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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Mariani, Lucio: Antichità Cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0132

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251

ANTICHITÀ CRETESI

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non si adatta a questa idea; sono avanzi di edifici
costruiti con massi regolari, squadrati, la maggior parte
dalla pianta sombrano case colle loro porte ed am-
bienti rettangolari; altri più grandi saranno edifici
pubblici ; ma non se ne può avere un' idea esatta, perchè
gli edifici o non sono scavati, o appena scavati se ne
manomettono le pietre. Ho trovato un frammento di
cornicioncino con timpano, la parte centrale od anima

distruzione artificiale l'ha lasciati. L'impressione che
mi aveva fatto la lettura dello Spratt e la relazione
che me ne faceva l'Halbherr avevano fatto sì che la
ritenessi come uno dei sogni del mio viaggio in Creta ;
non sono stato deluso dalla vista di quelle rovine, e
ho constatato con piacere che il mio entusiasmo è
stato condiviso dall'Evans che dopo di me vi si è re-
cato ('). Non è senza una ragione che io insisto sopra

rianta di Gulàs da un disegno di A. Taramelli.

di un mulino verticale, analogo a quelli greci (')
e romani (v. p. es. in Pompei) (2).

La costruzione degli edifici, le iscrizioni, tranne
una arcaica (:t), e le monete che vi si trovano accen-
nano tutte ad un villaggio ellenico di tempi anche
abbastanza tardi.

13. Gulàs.

Un'altra delle città preelleuiche cretesi, i cui resti
sono i meglio conservati, è Gulàs, già nota per l'ampia
descrizione fattane dallo Spratt (4) che ne riporta anche
una pianta. Questa città colle sue importanti rovine,
rimasta abbandonata in mezzo alle montagne fin da
tempi antichissimi, forse prima de' tempi storici, ha
conservato i suoi edifici come il tempo solo e non la

(!) Hermann ISliimner, Griech. Privat-allerth., pag. 217.

(2) Guhl e Koner, Leben der Griechen u. Rumor, pag. 774.

(3) Coraparetti, Mus. it., Ili, pag. 177-178.

(4) I, pag. 129 seg.

questa impressione personale, poiché credo, d'accordo
coi miei colleghi nell'esplorazione, che tali rovine siano
delle più insigni che ci ha lasciato il mondo antico (2) ;
delle ricerche sistematiche e scavi in quel luogo por-
terebbero senza dubbio la più gran luce alle questioni
intorno la civiltà preellenica cretese.

La descrizione minuziosa dello Spratt mi dispensa
dal ripetere molte cose ; noterò solo alcuni particolari
da me osservati, e infine dirò alcunché intorno al nome
che si può attribuire a queste rovine.

Intanto nell'esplorazione di Creta compiuta l'anno
scorso dal mio successore dott. Antonio Taramelli, egli
ha avuto il destro di esaminare ancora più attenta-
mente le rovine, sbarazzarne alcune dalle macerie
e prenderne qualche rilievo. Dagli appunti che mi

(') V. specialmente il Times, 29 agosto 1894, pag. 9; e
VAcademy, 1 giugno 1895, pag. 4G9 seg (Evans e Myres, A My-
cenaean military road in Crete).

(2) Il Keinach, in base alla relazione dell' Evans, chiama
Gulas : « la plus grande des cités mycemcnnes que l'on con-
naisse ». Antropologie, 1894, pag. 4 seg.
 
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