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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Mariani, Lucio: Antichità Cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0129

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245

ANTICHITÀ CRETESI

24G

anche le cime di queste. Sono specialmente colossali
mura ciclopiche che, quasi parallelamente, sostengono
delle terrazze da quella parte. Altri avanzi di edifici,
poco riconoscibili nella forma, sono anche nel versante
opposto. Il sistema di costruzione è il medesimo po-
ligonale rozzo che abbiamo incontrato spesso (fig. CO).
Ad est è un buco naturale della roccia, restaurato per
uso di cisterna.

Pie. 60.

Di oggetti trovati in questo luogo non ho visto
nulla, tranne che mi fu riferito essersi una volta tro-
vata alla Vigla una testa scolpita (?). Invece un luogo da
cui provengono molte antichità, specialmente figuline,
che attestano la presenza di stipi votive presso un tem-
pio, è non molto lontano, a ridosso della collina, presso
la strada, al punto in cui volta per Neapolis, in un po-
dere di proprietà della famiglia Sfakianaki ('). Quivi
da uno speculatore furono praticati degli scavi or sono
pochi anni, e degli oggetti provenienti di lì mi fu pos-
sibile vedere solo una figuretta femminile di dea seduta,
in terracotta, tipo del VI sec. a. C, e una conca che
aveva per anse due mezze figurine simili.

Il nome di 'AvaéXo%o deve avere origine antica:
vavXoxov, vavlo%oq, vctvXoyia (2) sono spiegate gene-
ralmente per stazioni eli navi; ma vavXoxstv è detto
anche: tender insidie alle navi (3). Da quella ele-
vatissima posizione si domina gran tratto di mare e si
poteva, come da una vedetta, scorgere gli stuoli ne-
mici prima assai che dalle città costiere ; onde non è

(') V. a nella pianta, fig. 59.
(2) Henr. Steph. Lece. s. v.
(») Pollux, I, pag. 122.

improbabile che talo nome sia venuto a questa città
dall'umile ufficio di vedetta cui ora ridotta in tempi
ellenici (').

Alla porta di questa regione è dunque Milatos (2)
una delle più antiche città cretesi che, oltre esser no-
minata da Omero (3), è detta anche madre dell'omonima
città asiatica (4) ; i miti, che si riferiscono alla sua ori-
gine ed all'eroe eponimo, sono dei più antichi cretesi (5)
e della sua antichissima esistenza abbiamo prova nella
sua necropoli micenea (G). Nei tempi storici doveva
essere decaduta, poiché Lyttos estendeva i suoi domini
fino a Minoa (7), ma i suoi abitanti compaiono ancora
liberi e nemici di Dreros nella iscrizione di Dreros
della fine del III secolo a. C. (8).

A due ore ad oriente di Molia, costeggiando il
mare, si giunge al villaggio di Mikyros a nord del
quale, sul mare, a breve distanza (20 min.) è il sito
dell'antica città, di cui conserva il nome, nel luogo oggi
detto KddteXXoi;. La posizione della città è molto forte
e singolare ; l'acropoli si eleva sopra un picco ripidis-
simo, ai cui piedi giaceva 1' affiv in un dolce pendio
fino al mare. Vi sono varie fila di mura che sostene-
vano le terrazze, una delle quali, con avanzi di un
edificio più considerevole, sorreggeva forse un tempio.
Queste mura sono costruite con pietre naturalmente
più o meno regolari, unite con fango, conservate all'al-
tezza di m. 1,50 circa. Alcune delle pietre, che erano
soglie di porta, conservano il buco del cardine.

Al n. 8 c' era una cisterna, di cui restano avanzi
dell' intonaco di breccia sotto, spalmate di calce sopra.
A metà è un pozzo con due strati d'intonaco di 15 mm.
La cisterna su in cima è più grande ed ha m. 4,50
di diametro. Essendo profonda solo un metro, si vede
che l'acropoli è stata decapitata dal tempo e perciò

(!) Avttv\o%ov intendo io non con « privativo, ma intensivo;
oppure forma moderna di vavXoxov, o anche contrazione da
àvavccvXo/ov. Scorta una flotta nemica da Anavloklio, si poteva
immediatamente avvertire la forte e vicina Milatos, che difen-
deva l'ingresso della regione di Mirabello. Dello stesso nome
esistevano due città della Tracia e di Sicilia (H. Steph. Lex.
s. v. vavlo/os).

(2) Spratt, I, pag. 114.Bursian, II, pag. 571. Stavr., pag. 90.
(3; //. II, 647.

(*) Ephoros in Strabone, XII, 573; XIV, 634.
(5) Pauly, s. v. Hoeck, II, pag. 314, nota 1.
(c) Orsi, Urne cretesi, Mon. antichi pubbl. dall'Acc. de'Lincei
I, pag. 208 seg. Perrot-Chipiez, Histoire de l'art, VI, pag. 454-456.
C) Strab., X, 475.

(8) Halbherr, Museo it., Ili, pag. 657, col. D, linea 17; cf.
Rangabé, Ant. Hell, II, 1031.
 
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