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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Mariani, Lucio: Antichità Cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0118

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223

ANTICHITÀ CRETESI

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Ellud-viag ('), notai un'altra grotta lì vicina, ma senza
tracco d' opera umana. Sul promontorio che si eleva
come un piccolo cucuzzolo in mezzo alla riva, notai
l'esistenza di edifici, non solamente veneziani, ma an-
che più antichi, come dimostrano alcuni cocci che vi
rinvenni.

Nelle vicinanze di Amnisòs verso sud-ovest si er-
gono due collinette che dominano un certo tratto di pia-
nura, e sembrano un luogo adatto per una piccola città
antica; quivi è il villaggio di 'EXijù (?) èXuia = oliva,
olivete) il cui nome richiama alla mente un passo
della iscrizione di @aQ<Jvn<xyp$ AsovrCm, che si trova

Fig. 47.

Quanto al porto di Amnisòs, oggi sembrerebbe poco
capace e degno d'una città quale Cnosso, ma il Kar-
terò, come indica il suo nome, è un fiume che, spe-
cialmente in tempo di piena, trascina molta arena e
fango, sicché la spiaggia si è molto interrata in quel
luogo ; si vede infatti dalla configurazione del terreno
che la spiaggia doveva avere in antico una curva più
sentita in quel luogo, difeso ad est dal Kaxòv oqoq
(forse 1' 'Afxvrjdóv oqog di Suida e Stefano) e ricco di
acque (2).

Nel mare di fronte al cucuzzolo è uno scoglio con
resti di costruzione sopra, che fanno pensare all'avanzo
di un molo (3).

(') Halbheir, Antiquari/, 1893. X«rC);(f«'x)/c, Etteid-vUtg anij-
Xaior, nagyaaaós, X, 1886, pag. 339, 342.

p) 'AfifiaLcfìsg vvftwai, 'Aui>i]aìg mrjyìj (Ap. Rh., Ili, 881.
Calimi., Ilymn. in Dian., 15, 162).

(3) In Amnissòs trovai una scaglia ili silice bianca che aveva
tutta l'apparenza di un'arma di pietra (fig. 47) e per tale la
ritenni sul principio ; tuttavia poi mi nacque il dubbio che tale
non fosse, quando venni a conoscere un istrumento agricolo
usato in oriente che mi sembra utile segnalare, perchè altri in
circostanza simile alla mia non venga tratto in abbaglio e per-
chè esso è una sopravvivenza di un uso dell'età della pietra.

È una specie di erpice nomato pa)%óavQ[iov della foggia
più primitiva (fig. 48). Consta di due grosse tavole pesanti,
collegate da travi traverse di legno le quali, alla estremità
anteriore dell' istrumento, sono ricurve all' insù in modo che,

nel Tekkè dei Dervisci Bektascidi presso Cnosso. Essa
fu pubblicata dal Doublet (•) che alla riga 5 legge
àvsyiósvTog "ESaiov; ma una revisione dell' iscrizione
mi ha persuaso che non è improbabile la congettura
che mi presentò il dott. Hazzidakis, che cioè il nome
sia 'Elat'ov; infatti la pietra ha varie scalfitture oriz-
zontali, prodotte da qualche piccone nel dissotterarla,
una delle quali sembra aver trasformato il A in A e
ne presento il facsimile.

E.XAIOY

Se tale lettura è giusta, non è del tutto invero-
simile che il luogo di questo nomo, finora invano ri-
cercato, sia quello vicino che si chiama fj Elrjd, donde
mi si dissero provenire anche degli oggetti antichi (2).

stando in piano, ed essendo trascinate, non impuntino nel
terreno, ma scivolino su questo comodamente. La faccia piana
che strascica sul terreno è armata di moltissime scaglie di si-
lice incastrate in fessure praticate lungo le fibre del legno in
modo che agiscano come lame di coltello. Un uomo, piantato su
questo traino, aumenta col suo peso l'azione dell'erpice e guida
l'animale che, attaccato all'istrumento, lo trascina. Le scaglie
di silice vengono dall'Asia Minore, ove sono scheiigiate da ope-
rai nella forma apposita collo stesso sistema degli antichi.

t1) Bull, de Corr. fieli., XIII, pag. 00.

(!) Cfr. anche Pcrdicari noli' 'Ejìdofitis, V, 1888, n. 29. Pli-
nio IV, 12 nomina in Creta un luogo di nome Elaea, ma questo
doveva trovarsi nella parte occidentale, perchè lo raggruppa
 
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