-
thus degli antichi) e lasciando a sinistra la originale
penisola di 'AxQoxrjQi{Kyamon promontorium) finché,
giunti alla bocca della baia, si sale sopra il colle, sul
quale poggiano il villaggio di KaXd XaìQctcpiu, il forte
Iszedin (Kalami) e la masseria di IlalaióxaarQov, dal-
l'alto della quale si domina la posizione per larga
estensione di orizzonte, uno spettacolo artistico per le
linee variate, e imponente per la saldezza della situa-
zione. È questo il luogo di Aptera, come ha dimo-
strato il Pashley (4) e confermato cogli scavi il "VVescher.

Di qui si hanno dinanzi le isole Aevxai (forte di
Suda) che ricordano la famosa leggenda delle Sirene (5),
e chiudono insieme ad Aptera e Minoa l'ingresso del
porto; alle spalle si erge il Berecinto, miniera dei
Dattili Idei (°) ; a sinistra si spiega l'elissi azzurro
della baia di Suda ; a destra scarica le acque il Koi-
foàqi (Hvxvog o Hvrvog (") degli antichi) (8), e più là,
ad oriente, il capo Kscpdla (Jqì'ticcvov) si spinge nel
mare, ergendo la sua cima a terrazza di corrosione ; lì
presso a Kalv(Hcug era Kiaafxov, l'antico porto di Aptera.

Le rovine di Aptera sono state descritte ampia-
mente dal Pashley e dal Wescher ; esse appartengono
a varie epoche: preellenica, greca e romana; inoltre
il metochi colla sua chiesa annessa, dipendente dal
monastero di Patmos, è un considerevole edificio dei
tempi veneziani.

Le reliquie antiche comprese entro una imponente
cerchia di mura sono un teatro (9), una tholos (%&>-

(') 2T(tvQ<lxt]s pag. 64. Bursian, II, pag. 543.

(2) Revuc arch., n. s. X, pag. 75 seg.; Arch. de miss, scientif.,
II serie, I, pag. 433 e 439 seg. ; rapporto inserito nel Moniteur
24 oct. 1863.

(»\ Bull. Corr. ffeU.,m, 1879, pag. 418 seg.

C) I, pag. 36, cfr. II, pag. 1.

(5) Steph. Byz. s. v. "Ànrega.

(6) Diod., V, 64.

(7) Cfr. pel nome 'Isqcc Ilvifva.

(8) Bursian, 1. c.

(9) V. pianta nel Museum of classic.al Antiquity, VII,
pag. 296.
 
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