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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Mariani, Lucio: Antichità Cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0175

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ANTICHITÀ CRETESI

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Infine l'uomo (IO), disegnato assai rozzamente, ma
abbastanza caratterizzato per poterlo riconoscere.

A questa enumerazione devonsi aggiungere alcune
figure, specialmente geometriche, le quali anziché da
una descrizione si rivelano meglio gettando un'occhiata
sulle tavole. Tali sono, ad esempio, quelle linee incro-
ciate che nel n. 21 formano quasi una sedia pieghe-
vole, e le triplici linee che s'incrociano (n. 7) a guisa
di sautoir, la rosa con le braccia del n. 12, su cui
torneremo poi, le forme a triangolo con un lato con-
vesso (36), l'oggetto presso l'uomo nel n. 10, che può
prendersi per un alabastron (?) o una palla appesa ecc.

Nella sintassi di questi elementi decorativi osser-
viamo dei sistemi caratteristici. Prendiamo ad esem-
pio il vaso n. 8, uno dei più completi. Il vaso è diviso
in scomparti da linee verticali che, scendendo dalla
bocca, lo paitiscono in spicchi più o meno grandi fino
ad un terzo della sua altezza. La decorazione si con-
centra principalmente sulle spalle, mentre la parte in-
feriore del vaso rimane più semplice, decorata da sole
strie orizzontali. I campi divisi in tal modo vengono
riempiti con vari elementi decorativi ; nei più ristretti
prevale il tipo geometrico (linee sottili a zig-zag, fa-
scette parallele), nei più larghi campeggiano gli ele-
menti naturalistici, sparsi a profusione, non colla rego-
larità e l'horror vacui dello stile geometrico, ma colla
naturalezza che informa lo stile miceneo.

Oltre che lo scomparto dei campi, abbiamo da no-
tare nella decorazione il calcolo che si tiene della
parte costruttiva del vaso stesso. I becchi ed i mani-
chi sono talvolta incorniciati al loro attacco da una
fascia dipinta, così l'orlo della bocca (8, 2, 9); ma
del rimanente la forma del vaso non tiranneggia la de-
corazione come nei vasi dell'epoca classica; si direbbe
quasi che questo incorniciamento è fatto per eliminare
le forme costruttive dalla massa quasi sferica del vaso,
su cui, senza un principio tectonico informatore, si
sbizzarrisce la fantasia geniale del decoratore.

Alle volte gli scomparti giungono fino in fondo
(n. 19) ; altra volta non esistono scomparti e la super-
ficie del vaso è lasciata campo libero alla decorazione
che vi si sparge sopra o in giro, sulle spalle o sul
corpo, p. e. a guisa di ghirlanda (n. 1), o a fascia o
fregio (n. 3?) o ad elementi sparsi (n. 12).

Altrove, come abbiamo già notato, la decorazione
pittorica accede alla plastica. Vedasi p. e. il grazioso
Monumenti antichi. — Vol. VI.

effetto che fanno le macchie tonde nel frammento n. 6,
ove, non essendo nella disposizione tenuto conto dei
campi lasciati dal reticolato plastico, dànno l'impres-
sione di un gusto negligé tutto moderno.

Nel vaso n. 14 abbiamo un esempio di partizione
in campi che non è comune, anzi un concetto bizzarro,
estraneo anch'esso alla regolarità architettonica della
ceramica classica : delle bande oblique si partono dal
collo e dividono il vaso a spicchi spirali; esse sono
liscie, dipinte a strie e i campi interposti sono tutti
del noto rilievo a barbottina.

In fig. 35 la forma del vaso cilindrica e le sue
scanalature, che lo rassomigliano ad una cista a cor-
doni, hanno suggerito al pittore la decorazione a rami
già descritta.

Vasi identici a questi descritti non sono stati tro-
vati altra volta in Creta, nò ho potuto riscontrarne
altrove ('). Tuttavia mi sembra che siano dello stesso
genere i frammenti a fig. 46, 48, 49 trovati da me nel
Xdxxog di s. Antonio a Kàxw Zùxqo, e il framm. n. 47
trovato nelle èxpohuótg ad ovest di Herakleion. Questi,
infatti, presentano delle forme che accennano a quella
dell'orcio caratteristico di Kamares (fig. 8) ; hanno
ugual sottigliezza di pareti, qualche traccia di colore
simile, e la medesima spigliatezza di fattura nella
decorazione. Nel n. 47 il fondo sembra naturale e la
pittura nera; ma su questa esistono tracce di bianco
riportato, e perciò è avvenuta una metatesi di intona-
zione per consumo della vernice poco aderente (2).

Però se si devono attendere altri dati per deter-
minare con precisione la loro provenienza, tanto le
forme che i motivi decorativi dei vasi in questione ci
riconducono indubbiamente a tutto il complesso della
ceramica micenea, e specialmente ai vasi delle isole.

Tra questi si avvicinano forse più degli altri al
nostro gruppo i vasi di Thera (:ì) in cui ricorre in un

(lJ II Tarameli! mi comunica di aver rinvenuto altri fram-
menti simili in altri luoghi dell'isola. A quanto mi si diceva in
Creta, se ne sarebbero trovati anello nelle vicine isole.

(2) Un fatto simile bo notato in un vaso della Società
archeologica d'Atene, n. 5807.

(3) Fouqué, Santorin et ses éruptions, tav. XXXIX-XLII. Du-
mont-Chaplain, Les céramiques de la Grece propre, tav. I e II,
pag. 19 seg. Furtwaengler-Loeschcke, Myk. Vasen (= JfV.)
taa. XII, pag. 18seg. Sarebbe desiderabile che venissero pubbli-
cati i frammenti provenienti dall'isola di Thera che si conser-
vano nella Scuola Francese di Atene, ed i cui esistono disegni del
Burnouf. V. anche Furtwaengler e Loeschcke, MV. pag. 19.

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