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313

ANTICHITÀ CRETESI

314

Nemmeno giova molto lo studio del significato dei
nomi, poiché alcuni di essi sono troppo generali, per
esempio Xdxxog; altri di origine non greca e perciò
di significato non riconoscibile ('); quanto alla Jrjqag,
sappiamo che una porta di Argos si chiamava gtqòq
rj Inondi, e che óijqàg vuol dire colle (Hesych., <hr
otédsg — fiovvoi) (2).

Benché da tutto questo non si ricavi una esatta
delimitazione dei due paesi, la quale poi del resto
non rappresenterebbe che i confini di una data epoca,
mi pare che prendendo i due nomi di Kaqvfioa e Xdx-
xog, come corrispondenti a Kaoovfiaig ed 'AruXaxxog,
la linea che li congiunge corrisponde precisamente ai
confini naturali delle due regioni, divise appunto da
òt](>aSs$ e dal fiume Sò'óafivog (?).

In tal modo io restringo di molto i domini di
Itanos che, secondo il Bursian (:|) ed altri sarebbero
stati di gran lunga più estesi.

La città di Itanos, secondo Stefano di Bisanzio
sarebbe stata una fondazione fenicia, e si è spiegato
anche il suo nome con radice semitica JJTX = antico,
perenne (4). Ma lo stesso Stefano riferisce un' altra
tradizione sull' origine della città, che sarebbe stata
fondata ino urog Kovqrfcmv fuyaàog, il che fa sup-
porre un'origine più antica ed eteocretese; forse fu più
tardi conquistata dai Fonicii che dovevano trovare nelle
spugne e nella porpora adatta materia di commercio (5);
così anche il nome della città che ha affinità con
V'Iàì], probabilmente non è fenicio. Generalmente si
è esagerata molto l'importanza e l'antichità delle co-
lonie fenicie, trascurando i popoli che li avevano pre-
ceduti ; in Creta, salvo poche stazioni delle coste

(') Tale é p. o. 2ùhc[ji>ns in cui abbiamo la radice atiì,
arp, eteocretese ([£]ijtlt, -irnyog) che si trova forse anche in
"Etite, nome di Mercurio presso i Gortinii. Esso è probabilmente
il fiume che passa presso Karnmes, poiché molti nomi di fiumi
sono composti colla parola SfWO{ (.iuviaóg, amnis) (Boeck, C.I.G.,
II, add. 2501 ). Forse anche la radico K«qv, cf. Kùqcs, Kanvavdtt
(benché abbiamo xanvet = noce). Certamente non greci sono i
nomi JpQ&ónm (cf. JnQtog nome d'un ebreo, JopuxoV città della
Moesia, v. Pape-Bens.), "Arony (cf. 'dtgtvt ecc.), MóXXos (cf MòXot
figlio <> fratello di Deucalione da Minosse).

(2) V. iscriz. Cauer, Delertus', n. 43,1. 134, 169.

(3) II, pag. 578. Ciò proveniva dal mettere Itanos più verso
il sud della costa ; dopo la descrizione mia del paese degli Etto-
cretesi, mi pare evidente che Erimupolis non poteva aver in-
fluenza sul paese al sud di Karumes.

(4) Movers, Phoenizicr, II, pag. 258.

(5) Per la pesca della porpora nel mare degli Eteocretesi
vedi sopra a pag. 305.

(Araden, Qfolvixeg, Lappa, Lebena, Kaeratos ? e Hol-
lotis?) non vi deve essere stata una grande influenza
semitica, e non prima del X-V1II sec. (').

Degli avanzi di Itanos l'Halbherr ha dato ampia
descrizione (2), dopo che lo Spratt no aveva parlato (3)
ponendo erroneamente qui l'immaginaria I/etera e la
dubbia Arsinoe. Il Bursian (J) che non ha un' idea au-
toptica delle rovino, le prende per il tempio di Athena
Sammonia e pone Itanos a Paleocastro; lo Spratt
aveva relegata questa a Zakro ; finalmente l'Halbherr
ha accertato per Erimupolis il nome di Itanos. Le
sue descrizioni mi risparmiano d'intrattenermi a lungo
su questo luogo.

Ad Erimupolis abbiamo il solito promontorio, il
quale però, trattandosi di una città più grande non
è la sola difesa dei due golfi che le servivano da porto:
ad oriente è un'altra collina sulla quale si veggono
resti di mura poligonali, costruite con grandi massi
di arenaria bruna all'esterno, riempiti all'interno con
piccole pietre e fango, larghe m. 1,50 con quattro
angoli sporgenti a guisa di bastioni. Queste mura
contornano la collina verso sud e nel punto più alto,
quindi, a differenza delle fortificazioni eteocretesi, sono
fatte per guardare la città alle spalle. Per tutta la
città si trovano sparsi avanzi di edifici di varie epoche
anche romani e bizantini; ma tutti questi edifici sono
irriconoscibili, perchè i massi hanno servito ai monaci
di Toplù per varie costruzioni ; sopra un cumulo di
rottami con massi ed iscrizioni antiche è costruita la
masseria, sul cui lato nord si vede l'edificio meglio
conservato, e il più importante.

È una terrazza (tìg. 84) costruita con un forte
muro a massi posti orizzontalmente su facce paral-
lele, ma con giunture verticali non perpendicolari.
La pietra adoperata nella costruzione è un calcare
bigio chiaro locale; la facciata del muro è lunga
m. 22,25 ed ha m. 5,50 di profondità tino alla roccia
viva nella quale s'interna. Sembra che fosse una ter-
razza d'un tempio dei bei tempi arcaici ellenici; pro-
babilmente del tempio di Athena, nominato in una

(') Orsi, Bronzi Idei, Mus. it, li, pag. 897 seg.; Beloch,
Rhein. Mus, 1894, 49, pag. 111 seg. Die Phoeniker am Aeijeisch.
Meere a pag. 128, dice che nessuna colonia fenicia è in Creta.

(2) Antiquari, nov. 1891, dee. 1891.

(3) I, pag. 192 seg.

(4) II, pag. 570.
 
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