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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Mariani, Lucio: Antichità Cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0148

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283

ANTICHITÀ CRETESI

284

In grotta '5 rò ttxovqiaOfiévo, citata dall' Halbherr
presso Kavùssi ('), no esiste un' altra presso il mare,
donde parimenti sono usciti oggetti antichi. Sulla
cima di Ki'mqa xeyàla, ove lo Spratt poneva il
tempio di Giove Dicteo (2), l'Halbherr non trovò
che cisterne; invoce proprio in mezzo al farangi di
Kavùssi nel luogo detto A'vugo (Avyo, "Aflovyo?), ove
è una chiesetta della Madonna, questa è piantata so-
pra una terrazza sostenuta da bellissime mura poli-
gonio colossali, che nel lato sud si conservano per un
quadrato di circa 5 m.; forse era un tempio/tanto più
che lì presso è un' ampia grotta. Le stesse ragioni to-
pografiche però che vietarono all'Halbherr di ricono-
scere a Koprakefàla il tempio di Giove Dicteo (3), im-
pediscono a me di attribuire a queste rovino il nome
del santuario più rinomato della regione.

Traversata la regione dei monti, si scende nella
valle dei fiumi JCvàvfioi, il centro della regione eteocre-
tese; ad oriente si rialzano altre piccole formazioni
montuose che costituiscono tutta la più selvaggia e
sassosa parte della regione. Nel centro della parte più
piana e perciò più fertile, è la capitale degli Eteocretesi,
Praesos, che ha di fronte a nord la valle, all' estremità
della quale si apre il golfo di Sitia, 1' antico e principale
porto di Praesos, 'Hng o "Hxsta. Alcuni torrenti verso
oriente si aprono delle gole verso la costa ; lungo questi
si partono da Praesos, come raggi, delle fortezze e delle
città antiche che mostrano come la capitale si volesse
difendere da quel lato da irruzioni marittime. All'e-
stremità occidentale si avanza lungamente nel mare
verso il nord il promontorio più frastagliato dell' isola,
il Capo Sidero, la regione occupata dalla rivale di
Praesos, la fenicia Itanos.

Le rovine di Praesos (IlQcàaog) (4) giacciono sopra
delle collinette dette r/Qaaaoi, presso il villaggio turco
di "V'avelli (Baftt'lkoi) cui il terreno appartiene. Esse

(■) Antiquari/, 1892, pag. 214 seg.

(2) I, pag. 166 seg.

(3) Antiquari/, 1892, pag. 215.

(*) Spratt, I, pag. 103. Pashley, I, pag. 290. Bursian, II,
pag. 534, nota 2, e 575, 570. Svoronos, I, pag. 285. Stavrakis,
pag. 90. Halbherr, Antiquari/, Mag. 1892, pag. 214 seg.

Il nome antico TlQaTang ha anche le forme llQuiaia, llQÓaog,
IIciQaiaóg, il nome moderno j tovg llQctaaovg ha conservato, se-
condo me, l'accento più giusto ngaiaóg (v. in Stavraki), conforme
alla maggior parte dei nomi preellenici ed asiani in -aóg; v. eti-
mologia in P. De Cara, Hethei Pelassi, I, pag. 417, e cfr. J7«(3-
(miaóg in Arcadia.

sono stato descritte già dallo Spratt e più diffusamente
dall'Halbherr, onde a me non resta che accennare qual-
che particolare e sopratutto far rilevare l'importanza
che questo luogo, centro della cultura preellenica cre-
tese, avrebbe per ricerche profonde e scavi che vi si
potrebbero fare. Le antichità di quelle colline comin-
ciano dalle più primitive e giungono lino ai tempi a noi
più vicini, onde rimangono tracce dell' abitato fino ai
tempi veneziani e gli scavi potrebbero mettere in luce i
dati per tutta la storia delle diverse civiltà sovrappo-
stesi in Creta. Oltre le parecchie iscrizioni, di cui una
non greca (') che escono dal suo suolo, debbo notare una
gran quantità di terrecotte figurate, moltissime di tipo
asiano, altre posteriori, le quali dimostrano colla loro
copia che la regione aveva la specialità di questa in-
dustria ceramica, da tempi remotissimi, mantenuta fino
ai tempi greco romani.

La forma dell' acropoli che occupa la collina
maggiore è determinata dalla natura del suolo di
quella regione composto di arenarie giallette strati-
ficate e friabili, le quali formano delle protuberanze
a mammelle, tagliate a terrazze tondeggianti. Le ter-
razze sono sostenute da muri in gran parte restaurati
modernamente, composti di massi irregolari, poligoni
o anche parallelepipedi ; qualche piccolo tratto di
mura ciclopiche è conservato, specialmente sulla fronte
nord, e un tratto di circa 8 m. sulla pendice ovest.
Sulla pendice sud-ovest è invece conservato un bel
tratto di muro ellenico a parallelepipedi con giunture
perfette e concave, senza staffe. Un altro pezzo di muro
che sembra faccia angolo retto con questo è più a sud
e a un livello più basso; suppongo che questo strato
visibile sia l'euthynteria, non essendo le pietre squa-
drate perfettamente come le altre. Se i due muri ap-
partengono al medesimo edificio, si avrebbe una lun-
ghezza di circa 50 m., e potrebbe essere una stoa.
Ad ovest di questo edificio in direzione sud-ovest alcune
lastre sembrano tracciare il piancito d'una strada in di-
scesa. Altri pezzi di muro sono qua e là, senza che se
ne riconosca l'uso e la pianta. A nord-est co n' è uno
ben conservato di due stili : a sin. più rozzo ed arcaico,
più perfetto a destra.

Una cisterna, che somiglia molto a quella vista in
Oxà a mezzo tholos, è scavata nella roccia sud del

(') Comparetti, Mon. ine.d. pubhl. dall'Acc. Lincei, III, p. 449.
 
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